Buchi neri e viaggi nel tempo

Non più tardi di un paio di mesi fa, nel Settembre 2015, era stato diffuso il risultato di uno studio dell’Università Autonoma si Barcellona, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, riguardo la creazione di un tunnel spazio temporale, aveva fatto supporre a molti, che si fosse ad un passo dal creare una sorta di macchina del tempo. Come avevo avuto modo di spiegare in uno dei miei post precedenti in realtà, il viaggio nel tempo non va intesto come quello proposto ad esempio nel film “Ritorno al Futuro”, in cui proprio in questi giorni ricorre il trentennale, quanto piuttosto come la possibilità di percorrere in modo pressoché istantaneo enorme distanze, abbreviando dunque i tempi di percorrenza. A tal proposito nel Novembre del 2015 è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports uno studio, condotto dal Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr) in collaborazione con il Dipartimento di fisica della Sapienza e con l'Università dell'Aquila.

Lo studio ha provato a verificare se esistono esperimenti in grado di dimostrare la legge della fisica secondo cui il tempo non scorre necessariamente dal passato verso il futuro, ma anche dal futuro verso il passato. Sebbene nel mondo che noi conosciamo sia alquanto improbabile, almeno dal punto di vista statistico, che si torni dal presente, o addirittura dal futuro al passato, nel mondo della fisica quantistica, mondo dell’infinitesimamente piccolo, tutto ciò potrebbe non essere così scontato. I ricercatori dunque hanno messo appunto un esperimento per verificare se esistono leggi che potrebbero dimostrare che taluni fenomeni sono irreversibili, dunque che non si può tornare indietro nel tempo. Hanno quindi cercato di  quantizzare i tempi di decadimento di una particella subatomica, cioè hanno cercato di verificare dal punto di vista della fisica, come fa a sparire un oggetto o come questo si dovrebbe dissolvere, quando passa dal futuro al passato. La sparizione, infatti, altro non è che il decadimento. Secondo il direttore dell’Istituto dei sistemi complessi del Cnr Claudio Conti, “Secondo le leggi della meccanica quantistica, si sparisce solo ad una certa velocità, che è quella della legge dell'irreversibilità dei fenomeni. Nel nostro esperimento abbiamo provato che la teoria è giusta, il che significa che la particella, una volta decaduta, non si può più riformare. Da qui l'assunto che non si può tornare indietro nel tempo”.

Se dunque il risultato scientifico ridimensiona certamente alcune tecnologie fantascientifiche proposte in molti film, il viaggio attraverso lo spaziotempo, così come proposto da Einstein nella celebre teoria dei tunnel di Einstein Rosen, non viene tuttavia smentita. Come detto continua ad essere scientificamente possibile, viaggiare alla velocità della luce, coprendo distanze enormi in modo quasi istantaneo, il che come detto equivale a viaggiare nel tempo. Secondo la suddetta teoria, per fare ciò occorrerebbe distorcere il tessuto dello spaziotempo, in modo da unire due punti distanti tra loro. Per fare questo occorrerebbe una grande quantità di energia. L’alternativa sarebbe quella di utilizzare delle anomalie già esistenti del tessuto dello spaziotempo, che lo stesso Einstein sosteneva potessero essere rappresentate dai buchi neri.

Sempre nel mese di Novembre 2015, il direttore del Cern Fabiola Giannotti, ha affermato rispondendo alle domande del pubblico durante un incontro al Teatro Dal Verme di Milano promosso da Edison, che al Cern di Ginevra è possibile creare microscopici buchi neri del tutto innocui che potrebbero aprire le porte a una nuova fisica

E’ interessante che tra le varie possibilità di viaggio nel tempo, inteso soltanto come sopra specificato e come anche spiegato nel mio libro “Il Lato Oscuro della Luna”, è stata avanzata spesso da parte di eminenti scienziati, la possibilità di farlo attraverso dei piccoli buchi neri creati appositamente. Fino ad oggi il problema principale era legato esclusivamente all’aspetto tecnologico. Il problema dunque era che non si sapeva come e dove creare tali buchi neri, ma oggi dopo le affermazioni del direttore del Cern, sembrerebbe non essere più così.

L’altro aspetto interessante dell’intera vicenda, è notare come questa possibilità arrivi oggi  direttamente dal CERN indicato nell’ormai lontano 2001 dal presunto viaggiatore nel tempo John Titor (delle cui singolari quanto talvolta preveggenti rivelazioni ho parlato in un post precedente e nel mio libro) come luogo nel quale avremmo sviluppato la tecnologia per i viaggi nel tempo. Si tratta soltanto di una casualità oppure c’è dell’altro dietro? Forse le risposte di trovano ne “Il lato oscuro della Luna”.

Stefano Nasetti

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