Hot Corinos: scoperte le fabbriche dei mattoni della vita nell’universo.

In astronomia sono chiamate, con un termine coniato nel 2004, Hot Corinos. Sono regioni che circondano stelle in formazione, ricche di molecole organiche complesse. Tali corpi celesti sono destinati a formare un sistema planetario come il nostro, nell’arco di un miliardo di anni. Se ne conoscono a oggi, solo una dozzina e gran parte delle loro proprietà e caratteristiche erano ancora oggi oggetto di dibattito per la difficoltà di studiarle, essendo avvolte da spesse nubi di polveri.

Nello scorso mese di giugno (2020) però, un nuovo studio guidato da Marta De Simone dell’Università di Grenoble e a cui ha partecipato, tra gli altri, Claudio Codella, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), e I pubblicato oggi sul sito web della rivista The Astrophysical Journal Letters, ha fatto nuova luce su una di queste regioni, scoprendo di fatto, che rappresentano vere e proprie fabbriche dei mattoni della vita.

Grazie alle osservazioni del radiotelescopio Very Large Array (VLA) nel New Mexico, USA, il gruppo di astrofisici ha, infatti, scoperto la presenza di metanolo, una tra le più semplici molecole organiche, attorno a una coppia di stelle in formazione, denominata IRAS 4°, situata in una regione di formazione stellare distante circa 1000 anni luce dalla Terra, in direzione della costellazione di Perseo. Ciò è stato possibile grazie alla decisione impostare il VLA, interferometro radio del National Radio Astronomy Observatory, sulle lunghezze d’onda del centimetro, per captare i debolissimi segnali emessi dalle molecole all’interno del gas che permea le regioni intorno alle protostelle, ovvero stelle giovani ancora in fase di formazione. Lo studio ha confermato che gli Hot Corinos hanno tipicamente le dimensioni del nostro Sistema solare, e sono regioni ricche di molecole organiche complesse che, combinate in molecole prebiotiche, costituiscono il primo tassello alla base della vita. Sebbene queste regioni siano caratterizzate da una temperatura di circa -170 gradi celsius (valori siano ben lontani dalle medie terrestri), secondo gli astrobiologi negli Hot Corinos ci sono le condizioni in grado di innescare una chimica complessa, anche di tipo prebiotico. Grazie all’alto livello di dettaglio delle riprese ottenute dal VLA e alla ricerca delle righe spettrali molecolari alle lunghezze d’onda del centimetro - e non del millimetro come avveniva di solito - nel sistema IRAS 4A è stata confermata la presenza di metanolo (la cui formula è CH3OH), la più semplice molecola della famiglia degli alcoli.  Il risultato delle osservazioni ha confermato l’intuizione iniziale dei ricercatori: le regioni Hot Corinos possono essere considerate una fase obbligatoria nel percorso di crescita di una stella.

I mattoni della vita originati in queste regioni o in questa fase della nascita di una stella, possono giungere poi sugli eventuali pianeti del nascente sistema stellare, o su quelli di altri sistemi trasportati da comete e meteoriti, fino a trovare “luoghi ospitali”, dove poter dare origine alla vita. Ciò è avvenuto anche nel nostro sistema solare? La domanda è più che legittima, giacché la teoria a oggi prevalente nella comunità scientifica, ha sempre affermato che i mattoni della vita si fossero originati sul nostro pianeta e che, sempre sul nostro pianeta, la vita avrebbe poi fatto spontaneamente la sua comparsa. Eppure, sempre più evidenze scientifiche, sembrano suggerire un legame tra la comparsa della vita sul nostro pianeta e il resto dell’universo.

Stefano Nasetti

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