La censura sta arrivando (anche) su Amazon.

Negli ultimi anni la possibilità di esprimere la propria opinione in modo sereno si è sempre più ridotta. Se due decenni or sono, con l’avvento e la diffusione dei social network, sembrava essere di ormai tramontata, secondo molti, la possibilità di reprimere il pensiero critico nei confronti del potere costituito di qualunque natura fosse, politica, scientifica, economica, poiché la “gestione” della circolazione delle idee non era più ad appannaggio esclusivo di chi controllava TV e giornali, gli ultimi anni hanno dimostrato, senza timore di smentita, che il mondo aveva velocemente virato verso la strada opposta.

I social network e tutti gli altri strumenti tecnologici che avevano reso le comunicazioni più semplici, rapide ed economiche apparentemente a vantaggio di tutti, come le varie applicazioni per i telefoni cellulari, dai classici WhatsApp, Telegram, Signal ai vari negozi on-line come Amazon ad esempio, si sono invece rivelati come i più pervasivi e pericolosi strumenti di controllo che l’umanità abbia mai concepito e avuto a disposizione. E così, non è stato poi tanto difficile vedere, con il passare dei mesi, come anziché favorire la libertà di pensiero ed espressione, è oramai utilizzato (o potenzialmente utilizzabile) come strumenti di profilazione, che serve poi a orientare e convogliare, più o meno esplicitamente, verso il pensiero unico dominante. Questo fino al 2020, quando un giro di vite alla limitazione della libertà di pensiero ed espressione è stato globalmente attuato attraverso ogni mezzo disponibile e i social network e la rete, più in generale, da strumenti di libertà sono palesemente diventati strumenti di propaganda, prima, e censura e oppressione poi.

Il numero di profili social chiusi perché si esprimevano opinioni divergenti, si sono moltiplicati esponenzialmente ed hanno superato il numero di siti internet, pagine e canali social che negli anni precedenti erano già finiti sotto la lunga mano della censura, solo perché cominciavano ad avere un “eccessivo” (per qualcuno) seguito, diffondendo segreti, teorie o idee che erano ritenute “pericolose”, perché stimolavano le persone a pensare autonomamente e a formare un pensiero critico.

Negli ultimi tre anni, a seguito dell’adozione di algoritmi e automatismi che vengono a torto definiti di “intelligenza artificiale”, la cesura era ormai divenuta sistematica ovunque al punto che il linguaggio degli utenti è dovuto cambiare. Guai a pronunciare parole proibite come “vaccini” o “vax”, guai a parlare di “covid”, di “sieri genici”, di “reazioni avverse” o “sperimentazione di massa”. Digitare queste parole in un proprio messaggio su un qualunque social network, da Facebook a Instagram, parlare esplicitamente o criticare provvedimenti governativi (tutti lesivi delle libertà fondamentali) utilizzando quelle parole, significava avere la certezza matematica di vedere sospeso il proprio account social, se non addirittura vedere cancellato l’intero canale o l’account stesso. Così, sempre più frequentemente negli ultimi anni, per provare a continuare a esprimere compiutamente il proprio pensiero, si è tornati apparentemente all’antico, cioè all’editoria classica: il libro.

Questa scelta è stata intrapresa quasi da tutti quelli che, vedendosi impossibilitati nell’esprimere pubblicamente e legittimamente la propria opinione, avevano la volontà di continuare a tentare di fare informazione e far emergere realtà non gradite allo status quo. Chiaramente, chiunque abbia realmente intrapreso la strada della pubblicazione editoriale si è inevitabilmente scontrato con una realtà altrettanto chiara e tangibile, quella cioè che tutte le maggiori case editrici sono di proprietà degli stessi potentati economici che controllano le testate radio, tv e giornalistiche mainstream che, da sempre, ben si guardano dal pubblicare, dare spazio e visibilità a qualcosa di realmente “pericoloso” al sistema.

In un quadro, quello del mercato editoriale, che è molto più complesso di quanto si possa pensare, in molti per la pubblicazione dei propri scritti, si sono dovuti perciò affidare a case editoriali realmente indipendenti (e sono davvero poche) ma molto più piccole, che comunque non possono, per diversi motivi che non sto qui ad approfondire e spiegare, garantire la stesse visibilità e distribuzione delle case editrici più grandi e famose. Tuttavia, la tecnologia che è diventata, come detto, un’arma per il controllo di massa e il soffocamento del pensiero divergente, ha permesso anche a queste piccole case editrici, di distribuire in modo efficiente. Come? Attraverso Amazon e altri store on-line.

La maggioranza dei libri, sia in formato elettronico sia in formato cartaceo, oggi è venduta, almeno in Italia, attraverso questi canali. Su Amazon, nello specifico, avvengono quasi 7 vendite su 10 del mercato editoriale. L’enorme mole di prodotti editoriali presenti su Amazon rende il mercato editoriale in rete molto concorrenziale. Tra gli oltre 900.000 mila titoli (solo in italiano), farsi notare per una piccola casa editrice o, a maggior ragione per uno scrittore indipendente (cioè quello che autopubblica i propri scritti senza passare per un editore terzo) è realmente molto difficile.

Nel corso del tempo, si può dire, fin da quando esistono questi negozi on-line, per provare a portare almeno a conoscenza del pubblico l’esistenza dei propri libri, i vari siti organizzano delle campagne promozionali a cui le varie case editrici o gli scrittori indipendenti, rispettando determinati vincoli, possono aderire. I titoli scelti sono poi proposti agli utenti iscritti a quella piattaforma o erano comunque “promossi” in specifiche campagne pubblicitarie. Fino a pochi mesi fa, i vincoli imposti per la partecipazione a queste campagne promozionali, si limitavano al rispetto di una determinata categoria editoriale (saggistica, o narrativa, su Amazon definita “non fiction”), a sottocategorie (storia, scienza, fantascienza, archeologia, astronomia, politica, economia, ecc.) e a limiti di prezzo di vendita.

Rispettando questi semplici vincoli perciò, negli ultimi tre anni, la censura social e mainstream era stata in qualche modo aggirata, anche se in minima parte, dal momento che purtroppo in Italia solo 1 persona su 10 legge almeno un libro all’anno, e la maggioranza dei lettori preferisce letture di narrativa alla saggistica. Ciò nonostante, l’aumento delle fonti che hanno continuato a divulgare realtà e idee scomode al sistema attraverso la pubblicazione di libri, si è fatta comunque sempre crescente.

A partire dal gennaio 2023, Amazon ha improvvisamente cominciato a circoscrivere la possibilità di potersi candidare alle campagne promozionali e ottenere così la visibilità necessaria alla divulgazione dei propri scritti, delle proprie idee, delle proprie riflessioni, delle proprie informazioni, inserendo una serie di circostanziate limitazioni. Nelle email che ormai mensilmente giungono a tutte le case editrici e agli scrittori auto pubblicati che hanno titoli distribuiti anche tramite Amazon, si legge:

“Le promo sono riservate alle sole edizioni ebook e pubblicate in lingua italiana su Amazon tramite ****. Eventuali candidature di titoli a)di lingue diverse dall'italiano, b)non pubblicati su Amazon tramite ****, c)oppure edizioni cartacee saranno scartate automaticamente.

  • NON puoi candidare lo stesso ebook a più promozioni.
  • Puoi candidare solo ebook che hanno almeno 2 recensioni su Amazon store e un punteggio pari o superiore a 3,5.
  • Gli ebook appartenenti alla macro categoria NON Fiction verranno scartati automaticamente, se contengono:
  1. contenuti religiosi,
  2. contenuti a tema Covid 19, pandemie, vaccini, disastri naturali e non,
  3. contenuti politici,
  4. contenuti legati alle teorie del complotto,
  5. contenuti legati alla guerra, violenza e droghe.”

È abbastanza evidente cosa si vuole limitare e quali argomenti non si vogliono promuovere. Nel caso ci fossero dubbi, oltre a tutti quelli che fanno capo alla vicenda Covid e vaccini, oggetto delle nuove limitazioni sono praticamente tutti quelli che possono risultare particolarmente sgraditi al sistema, come disastri naturali (quindi tutto ciò che potrebbe poi portare a parlare di scie chimiche, terremoti artificiali, o a confutare le cause del famigerato cambiamento climatico), politica (quindi tutto ciò che potrebbe costituire una critica al sistema politico attuale e alle decisioni prese negli ultimi decenni, specie negli ulti tre anni), e a tutto quello che non è allineato alla narrativa dominante in qualunque settore e che è genericamente raccolto nella voce “teoria del complotto”, mentre, al contempo appaiono ben accette, in quanto non indicate nell’elenco degli argomenti vietati, tutti i libri che promuovono ideologie discutibili, come quella LGBTQ.

Se è vero che ciò potrebbe essere limitante anche nei confronti di chi scrive di questi argomenti a favore della narrativa governativa e mondiale, è altrettanto vero che in genere, tutti gli scrittori allineati non hanno poi tanti problemi a vedere pubblicati e promossi i propri libri dalle grandi case editrici, che continuano a garantire grande visibilità e grandi vendite. Avete mai visto un virologo (o presunto tale), un politico o un economista filogovernativo pubblicare un proprio scritto con una casa editrice diversa da quelle che fanno capo ai tre quattro grandi gruppi editoriali? Chiaramente no, ed è quindi molto evidente che queste nuove limitazioni adottate (al momento solo) dal loro principale canale di vendita, cioè Amazon, rappresentano un chiaro tentativo di limitare la divulgazione dei propri scritti, delle proprie idee, delle proprie riflessioni, delle proprie informazioni per tutti gli scrittori e editori realmente indipendenti.

È bene precisare che tali limitazioni riguardano soltanto la promozione delle versioni elettroniche dei libri (quelle cartacee non sono mai oggetto di promozione per motivi legati ai costi di stampa che non consentono ribassi rispetto al prezzo di copertina) e che i titoli continuano, almeno al momento, a essere distribuiti anche su Amazon, tuttavia è abbastanza chiaro che l’impossibilità di promuovere i propri titoli sul principale canale di vendita, e nonostante siano già ampiamente penalizzati in tutti gli altri canali tradizionali di vendita e promozione, rappresenta, di fatto, un vero e proprio tentativo di censura, forse primo segnale che potrebbe addirittura far rivivere notti buie del passato in cui intere biblioteche di libri "non graditi" furono dati alle fiamme.

Anche tutti i miei libri “Il lato oscuro della Luna”, “Il lato oscuro di Marte – dal mito alla colonizzazione” e soprattutto il mio ultimo lavoro, edito nel 2021, dal titolo “Fact Checking - la realtà dei fatti, la forza delle idee” trattando molti degli argomenti ormai messi all’indice, non sono, per i motivi sopra ampiamente descritti, più pubblicizzati (benché ancora in vendita) su Amazon, nonostante abbiano tutti moltissime recensioni e una valutazione media dei lettori di 4,5 stelle su 5.

L’invito che faccio a chi sta leggendo queste righe, oltre che quello di leggere sempre e continuare a imparare, è di sostenere tutti le voci libere e indipendenti, acquistando i libri in qualunque formato, sia elettronico sia cartaceo, su altre piattaforme online o nelle librerie fisiche. Se vuoi sapere come e dove, puoi leggere qui.

La difesa della libertà di pensiero ed espressione è essenziale per la costruzione di un futuro migliore.

  • La libertà deriva dalla consapevolezza, la consapevolezza dalla conoscenza, la conoscenza (anche) dall’informazione, dallo studio e dalla lettura senza pregiudizi ... (Stefano Nasetti)
  • L’unica azione che può sempre rappresentare il concetto di libertà fino a farla considerare sinonimo della stessa è il pensare (Stefano Nasetti)
  • Il libero pensiero è necessario per il progresso dell’umanità (Stefano Nasetti)

Stefano Nasetti

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