Sicurezza o Oppressione?

(Questo articolo è stato redatto con brani tratti dal libro "Fact-Checking - la realtà dei fatti, la forza delle idee")

Settembre 2023 – Ancora una volta, come avviene ormai ciclicamente da anni, i mass media mainstrem parlano incessantemente di episodi di criminalità e necessità aumentare la sicurezza. Eppure l’Italia è il quarto Paese più militarizzato al mondo! Allora è legittimo chiedersi: a cosa servono tutti questi poliziotti? Lo Stato vuole realmente diminuire la criminalità o mira solo all'oppressione e alla repressione degli onesti cittadini?

“[…]Dai dati presenti sul portale dell’ONU (aggiornati al 2016), l’Italia risulta essere il quarto Paese più militarizzato al mondo, se si comprende anche il personale delle varie Polizie locali, Polizia Penitenziaria, Guardia costiera e i militari impegnati nell’operazione Strade Sicure, in rapporto al numero di poliziotti (ben 453 ogni 100.000 abitanti) e popolazione. Tra i Paesi del G20 infatti, ci superano soltanto Russia (567) e Turchia (467), Paesi sui quali spesso. vengono manifestate perplessità circa il fatto che siano realmente nazioni democratiche.

Dovrebbe far riflettere anche il fatto che, in questa classifica che vede l’Italia al terzo posto, non ci sono soltanto specchiate democrazie occidentali, ma moltissimi Stati autoritari (come Cina e Arabia Saudita) che hanno bisogno, in teoria, di utilizzare la forza per mantenere l’ordine pubblico e il regime politico certamente non democratico.

Tra i Paesi fondatori dell’Unione Europea, l’Italia guida questa poco lusinghiera classifica ormai da quasi un decennio. In Italia ci sono 453 persone delle forze di polizia ogni 100.000 abitanti. La Spagna (361), la Francia (326) e la Germania (297), ad esempio, sono ampiamente al di sotto di tale dato.[…]. Se si considerano tutti e 35 i Paesi dell’Unione Europea, in special modo quelli dell’ex blocco sovietico o dell’est Europa, […] la media europea sale a 355 poliziotti ogni 100.000 abitanti. […]

A fronte di tale spiegamento di forze e mezzi, si è portati a pensare che lo Stato italiano abbia quindi un effettivo controllo del territorio.Guardando i dati dei crimini però, qualche dubbio a riguardo comincia a sorgere. L’Italia spende quasi l’1% in più del suo PIL, rispetto alla media europea, per le forze di Polizia, senza di fatto ottenere un risultato soddisfacente.

Le Statistiche ISTAT, infatti, impietosamente riferiscono che il nostro Paese ha l’11,7% di reati per 100 mila abitanti in più della media UE, mentre il numero dei poliziotti supera la media del 27,6%.

L’enorme numero degli addetti all’ordine pubblico quindi, non è ascrivibile completamente alla maggior presenza di criminalità. Come si giustifica allora questo dato? Semplicemente con la scarsa capacità di gestione del personale? Con la disorganizzazione territoriale dei vari corpi di Polizia? Con la bassa efficienza e preparazione del personale? Oppure le forze di polizia vengono impiegate non per combattere la criminalità, ma per altre finalità? E quali sono?

Eppure in questo “Stato di Polizia” in cui, come abbiamo fin qui visto, si conferiscono sempre più poteri alle “forze dell’ordine”, quasi ogni Governo negli ultimi 10 anni ha destinato sempre maggiori risorse economiche per aumentare gli organici, senza per altro che l’opinione pubblica percepisse una sicurezza maggiore. Al contrario si sfrutta la paradossale sensazione di una sicurezza in calo, per giustificare l’aumento dell’invasività degli strumenti di polizia e di controllo di massa. Ne sono evidenza le riforme fatte negli ultimi anni attraverso i vari decreti sicurezza[…].

[…]Tutti i provvedimenti miranti ad aumentare la sicurezza emanati dai vari Governi negli ultimi anni, contengono aspetti molto discutibili che sembrano andare a ledere le libertà individuali dei cittadini più che tentare di difenderle, garantirle e preservarle[…]. Un esempio è rappresentato dal […]decreto Minniti (Legge 46/2017) ad esempio, ha introdotto il cosiddetto “DASPO urbano”, simile al provvedimento con cui viene vietato l’ingresso negli stadi ai tifosi violenti. […][…]Altri esempi di leggi a favore delle forze di polizia sono l’impiego dei teaser, le armi ad impulsi elettrici, anche da parte della Polizia Municipale (Legge del 4 Ottobre 2018, n. 113, Decreto Sicurezza, articolo 19), e l’istituzione del reato di blocco stradale, che ulteriormente riduce il diritto di manifestare (si giunge sino a 4.000 euro di multa per “Chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo” sulla base dell’articolo 23 del Decreto Salvini – Legge 113/2018).

Tutte queste disposizioni sembrano inserirsi in un ben determinato percorso di criminalizzazione della povertà, della emarginazione e soprattutto del dissenso. […]

[…]L’impressione che l’elevato e oggettivamente eccessivo numero di poliziotti nel nostro Paese serva per controllare il cittadino più che per difenderlo, è forse stata confermata da quanto accaduto nella prima metà del 2020.

Tra l’11 Marzo e il 3 Maggio 2020, abbiamo visto un dispiegamento di uomini e mezzi di polizia senza precedenti nell’era repubblicana.

Una miriade di posti di blocco, elicotteri, droni e pattuglie in moto, in auto, a piedi e perfino a cavallo, tutti alla caccia di persone di ogni età a spasso nei parchi cittadini, di genitori a passeggio sulla spiaggia con i propri bambini o di fidanzati mano nella mano che non mantenevano la giusta distanza di sicurezza, stabilita da un organismo tanto misterioso quanto assolutamente antidemocratico come il (CTS – Comitato Tecnico Scientifico), e resa “obbligatoria” dal Governo attraverso strumenti legislativi di nuova concezione (come I DPCM, Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) senza forza di legge, eppure spacciati come tale.

Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno, in poco più di un mese e mezzo, sono state controllate, dal personale addetto all’ordine pubblico (sovente impreparato sotto l’aspetto giuridico e normativo) ben 12.360.197 persone (pari a circa il 20% dei 60.359.546 residenti in Italia al 31 dicembre 2019), oltre a 4.798.015 attività commerciali, e illegittimamente multati il 3,9% dei controllati per inosservanza delle varie disposizioni impartite attraverso dei meri atti amministrativi, come i DPCM.

Una vera caccia persecutoria verso il comune cittadino, reo magari di voler godere di quelle libertà umane, fondamentali e democratiche sancite dalla Costituzione o, ancor più paradossalmente, colpevole di voler andare a lavorare per guadagnarsi con fatica la propria sopravvivenza e quella dei propri familiari.

Se tale impegno fosse stato (o fosse) quotidianamente profuso per la caccia ai malviventi veri, latitanti, mafiosi, rapinatori, trafficanti di droga e di esseri umani, sfruttatori della prostituzione, ladri e quant’altro, di cui le Istituzioni possono realmente conoscere tutto o quasi, attraverso gli strumenti informatici, le ormai onnipresenti telecamere a riconoscimento facciale e i software di polizia predittiva, nel giro di poco tempo i livelli di criminalità in Italia, diverrebbero talmente bassi da rientrare ampiamente nella media europea, in modo da poterci permettere il lusso di lasciare la chiave inserita nella serratura della porta di casa. E forse anche le Istituzioni sarebbero “più pulite” o forse addirittura vuote! […]

*Brani dal libro “Fact-Checking – la realtà dei fatti la forza delle idee” (ed.2021)

Stefano Nasetti

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