La profezia del 1962 sui telefoni del 2000

Negli ultimi mesi è stata rilanciata sui mass media e su vari siti web, la notizia che riporta ad un’intervista rilasciata nel 1962 da tre ingegneri statunitensi, J.H. Felker e C.M. Mapes e il dr. H.M. Boettinger, all’emittente radiofonica americana C.B.S. nel corso del programma “Dimension” poi trascritta e pubblicata sul  giornale Trapani Nuova.  I tre ingegneri, dirigenti dell’allora azienda American Telephone and Telegraph Company (poi AT&T) raccontarono la loro “visione” del futuro in tema di telefonia.

Più di 50 anni fa, immaginarono una rete molto simile all’internet moderna (inventata così come la conosciamo oggi solo nel 1991 ma preceduta da sistemi considerati progenitori del moderno WWW come Arpanet nel 1969), oltre a tutta una serie di applicazioni e possibilità che noi oggi diamo quasi per scontato.

Leggendo l’articolo è facile per noi riconoscere la descrizione di apparecchi simili a tablet e smartphone, applicazioni come Skype, siti di e-commerce come Amazon, alcune delle funzioni proprie dell’home banking oltre che l’utilizzo di questa rete per la diffusione delle notizie.

E’ possibile leggere l’articolo integrale (pubblicato a pag. 3 dell’edizione di martedì 26 giugno 1962 del quotidiano Trapani Nuova) qui di seguito.

In molti si sono chiesti se si tratta soltanto di una bufala, ma da verifiche fatte risulta essere tutto vero.

La testata Trapani Nuova è davvero esistita e lo stile dell'articolo è assolutamente quello dell'epoca, sia nello stile del linguaggio usato sia nelle soluzioni tipografiche che noi oggi chiamiamo “formattazione del testo”, cioè quella di adattare la lunghezza del testo allo spazio disponibile o quelle usate per evitare lo spezzettamento delle parole quando si va a capo, tutte tecniche che oggi non si utilizzano più perché la formattazione avviene in modo automatico grazie ai moderni sistemi informatici. E’ stata inoltre trovata la copia integrale (poi scansionata) dell’edizione di quel 26 giugno 1962 del giornale in questione, che proprio a pagina 3 riporta la notizia. DUNQUE È TUTTO VERO!!!

Ma com’è possibile questa incredibile predizione del futuro?

Ricordo che ci troviamo ancora agli albori dell’elettronica, il transistor esiste da poco più di 10 anni (1947) mentre il primo processore è datato solo 1954. Nel 1969, quindi solo 7 anni dopo l’articolo, il computer a bordo dell’Apollo 11 che porterà, Neil Armstrong Buzz Aldrin e Michael Collins, i primi uomini (solo i primi due) a mettere piede sulla Luna, aveva una capacità di calcolo migliaia di volte inferiore a quella presente nei nostri smartphone attuali.

Eppure questi tre ingegneri sono riusciti a prevedere uno sviluppo tecnologico in modo molto preciso.

In molti hanno sostenuto che siamo noi a farla sembrare così precisa, solo perché la leggiamo con gli occhi di oggi. Dunque ancora una volta, il tutto viene spiegato sostenendo che si tratta di una suggestione. Ma è davvero così?

Indagando sulla vita e sul curriculum dei tre ingegneri emerge che Jean Howard Felker, Laureato presso l'Università di Washington, St. Louis, Missouri, nel 1941, con una laurea breve in Scienza ed ingegneria elettronica, ha lavorato presso la Bell Telephone Laboratories a Murray Hill nello stato di New Jersey (negli Stati Uniti) dal 1947 fino al pensionamento avvenuto nel 1981.

Inventore del computer digitale a transistor (nel 1948) e titolare di 16 brevetti nel settore delle comunicazioni elettroniche, è spesso associato all satellite per telecomunicazioni Telstar (altro brevetto della AT&T Bell Laboratories) primo dei satelliti artificiali, di cui prende il nome l’omonima rete, messi in orbita geocentrica ed utilizzati nelle telecomunicazioni via satellite, fra cui le trasmissioni televisive in diretta. Questo satellite ha permesso quello che viene considerato il primo scambio ufficiale internazionale di immagini diffuse in mondovisione nella storia della televisione.

Non era dunque un semplice impiegato ma un dirigente ben preparato ed informato,  fondatore tra l’altro nel 1962 della Bellcom, un’organizzazione di sistemi di ingegneria al servizio della NASA.

Se quanto fin qui detto potrebbe far pensare che si tratti solamente di una persona molto competente nel suo settore e dunque in grado di fare predizioni così accurate riguardo la tecnologia futura, c’è da sottolineare due aspetti importanti.

Il primo è che come detto collaborava attivamente con la Nasa. Il secondo è che lavorava come detto per la Bell Laboratories.

La Bell Laboratories è una delle aziende citate dal Colonnello dell’Esercito USA oltre che funzionario del Pentagono, Philip J. Corso, che nel suo libro pubblicato nel 1997  dal titolo “Il giorno dopo Roswell”, raccontò di come gli Stati Uniti, dopo aver recuperato ciò che restava dell’UFO precipitato a Roswell, attivò dei progetti di ricerca per la comprensione e la conversione della tecnologia aliena, i cosiddetti progetti di “retroingegneria”.

Il colonnello raccontò di come supervisionò il segretissimo progetto dell’esercito si occupava (e forse si occupa ancora) di trasferire parte della tecnologia extraterrestre alle aziende statunitensi come IBM, Hughes Aircraft, Bell Laboratories e Dow Coming , senza che queste lo sapessero, affinché risultasse alla fine che tale tecnologia era frutto dell’ingegno umano, “ripulendola”  quindi dall’origine extraterrestre.

Corso descrisse i dispositivi ritrovati nel velivolo di Roswell, e come questi poi diventarono i precursori dei circuiti integrati, fibre ottiche, laser, visori notturni, fibre super-tenaci (come le corazze in plastica Kevlar) dei giorni nostri, ricerche classificate come i dispositivi psicotronici che possono convertire i pensieri umani in segnali di controllo per le macchine, tecnologia per aerei invisibili e i dispositivi a fascio di particelle. Ho già parlato di questa storia nel mio libro, nel quale è possibile trovare riferimenti specifici alla storia di alcuni dei materiali e delle tecnologie di origine aliena citate da Corso.

Alla luce di ciò, è plausibile se non addirittura probabile, che almeno uno dei tre ingegneri, Jean Howard Felker nello specifico, avesse accesso a questo tipo di informazioni e che abbia potuto “toccare con mano” alcune di queste tecnologie aliene, riuscendo quindi facilmente a prevederne l’applicazione in un nostro futuro.

Solo suggestioni? A ciascuno il proprio pensiero, ribadendo che tutto ciò che è stato citato in quest’articolo è facilmente verificabile mediante ricerca su internet, lettura dei libri specifici sull’argomento, ecc. e ricordando che la realtà è diversa da come appare, per vederla è necessario abbandonare il proprio punto di vista tradizionale per provare ad osservare le cose da un’altra prospettiva. Solo così, analizzando tutto in modo oggettivo, senza dogmi o pregiudizi, si potrà vedere cosa c’è ne “Il Lato Oscuro della Luna”.

Stefano Nasetti

© Tutti i diritti riservati. E' vietata la riproduzione, anche solo parziale dei contenuti di questo articolo, senza il consenso scritto dell'autore

Ti potrebbero anche interessare:

Vai all'indice dei Post

Feed RSS