Nibiru, il punto della situazione

Il famoso pianeta Nibiru, noto anche con il nome di Pianeta X, Hercolumbus, Pianeta 9 o 10° Pianeta (a secondo che si consideri o meno Plutone come pianeta o pianeta nano), Assenzio, l'Intruso, The Destroyer (il Distruttore), Nemesis, Stella Rossa Kachina, a secondo della tradizione culturale o alla civiltà a cui si fa riferimento, esiste! O per lo meno dovrebbe, con un certo grado di approssimazione.

In un precedente articolo del Gennaio 2016 ne avevo già diffusamente parlato. Quello che fino a 30 anni fa era considerata una semplice leggenda, portata a conoscenza del grande pubblico grazie ai libri di Zacharia Sitchin ,che a sua volta aveva ripreso l'informazione nientemeno che dalle tavole sumere di 6000 anni fa, dopo la pubblicazione nel mese di Gennaio 2016, sulla rivista sull'Astronomical Journal, di un articolo nel quale venivano esposti i calcoli effettuati dagli astronomi dell'Istituto Californiano di Tecnologia (Caltech) Michael Brown e Konstantin Batygin, riguardanti le orbite, stranamente allineate, di sei piccoli corpi celesti che si trovano oltre l'orbita del pianeta Nettuno, nella fascia di Kuiper, l'esistenza di questo pianeta sembra improvvisamente divenuto certezza per gli astronomi e gli astrofisici.

Da che sembrava che questo fosse solo un argomento per appassionati di fantascienza, un po' suggestionabili e poco eruditi dal punto di vista astronomico (almeno così venivano fatti passare dalla comunità scientifica, tutti coloro che davano credito a uno qualunque dei moltissimi antichi racconti che parlano dell'esistenza di questo pianeta), la ricerca delle prove inconfutabili della sua esistenza, sembra diventata una delle priorità della comunità mondiale degli astrofisici, al pari della ricerca di altre forme di vita extraterrestre (altro concetto da sempre deriso dalla scienza e improvvisamente dato per scontato) e forse seconda soltanto a quella della conoscenza di Marte.

Dall'inizio del 2016, le notizie sull'avanzamento degli studi su questo sempre meno fantomatico e sempre più concreto pianeta, sono continuate ad arrivare con una frequenza ed una periodicità davvero incredibili.

Ma cosa si è scoperto fino ad ora?

Cominciamo con il dire che Nibiru (o chiamatelo come meglio preferite, io preferisco chiamarlo così, perché così è chiamato nel primo racconto in cui viene rivelata la presenza di questo corpo celeste) secondo le tavole Sumere, è un pianeta del nostro sistema solare che ha un orbita ellittica (caratteristica che ritroviamo in tutti i racconti del passato) intorno al Sole, di durata variabile a secondo delle tradizioni (i sumeri parlavano di 3600 anni). Questo corpo celeste avrebbe generato 4,5 miliardi di anni fa, di fatto, l'attuale conformazione del nostro sistema solare.

"[...]Nella tavoletta chiamata Enuma-Elis, dalla prima parola scritta sulla tavoletta, è narrata la storia di come si sarebbe formato il nostro sistema solare e quindi anche la Terra. La storia racconta che quando il sistema solare si stava formando, il Sole cominciò ad attrarre nella sua orbita tutti i pianeti che conosciamo oltre a quello che, secondo i Sumeri, si trovava tra Marte e Giove dove oggi ci sono gli asteroidi. Ma il Sole attrasse anche un altro pianeta, esterno al nostro sistema, detto “l’intruso” che intraprese un’orbita opposta (in senso orario) rispetto a quella degli altri pianeti. Questo pianeta, chiamato dai Sumeri “Nibiru” che significa “pianeta del passaggio”, portò con sé anche le sue lune e una di queste entrò in collisione con quel pianeta, che come detto, si trovava tra Marte e Giove, e che i Sumeri chiamavano Tiamat. Tiamat si scontrò, con una delle lune di Nibiru, chiamata “Kingu” e si divise: i frammenti di una prima parte, andarono a formare la cintura di asteroidi, mentre quello che rimaneva della seconda parte di Tiamat fu spostata dall’impatto in un'altra orbita e, con la luna più grande di Nibiru, andò a formare la Terra e la nostra Luna (la cui presenza è stata, a detta dei moderni scienziati, fondamentale per lo sviluppo della vita)...." (Cit. dal libro Il Lato Oscuro della Luna).

Questo impatto cosmico considerato anch'esso, fino a meno di 5 anni fa (2013) null'altro che una teoria strampalata, è divenuto sempre più certezza.  

"[...] Negli ultimi anni, quindi circa 30 anni dopo la pubblicazione del libro “The 12th Planet”, la scienza ufficiale ha riconosciuto che molto probabilmente c’è stata una “collisione cosmica” tra quelli che gli scienziati definiscono “proto pianeti”, 30 milioni di anni dopo la formazione della Terra, avvenuta 4,5 miliardi di anni fa, che ha originato il sistema Terra-Luna, binomio essenziale per la nascita della vita. Nuove conferme in tal senso continuano ad arrivare, tant’è che i risultati di una ricerca pubblicata su Science nel maggio 2013 e svolta da un gruppo di ricerca coordinato dall'americana Brown University, hanno accertato come al momento della collisione la Luna abbia “strappato” l'acqua alla Terra durante questo gigantesco impatto che, oltre 4 miliardi di anni fa, portò alla sua formazione: l’ha dimostrato, infatti, l'analisi dell'acqua intrappolata nelle rocce lunari, dall'impronta identica a quella presente nelle rocce della Terra. Lo studio ha quindi dimostrato che la Terra era già ricca di acqua prima della formazione della Luna.

C’è quindi stata effettivamente una collisione dalla quale ha avuto origine la Terra. Ma i Sumeri come facevano a saperlo 4.000 anni fa? Solo una coincidenza? [...]Nel luglio del 2005, quasi 30 anni dopo la pubblicazione del primo libro di Sitchin e 4.000 anni dopo i Sumeri, la NASA annunciò di aver scoperto un nuovo pianeta del nostro sistema solare: il 10° (quindi il 12° se contassimo anche la Luna e il Sole come facevano i Sumeri). Il pianeta denominato UB 313 e poi ribattezzato Sedna è di colore rossiccio ed ha una superficie composta di acqua sotto forma di ghiaccio e rocce, ha un’orbita fortemente ellittica rispetto a quella degli altri pianeti del nostro sistema solare, è grande una volta e mezzo Plutone e dista circa 10 miliardi di Km dalla Terra. Ancora solo una coincidenza?

Forse non si tratta del pianeta descritto nelle tavolette Sumere visto che nel mese di marzo del 2014, sulla rivista Nature, è stata pubblicata la scoperta, avvenuta per merito degli americani Chadwick Trujillo, dell'Osservatorio Gemini delle Hawaii, e Scott Sheppard, della Carnegie Institution, di un altro pianeta nano.

Il nuovo pianeta scoperto, che estende ulteriormente i confini del Sistema Solare, a cui al momento della sua scoperta è stata associata soltanto una sigla, 2012 VP113, è lontanissimo, circa 80 volte la distanza che separa Terra e Sole.

Il nuovo pianeta proviene dalla nube di Oort, il luogo ai confini del Sistema Solare celebre per essere la “culla” delle comete. I ricercatori ritengono che 2012-VP113 e Sedna potrebbero non essere affatto casi isolati: insieme ad essi potrebbero esistere circa 900 oggetti con orbite simili e con dimensioni superiori a 1000 chilometri, alcuni perfino confrontabili a Marte o alla Terra.

Nel gennaio del 2015 sulla rivista scientifica Monthly Notices of the Royal Astronomical Society Letters è stato pubblicato il risultato di uno studio condotto in collaborazione fra l'università Complutense di Madrid e quella britannica di Cambridge. I calcoli eseguiti dai ricercatori attraverso una simulazione al computer hanno avvalorato questa ipotesi al punto da farla divenire quasi certezza....." (Cit. dal libro Il Lato Oscuro della Luna).

Come riportato nell'articolo precedente, nel Gennaio 2016, gli stessi astronomi (Michael Brown e Konstantin Batygin) dell'Istituto Californiano di Tecnologia (Caltech), che avevano eseguito i calcoli poi pubblicati sull'Astronomical Journal, avevano precisato che la scommessa più grande sarebbe stata quella di riuscire a vederlo. Il pianeta dovrebbe avere, infatti, una luce debole a causa della sua distanza dal Sole, e si muove in modo estremamente lento, tanto che se anche fosse stato fotografato, lo si sarebbe preso per una stella. Aggiunsero addirittura che poteva già essere su qualche lastra fotografica. Secondo i ricercatori,
Vederlo, dimostrandone l'esistenza in modo incontrovertibile, sarebbe stato quindi il compito di nuovi telescopi, come Lsst (Large Synoptic Survey Telescope), che dovrebbe cominciare a funzionare nel 2019 passando in rassegna tutto il cielo ogni settimana.

Nel successivo mese di Marzo (2016) fu proprio uno dei due astronomi (Michael Brown) con un twit ad annunciare un nuovo passo avanti nella ricerca delle prove dell'esistenza di Nibiru.

Brown, in questa circostanza, rivelò che il corpo celeste in questione dovrebbe avere una massa pari a 10 volte la Terra ma che il pianeta non è solo. Infatti, annunciò la scoperta fatta da una collega canadese di un settimo oggetto celeste che si trova oltre Nettuno, nella fascia di Kuiper, e che anch'esso, proprio come i sei corpi al centro della ricerca pubblicata a Gennaio, ha un’orbita anomala.

Le informazioni riguardanti questi 7 corpi celesti, uno dei quali potrebbe essere Nibiru, erano comunque ritenute ancora insufficienti per poter affermare che l'ipotesi avanzata da Daniel Whitmire dell'Università dell'Arkansas, che vorrebbe il nono pianeta responsabile delle estinzioni di massa sulla Terra era attendibile. Secondo la comunità scientifica, dire che il pianeta è il "disturbatore" che causa periodiche piogge di comete all'interno del Sistema solare è azzardato, anche perché la tempistica dedotta con grande incertezza dai crateri sulla Terra non coincide con la periodicità del pianeta.

La ricerca è proseguita e solo un mese più tardi, nell'Aprile 2016, sono emersi nuovi studi pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics, che hanno fornito nuove caratteristiche di uno (il più grande) di questi corpi celesti.

Secondo l'identikit elaborato Christoph Mordasini ed Esther Linder dell'Università svizzera di Berna, specializzati nella simulazione delle dimensioni dei pianeti esterni al Sistema Solare, il pianeta sarebbe coperto di ghiacci, avrebbe un raggio di 3,7 volte superiore a quello della Terra (poco più piccolo di Urano e Nettuno) una massa 10 volte maggiore e la temperatura di 226 gradi sotto zero.

Secondo l'astronomo Alexandar Mustill, dell'osservatorio svedese di Lund, in una ricerca pubblicata sul sito Arxiv, il pianeta Nibiru potrebbe essere stato "scippato" dal nostro Sole ad un altro sistema planetario. Sarebbe cioè un mondo alieno che un tempo ruotava attorno a un'altra stella. Secondo la ricostruzione, il nostro giovane Sole 4,7 miliardi di anni fa, si sarebbe ritrovato circondato da molte altre giovani stelle, nate dalla sua stessa antica nebulosa. Avrebbe quindi sfruttato la sua attrazione gravitazionale per accaparrarsi questo grande pianeta che probabilmente orbitava nella periferia di un'altra giovane stella. Secondo la comunità scientifica pero, la probabilità della cattura del pianeta alieno è inferiore al 2%.

Ad ogni modo, questo dimostra come la comunità scientifica si sia appassionata a questo tema, ormai non più considerato fantasia. Tant'è che la questione non si è affatto chiusa qui!

Nel Giungo 2016 una nuova ricerca è stata pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Gli astronomi spagnoli Carlos e Raúl de la Fuente Marcos, insieme a Sverre Aarseth, dell'università britannica di Cambridge, hanno confermato che il pianeta Nibiru dovrebbe effettivamente avere una massa 10 volta a quella della Terra, la sua orbita fortemente ellittica durerebbe addirittura tra i 10.000 e i 20.000 anni, che Nibiru non è solo ma in compagnia di altri corpi celesti, e che questi svolgano una funzione importante nella stabilizzazione dell'orbita di Nibiru che, altrimenti, finirebbe per essere espulso dal sistema solare in meno di 1,5 miliardi di anni.

Se le ricerche su Nibiru pubblicate solo negli ultimi 6 mesi, non danno ancora una certezza definitiva, un'altra ricerca fornisce forse un elemento invece più tangibile riguardante le prove della sua esistenza.

La ricerca in questione pubblicata su Nature a Luglio 2016, si è concentrata sulla spiegazione dell'origine del cratere di Ibrium, l'enorme cratere visibile anche a occhio nudo sulla superfice della Luna. I ricercatori della Brown University, negli Stati Uniti hanno dimostrato che il corpo che ha impattato contro il nostro satellite, doveva essere due volte più largo e dieci volte più massiccio di quanto pensato finora.

Con un diametro di oltre 250 chilometri, questo protopianeta poteva rientrare di diritto tra i giganti perduti del sistema solare che hanno formato crateri non solo sulla Luna ma anche su altri pianeti come Mercurio.

Ancora una volta quindi le prove di un impatto cosmico, sebbene qui i protagonisti non siano quelli che hanno portato all'origine della Luna e della Terra come descritto dalle tavole Sumere.

Questo però, prova che il passato del nostro sistema solare è stato molto più turbolento di quanto si riteneva in precedenza, con attori (dei protopianeti) che potrebbero poi essere stati proiettati su orbite ellittiche, dando poi origine a pianeti come Nibiru.

Ma mentre gli astronomi s'interrogano non più sull'esistenza del pianeta Nibiru data ormai quasi per assodata, quanto invece sulla sua origine, gli storici, ma più diffusamente tutti coloro affezionati sostenitori della storia tradizionale, dovrebbero interrogarsi su come facevano i sumeri (e poi tutte le altre civiltà che raccontano di questo pianeta) a conoscere l'esistenza di questo pianeta e addirittura, la storia (anch'essa ormai considerata scientificamente accertata) relativa all'origine del binomio Terra-Luna a seguito dell'impatto cosmico. Quanto ancora dovremo attendere per vedere riconosciuta come ufficiale, la storia raccontata dai sumeri e da moltissime altre civiltà riguardo la visita di antichi visitatori alieni?

Poche settimane fa (Agosto 2016) l'astronomo Guillem Anglada-Escudé, della Queen Mary University di Londra, in uno studio pubblicato su Nature, ha annunciato la scoperta di un pianeta simile alla Terra con condizioni idonee alla vita poiché orbita nella fascia abitabile intorno a Proxima Centauri, basando le sue affermazioni su deduzioni e non su prove certe.

In questo caso, la cautela utilizzata in passato ogni qual volta si è avanzata un'ipotesi alternativa alle teorie ufficiali, non è stata adottata e si è preceduto all'annuncio.

Non sarà mica perché lo studio proviene da un membro della comunità scientifica accreditata?

Per chi vuole vedere con i propri occhi e ragionare con la propria testa, le evidenze storiche dimostrano che la scienza spesso non persegue la conoscenza a prescindere, ma purtroppo anch'essa rimane talvolta schiava di logiche e interessi personali, non riuscendo dunque a progredire nel modo migliore possibile.

Nell'augurarci che una nuova generazione di scienziati e ricercatori intelligenti, curiosi, preparati, capaci e al contempo coscienziosi, possa via via scalzare totalmente queste logiche individualiste facendo prevalere sempre gli interessi collettivi, confidiamo che presto si possa giungere a una revisione completa della storia, la cui visione è anch'essa fortemente condizionata da personalismi, individualismi e valutazioni pregiudizievoli come dimostra la storia di Nibiru.

Il suggerimento che vogliamo dare a questa nuova generazione di scienziati, di qualunque settore della scienza, è quello riprendere e analizzare con maggiore attenzione i testi antichi, alla luce delle conoscenze odierne. Forse riusciranno anche loro finalmente a rendersi conto, che il nostro passato è forse ancora più incredibile del futuro che ci attende.

Stefano Nasetti

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