Il primo avvistamento UFO sulla Luna avvenne nel 1668 ed è registrato nell’archivio della NASA

(Questo articolo è stato pubblicato anche sulla rivista UFO INTERNATIONAL MAGAZINE nel numero di Giugno 2021)
 

La NASA (acronimo di National Aeronautics and Space Amministration) è l’agenzia governativa civile degli Stati Uniti d’America, che si occupa del programma e della ricerca aerospaziale. Nonostante sia stata formalmente fondata soltanto il 28 Luglio 1958 e sia operativa soltanto dal 1 Ottobre dello stesso anno, all’indomani della messa in orbita del primo satellite artificiale (lo Sputnik) da parte dell’Unione Sovietica nel 1957, l’agenzia ha fin dall’inizio cominciato a raccogliere e archiviare una mole grandissima di dati riguardanti fenomeni inspiegabili (prima definiti UFO oggi indicati con il più generico acronimo UAP – Unidentified Aerial Phenomenon, ovvero fenomeno aereo non identificato). Molti di questi dati, eventi, o racconti di essi, sono presenti nel “Catalogo cronologico degli eventi lunari segnalati dalla NASA” pubblicamente accessibile dal web, e pubblicato (ovviamente informato cartaceo) già circa cinquant’anni fa.

L’aspetto interessante che emerge subito dalla consultazione dell’archivio governativo, è che la NASA a cominciato a raccogliere questi dati (e quindi ad interessarsi al fenomeno UFO) non semplicemente partendo dalla data della sua istituzione o entrata in funzione (1958), ma si è preoccupata invece di raccogliere eventuali segnalazioni riconducibili a questo fenomeno (o a fenomeni comunque identificati, anche se di possibile origine naturale), andando a ritroso nel tempo. Anche qui appare molto interessante apprendere come non si sia limitata a fermarsi ad analizzare possibili segnalazioni di fenomeni aerei da quando l’uomo ha sviluppato la tecnologia connessa al volo (1903 primo volo dei fratelli Wright), ma abbia voluto andare ancora più indietro nel tempo, fino alla nascita dei primi strumenti scientifici in grado di rilevare questi fenomeni.

Sebbene sappiamo certamente che fin dai tempi più antichi, addirittura dall’età della pietra, e in tutto l’arco della storia umana, l’uomo abbia segnalato avvistamenti di strani fenomeni, sappiamo che fino a tutto il Medioevo, le visioni di questi strani avvenimenti furono quasi sempre attribuiti a manifestazioni divine o al soprannaturale. Infatti, ciò che le persone non potevano comprendere, spiegare e quindi replicare, fu immediatamente elevato al rango di manifestazione divina.Con l’avanzare della società e la nascita di nuove tecnologie, tutto ha cominciato a cambiare e il pensiero critico cominciò a prendere lentamente il sopravvento nella società.

Nel primo vero periodo “moderno”, nel XXII secolo, le persone iniziarono a guardare sempre più alla scienza per cercare risposte. Sorsero così nuove domande a cui il divino e la religione in genere, non erano in grado di dare risposte. Ciò ha riguardato anche a tutto ciò che di inspiegabile si continuava ad osservare nel cielo.Con l’invenzione del telescopio rifrattore nel 1608, le persone diventarono ossessionate dalle stelle, guardando al cielo in cerca di risposte, alla ricerca di indizi nel cielo notturno che aiutassero a rispondere alle domande rimaste senza logiche e razionali risposte per secoli.

Da quando le persone hanno iniziato a utilizzare i telescopi però, anziché trovare risposte hanno trovato più domande. Hanno infatti iniziato a vedere cose che non si potevano spiegare.

Il primo luogo “indagato” attraverso l’osservazione al telescopio è stato indubbiamente la Luna, non fosse altro per le ridotte potenzialità dei primi primitivi telescopi in rapporto alla vicinanza del nostro satellite.Ed è proprio di uno strano avvistamento avvenuto sul suolo lunare, la prima voce presente nell’archivio della NASA.

Quello registrato è ancora uno dei più interessanti avvistamenti UFO sulla superficie lunare, ed ebbe luogo nel 1668 quando il predicatore e colono Cotton Mather vide una strana forma sulla superficie della Luna.Secondo quanto risulta dall’archivio NASA, Mather stava guardando la Luna attraverso un telescopio e quando vide una luce volante (o più propriamente “un punto stellare di luce”) che si spostava sulla superficie della Luna.

Sebbene non sia possibile sapere esattamente cosa vide nel 1668 Cotton Mather, e sebbene esista un vasto numero di fenomeni naturali che possono apparire come luci brillanti nel cielo notturno, l’aspetto interessante è che se non fosse stato per la NASA, questo avvistamento UFO sarebbe finito per essere dimenticato.

È un fatto ben noto che esistono un discreto numero di fenomeni terrestri che possono “materializzarsi” in modo che appaiano come sfere luminose di luce e se, visti da lontano attraverso un rudimentale telescopio, possano apparire come una stella o una luce anomala. Ancora oggi, ad esempio, ci sono molte persone che hanno visto oggetti che non sono in grado di spiegare, mentre osservano il cielo e la Luna dal proprio giardino.

Da misteriosi oggetti a forma di piattino, a luci e ombre che si muovono sulla luna, gli avvistamenti UFO sul satellite naturale della Terra sono diventati una cosa quasi normale, nonostante molti di essi non siano oggettivamente riconducibili a fenomeni naturali e che mostrino invece più propriamente caratteristiche “artificiali”.

Tuttavia, ciò che è significativo in questo avvistamento, è il fatto che una figura religiosa come Cotton Mather avrebbe continuato a riferire un simile avvistamento non come una visione eterea o come una manifestazione divina, ma come un evento astronomico, concreto e tangibile, sebbene sconosciuto.

Anche dopo aver esaminato i rapporti e considerato la loro accuratezza incrociando le informazioni con fonti secondarie, la NASA ha ritenuto questo e altri avvistamenti successivi, come interessanti e degni di nota, al pari di eventi simili segnalati sul lato oscuro della luna, lampi luminosi e luci in movimento.Come si potrebbero spiegare queste strane osservazioni?

Mentre i primissimi modelli di cannocchiali (quelli del primo decennio del 1600) erano molto rudimentali, la tecnologia progredì rapidamente nei decenni successivi, grazie al lavoro di Galileo e Keplero. Aggiungendo una combinazione di lenti convesse, i due astronomi furono in grado di aumentare drasticamente la capacità d’ingrandimento dei telescopi, consentendo l’osservazione del cosmo come mai prima d’ora. Basti pensare che già Galileo fu in grado di vedere alcune lune di Giove, il che significa che deve aver avuto una visione abbastanza chiara della ben più vicina superficie lunare.Dopo l’avvistamento di Mather nel 1668, più persone hanno iniziato a riferire avvistamenti simili sulla Luna.Anche questi avvistamenti sono tutti annotati nell’archivio della NASA.

Molti sono gli eventi annotati nel 1600 che descrivono un punto luminoso simile a una stella che si spostano sulla superficie, dal alto illuminato al lato oscuro della luna, e sono stati osservati da diversi abitanti del New England.Ad inizio del 1700, l’astronomo senese Francesco Bianchini, riporta di aver visto “una traccia di luce rossastra, come un raggio, che attraversava il centro della zona oscura” (cioè in ombra), mentre osservava il cratere Plato, situato nella parte nord-occidentale della faccia visibile della Luna.

Sempre consultando l’archivio NASA, nel 1783 l’astronomo John Herschel, riferì di aver visto luci intense durante un’eclissi, con una magnitudine di luminosità vicina al 4.L’anno seguente, l’astronomo del Re, il reverendo Nevil Maskelyne, riferì alla Royal Society di aver visto “luci nella parte oscura della Luna”.Appena tre anni più tardi, nel 1787, ancora Herschel riferì di aver visto oggetti brillanti come “carbone ardente” spostarsi sulla superficie lunare.

Intorno al 1800, l’astronomo italiano Giuseppe Piazzi riporta di “punti luminosi sul lato oscuro della Luna, visti durante cinque diverse lunazioni” (la lunazione è l’intervallo di tempo tra due consecutivi ritorni della luna alla stessa fase ed è pari circa a 29 giorni), quindi nell’arco di quasi 5 mesi (un tempo davvero troppo lungo per pensare che potesse trattarsi del passaggio di una pioggia di asteroidi o fenomeni simili!

Nel novembre 1821, lo stesso Herschel riferì ancora una volta di aver visto strane luci “tre volte di seguito”.Sempre nello stesso anno, anche l’astronomo tedesco Franz Von Gruithuisen riferì di aver visto “brillanti punti lampeggianti” sul lato oscuro della Luna.

Nel corso del tempo, in epoca moderna, alcuni astronomi hanno provato a spiegare queste strane luci come il prodotto di eruzioni solari o espulsioni di massa coronale, che producono scintille nelle regioni oscure della superficie lunare. Si ritiene infatti, che queste scintille abbiano un impatto pari a quello di un meteorite, creando presumibilmente i lampi osservati. Ciò è plausibile nei casi in cui le luci riguardino diffusamente tutta la superficie lunare.

Tuttavia nei documenti Nasa, sembrano invece esserci alcune aree con illuminazioni ricorrenti, in particolar modo attorno al cratere Aristarco, situato a nord-ovest della parte visibile della Luna. Sostanzialmente le “luci lampeggianti” che si spostano dal lato illuminato al lato oscuro della luna, in una “mescolanza di tutti i tipi di colori in piccoli punti”, con una “luce simile a una stella” persistono da centinaia di anni, e sono state avvistate anche durante le eclissi.

Nel suo archivio, la NASA fa un breve accenno alla valutazione di queste strane luci osservate sul lato oscuro della Luna, dicendo che compaiono frequentemente nelle osservazioni fatte nei secoli scorsi, avanzando l’ipotesi che fossero dovute alla scarsa capacità di raccolta della luce dei telescopi dell’epoca.

Eppure, i telescopi dell’epoca divennero già sufficientemente sofisticati (specialmente nel XIX secolo) da poter consentire accurate osservazioni della superficie Lunare. Affermare dunque che anche i fenomeni osservati a partire dal 1800 siano frutto di osservazioni primitive, costituisce un insulto alla storia, all’astronomia e alla logica. Che senso avrebbe annotare queste anomale osservazioni e annoverarle tra i fenomeni osservati sulla Luna, se poi si afferma che non sono attendibili, poiché frutto di errori di osservazione?

Tant’è che ancora oggi, le luci osservate attorno al cratere Aristarco, sono confermate dalle moderne osservazioni fatte dagli astronomi del Goddard Space Flight Center della stessa Nasa. Le spiegazioni riguardo l’origine di queste luci colorate sono molteplici, e vanno dalla presenza di materiale roccioso particolarmente riflettente, a rilascio di gas radioattivo dal sottosuolo lunare.

Tuttavia, come già accennato, il fatto che la NASA abbia ritenuto annotare tutte queste osservazioni di fenomeni anomali registrate anche nei secoli passati è certamente interessante, dal momento che analoghe osservazioni furono riportate anche dagli astronauti in viaggio verso la Luna durante i programmi Gemini e Apollo, oltre che da diverse missione Shuttle, nei decenni successivi.

Stefano Nasetti

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