Anche altri corpi del nostro sistema solare possono ospitare la vita!
Una volta soltanto la Terra era considerata ospitale per la vita, perché solo sulla Terra si riteneva fosse presente l’acqua, elemento ritenuto indispensabile per la presenza di vita (anche se oggi sappiamo con certezza che non è necessariamente così). Negli ultimi anni la questione è radicalmente cambiata e la favola che ci raccontava come fossimo fortunati a vivere su un pianeta unico nell’universo, proprio perché l’unico (certamente nel nostro sistema solare) ad avere acqua, va ormai dimenticata.
Grazie ai dati provenienti dalle varie missioni spaziali oggi sappiamo che c’è acqua (liquida o sotto forma di ghiaccio) sulla Luna, su Marte, sui pianeti nani Cerere e Plutone, su sulla luna di Giove Europa e su quella di Saturno Encelado, solo per citare i corpi celesti del nostro sistema solare.
Oggi a questa ormai lunga lista, includiamo anche Mercurio.
Uno studio, condotto dalla Brown University e pubblicato su Geophysical Research Letters, suggerisce che questo elemento potrebbe trovarsi in determinate aree della superficie butterata di questo apparentemente caldo, brillante e inospitale pianeta.
Nel dettaglio, grandi depositi di ghiaccio superficiale potrebbero trovarsi all’interno di tre nuovi crateri recentemente scoperti e, in misura minore, sparsi intorno al polo nord di Mercurio, sia nei crateri sia nelle zone ombreggiate tra questi ultimi.
L’asse di Mercurio non è molto inclinato, per questo motivo i suoi poli sono poco illuminati e la mancanza di atmosfera mantiene le temperature di queste aree sufficientemente basse da far presupporre l’esistenza di ghiaccio. Queste ipotesi sono state suffragate dalle osservazioni della missione Messanger della Nasa entrata nell’orbita di Mercurio nel 2011. La sonda ha poi terminato il suo compito nel 2015. Gli strumenti a bordo della Messanger hanno così individuato tre nuovi crateri che si espandono per circa 3.400 chilometri quadrati.
Un altro aspetto importante dello studio riguarda i dati sulla riflessione del terreno che circonda i crateri. L’area non è così luminosa come l’interno dei crateri, ma è notevolmente più brillante di molte altre zone della superficie di Mercurio. L’esistenza di questi piccoli depositi di ghiaccio potrebbe aumentare di molto l’inventario del ghiaccio presente sul pianeta.
La ricerca non ha ancora chiarito come il ghiaccio si sia formato, tuttavia la presenza di ghiaccio su Mercurio ipotizzata negli anni ’90, ha trovato un riscontro oggettivo.
Mercurio si aggiunge quindi, alla lista dei luoghi nel nostro sistema solare che hanno acqua sulla sua superficie.
Ciò non significa necessariamente che tutti questi corpi celesti abbiano con certezza ospitato, o ospitino ancora, forme di vita, ma testimonia ancora una volta come le affermazioni scientifiche che ancora oggi sono sostenute e fatte, debbano sempre e necessariamente essere prese soltanto come una delle tante possibilità e non come certezze assolute che non possono essere discusse senza passare per pazzi o visionari. Ciò che sappiamo e di cui siamo capaci, è solo una piccola parte di ciò che esiste. Escludere altre possibilità a fronte di queste limitate conoscenze è assurdo.
Molte delle affermazioni riguardanti soprattutto l’impossibilità dell’incontro con forme di vita extraterrestre, quando fatte in buona fede, sono conseguenza soltanto d’ignoranza scientifica, intesa non in senso dispregiativo ma come idee frutto di mancanza di elementi tangibili e oggettivi oltre (in caso di malafede) che di estremizzazioni ed estensione in modo irragionevole, arrogante, presuntuoso, pretestuoso, fanatico, assolutista e intellettualmente violento della poca conoscenza che ancora abbiamo riguardo molti aspetti scientifici.
Tutto ciò purtroppo non riguarda soltanto la ricerca di vita su altri pianeti, ma anche la nascita e lo sviluppo della vita sul nostro pianeta.
Continuare a sostenere in modo dogmatico le teorie che vedono l’uomo come unica forma di vita su questo pianeta che si è evoluto in modo così intelligente , che le moltissime civiltà umane del passato si siano evolute in modo indipendente ma casualmente tutte nella medesima direzione, sviluppando lo stesso tipo di miti e leggende, la stessa iconografia, lo stesso tipo di religioni, gli stessi elementi costruttivi e architettonici, ecc. equivale a voler continuare a ritenere valida la teoria, ormai chiaramente da considerarsi una vera e propria favola, dell’unicità della Terra, della vita su essa presente e dell’uomo, citata in precedenza.
Lasciamo questo tipo di pensieri oscurantisti soltanto a coloro che dal mantenimento dello status quo traggono profitto e vantaggio.
Per tutti gli altri è forse giunto il momento di abbandonare il pensiero unico, le visioni del mondo preconcette e stereotipate imposte dalle autorità e dai mass media, per imparare a vedere il mondo da prospettive differenti. Solo così potremo riuscire ad evolverci, a migliorare il nostro mondo e a costruire un futuro migliore per tutti.