La Repubblica delle menzogne

Art.1 della Costituzione italiana: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” (articolo in vigore dal 2 giugno del 1948).

Aggiornamento del 16 ottobre 2021: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sulla sul lavoro  sulla menzogna”.

Solo una provocazione?

Il mondo è ormai pieno di menzogne o, per utilizzare una parola molto in voga in ambito giornalistico negli ultimi anni, è pieno di fake news! È un fatto inconfutabile che nessuno può ignorare quando guarda il mondo che lo circonda.

Tutte le persone dovrebbero fondare la propria opinione sui fatti concreti, conosciuti e raccontati in modo più completo e obiettivo possibile, per poi poter elaborare su di essi le proprie idee e la propria visione della realtà.

Tuttavia, è ormai (cattiva) abitudine, se non addirittura divenuto un atteggiamento proprio della cultura odierna, preferire “affidarsi” alle affermazioni di una persona (dall’amico della porta accanto, al cugino di un conoscente, “dall’esperto” del momento invitato nel salotto televisivo alla star della Tv, o al campione dello spot che si presta per diffondere il messaggio “di Stato” esattamente come fa quando pubblicizza un prodotto commerciale, dal giornalista di fama nazionale fino al rappresentante di una qualche “Autorità”, che sia un Ministro, il Presidente del Consiglio o addirittura quello della Repubblica), anziché andare a verificare la veridicità delle affermazioni appena ascoltate. Insomma si preferisce “credere” piuttosto che “sapere”.

Il sistema (dis)educativo a cui siamo stati (e siamo) sottoposti fin da bambini, ci suggerisce di fare affidamento sempre sui nostri maestri, di avere fiducia nelle autorità, di affidarsi agli esperti e non a quanto ascoltato da altre persone che non hanno, nella visione comune dell’opinione pubblica, la medesima  autorevolezza o autorità. Questo sistema insegna insomma al valutare le cose per come appaiono piuttosto che per come in realtà sono.

Se è vero che in teoria una persona che ha studiato e lavora in un determinato ambito dovrebbe essere mediamente più informata della materia riguardante la sua area di competenza, nella realtà dei fatti, e anche a causa del sistema (dis)educativo a cui ho fatto cenno, ma anche a causa di tantissimi altri fattori (che puoi scoprire leggendo qui) quali l’idea relativista di cui la società è oggi permeata in tutte le sue parti (con tutto ciò che ciò determina in termini di perdita di valori assoluti), l’umanità e la coscienza, l’affidabilità di moltissime persone è ormai fortemente compromessa.

Come ripeto ormai da anni, “il titolo di studio non è sinonimo di cultura e la cultura non è sinonimo di intelligenza”. Negli ultimi 18 mesi ciò è emerso più chiaro che mai. Se prendere coscienza di questo sarebbe ampiamente sufficiente per cominciare a scegliere di “sapere” anziché soltanto di “credere”, purtroppo l’idea di affidarsi completamente al parere “dell’esperto” o “dell’autorità”, continua ad essere molto radicata nella testa di gran parte dei cittadini italiani, sempre più spesso inconsapevoli e in balia di manipolazioni linguistiche, tecniche di controllo sociale, di disinformazione e propaganda.

Oltre al sistema (dis) educativo e all’ideologia relativista infatti, anche la consapevolezza dell’importanza che il linguaggio (dall’uso di singole parole, al ricorso alle tecniche di manipolazione linguistica e di comunicazione) assume nel racconto di un fatto e nella comunicazione di un’informazione, è un qualcosa da cui, al giorno d’oggi, non è più possibile prescindere se si vuole veramente riappropriasi della propria vita, del proprio destino e della propria libertà.

Se la tutela delle proprie libertà e dei propri diritti passa inevitabilmente attraverso la consapevolezza e quindi attraverso la conoscenza, il “sistema” (Autorità, mass media mainstream, sistema educativo - o scolastico/universitario) propongono esclusivamente soluzioni elusive del problema. Propongono cioè ai cittadini, liste di “canali affidabili” o, ancor peggio, vere e proprie “liste di proscrizione” in cui i canali inseriti andrebbero addirittura banditi. Il “sistema” (inteso ovviamente come “sistema di potere” che include non soltanto quello politico, ma anche quello economico e ideologico, di evidente matrice progressista e neoliberista) cerca di combattere la disinformazione non con l’aumento della cultura e della consapevolezza delle persone ma, al contrario, cercando di rafforzare la dipendenza cognitiva di quest’ultime nei confronti del “sistema” stesso. Questo perché la libertà nuoce gravemente allo status quo.

Tutti noi conosciamo persone che reputavamo o consideriamo ancora intelligenti, ma che sono oggi incapaci di argomentare in modo preciso, circostanziato, oggettivo e coerente le proprie idee o la propria visione delle cose, quando queste esulano dal proprio campo specifico di “competenza” o preparazione professionale. Eppure ci sono aspetti della vita che riguardano tutt, e che non si dovrebbero non conoscere o conoscere con superficialità. Com’è possibile che un cittadino adulto non conosca i propri diritti, non conosca la Costituzione, non sappia nulla di come funzionano le istituzioni, non conoscono la differenza tra un atto amministrativo e una legge? Com’è possibile che non conosca le nozioni basi dell’economia?

Ciascun individuo vive in un contesto sociale che va oltre i confini della propria abitazione privata. Com’è possibile che una parte cospicua se non addirittura maggioritaria della popolazione, viva all’interno di un contesto sociale di cui non conosce le regole e purtroppo, non è neanche interessata a sapere?

In questo disarmante contesto sociale, oggi in molti si riempiono la bocca di termini di cui non conoscono né il significato, né i principi su cui si fondano. Alcuni esempi riguarda il quotidiano abuso che si fa della parola “fascismo” (con cui oggi praticamente si etichetta ogni azione o atteggiamento contrario al pensiero unico prevalente) contrapposta sovente alla parola “democrazia” o”democratico” a cui si fa sempre più a sproposito riferimento, sovente autodefinendosi”democratici”, o che viene utilizzata quasi come sinonimo di “volontà della maggioranza”..

È così, che in questo Paese, è diventato possibile ascoltare veramente di tutto da tutti, da improvvisati esperti del momento così come da cariche istituzionali che si lanciano in affermazioni del tutto false e perciò fuorvianti dell’opinione pubblica. L’Italia è diventato un esempio nel mondo per quanto riguarda le fake news?

Quanto fino ad ora qui esposto potrebbe apparire come una semplice opinione. Siccome però, come detto, tutti dovremmo fondare la nostra conoscenza della realtà, sui fatti e non sulle opinioni, è opportuno fare qualche esempio concreto di disinformazione.

L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire. Non ti vaccini, ti ammali e muori, non ti vaccini e contagi” Mario Draghi – Presidente del Consiglio dei Ministri 22 luglio 2021. FALSO!

Dai dati disponibili (e visibili a tutti) sul sito del Ministero della Salute (dunque sito ufficiale) visionabili a questo link https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-dashboard, emerge chiaro che a fronte dei 4.716.520 casi ufficiali di positivi al virus SARS-COV 2 (Covid19 è solo il nome della malattia) in Italia, i deceduti (al 16 ottobre 2021) sono stati 130.828. A fronte di questi dati ufficial vanno fatte delle doverose sottolineature prima di dimostrare la falsità delle affermazioni del Presidente del Consiglio Italiano.

Innanzitutto, il numero dei deceduti è dichiaratamente sovrastimato, per stessa affermazioni delle autorità stesse (vedi a, ad esempio, la conferenza stampa del Governatore del Veneto Luca Zaia, del 27 agosto 2020). In secondo luogo contrarre il virus (cioè essere positivi) non significa essere malati. La definizione di “malato” è ben specificata in ogni manuale di medicina, nonché sul sito dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Per poter essere considerati “malati” bisogna sviluppare una sintomatologia sufficientemente chiara da poter essere attribuita ad una determinata malattia. Già dalla semplice analisi di questi numeri è evidente che l’affermazione del Presidente Draghi è del tutto infondata, dal momento che l’entrare in contatto con il virus SARS-COV2, non significa affatto morire. Infatti, se volessimo comunque prendere come esatti i dati ufficiali del Ministro della Salute, dall’infografica tratta dal sito citato in precedenza (che riporto qui sotto per semplicità, proprio perché so che in pochi andranno a verificare) è possibile a tutti appurare che il 75% dei positivi (media tra tutte le fasce di età) non sviluppa mai la malattia in modo sostanziale ed evidenti (casi asintomatici e paucisintomatici), quindi non si ammala mai! Affermare che “se non ti vaccini ti ammali” è quindi palesemente e colpevolmente FALSO!

Sempre dai dati ufficiali, è possibile verificare il tasso di mortalità (rapporto tra popolazione totale e decessi dovuti a una specifica malattia) e quelli di letalità (rapporto tra contagiati e decessi) sono rispettivamente dello 0,216% e dello 2,77%. I dati sono questi e sono stati sempre questi, fin dall’inizio della “pandemia”. Non c’è stato alcun sostanziale mutamento della situazione complessiva, mai neanche dopo l’introduzione dei tanto incensati vaccini. Sul medesimo sito è possibile verificare tutto ciò grazie alla possibilità di consultare lo storico delle infografiche. Affermare quindi che “se ti ammali muori” è FALSO! Così come lo è affermare (ciò viene fatto quasi quotidianamente dai virologi, o pseudo tali, e giornalisti compiacenti) che i numeri di oggi così bassi sono stati ottenuti grazie ai vaccini (la campagna vaccinale è iniziata circa un anno dopo la dichiarazione dello stato di emergenza), ma la mortalità e la letalità complessiva del virus è rimasta immutata ed è inoltre la stessa in tutto il mondo (in alcuni Paesi con un tasso di vaccinazione inferiore al nostro è addirittura minore…).

 

Sui bugiardini dei vaccini attualmente in uso (Astra Zeneca, Moderna, Johnson & Johnson e Pfizer), foglietti illustrativi scaricabili in italiano da tutti facilmente dai siti di EMA (Agenzia Europea del Farmaco) e AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) oltre che da quello delle varie industrie farmaceutiche, è scritto in modo chiaro e comprensibile a tutti quelli che abbiano almeno la licenza di scuola elementare, che “i vaccini NON sono utili a contrastare la diffusione del virus SARS-COV2, mentre sono utili solo a prevenire - con un’efficacia che varia da farmaco a farmaco e da soggetto a soggetto - l’insorgere della malattia Covid 19”, quindi il vaccinato contagia in egual misura (ci sono diversi studi scientifici che lo attestano) del non vaccinato! (Scarica qui il bugiardino del Pfizer). Affermare che “chi non si vaccina contagia” lasciando intendere che chi invece si vaccina non lo fa è una FRODE COMUNICATIVA, e quindi una fake news! Questa falsa affermazione ha lo scopo di instillare l’odio tra la popolazione vaccinata e quella non vaccinata. SI tratta quindi di un vero e proprio atto terroristico da cui ogni essere umano democratico dovrebbe prendere le distanze, e che andrebbe perseguito nelle sedi opportune dalla Magistratura (ma dove?).

Un’altra cosa che si sente spesso ripetere ormai ovunque, da medici o “esperti” invitati nei salotti televisivi, da politici e, di conseguenza da moltissime persone educate al “credere”, che “il vaccino è l’unica arma che abbiamo”. FALSO! Fin dal maggio 2020, quindi ancor prima che si cominciasse anche solo a studiare possibili vaccini,  molti medici in tutto il mondo avevano trovato medicinali e protocolli di cura efficaci contro la Covid19. È emerso in modo inconfutabile (c’è un'inchiesta della Magistratura tutt’ora in corso) che l’AIFA e il Governo tramite il CTS (Comitato Tecnico Scientifico) hanno rifiutato la donazione a titolo gratuito di alcuni farmaci anticovid, per poi acquistarli solo un anno più tardi, oltre ad aver volutamente ignorato (o addirittura insabbiato) le segnalazioni di altri protocolli di cura con farmaci già noti, al fine di favorire la campagna vaccinale.

Ma se dalle Autorità politiche e scientifiche sono arrivate quotidianamente e senza soluzione di continuità, vere e proprie menzogne nel corso di  questo ultimi due anni circa, la stampa, e più in generale i mezzi di informazione mainstream, sono stati il vero mezzo di diffusione di false informazioni.

Di esempi se ne potrebbero riempire centinaia di pagine ma voglio, in questa sede soltanto evidenziarne uno di grande attualità.

A fine Luglio 2021, le autorità politiche hanno cominciato a paventare la possibilità (poi verificatasi da lì a breve) di estendere l’uso del green pass (leggi realmente cos’è e a cosa serve qui) a tutti i lavoratori pubblici e privati. A seguito dell’annuncio dell’emanazione di un decreto legge in tal senso, fatto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi alla fine di Agosto, i giornali hanno, nei giorni seguenti, cominciato a pubblicare articoli basati su numeri totalmente inventati. Cosa dicevano gli articoli? Come possiamo affermare che i numeri erano falsi?

Prendo ad esempio soltanto un paio di testate, le prime che escono fuori facendo una ricerca su interne (ma ce ne sono a decine)t, sui titoli di quei giorni.

Il Sole 24 ore, sul suo sito web, in data 18 settembre 2021 titolava “Scossa sui vaccini: la corsa al green pass fa volare le prenotazioni”. Sullo stesso tenore i titoli di tutte le altre testate mainstream, da quelle più famose e rinomate, a quelle meno popolari (ma comunque attigue al pensiero unico ufficiale), come ad esempio il QuotidianPost.it che titolava “Obbligo di green pass: è corsa ai vaccini in tutta Italia”. L’ADN Kronos titolava “Vaccini, Speranza: "Effetto Green pass su prenotazioni, c'è accelerazione"

 Questi titoli erano supportati da un effettivo aumento delle vaccinazioni col il fine di richiedere il green pass?

A distanza di un mese, è stato possibile verificare tramite i dati ufficiali presenti sul portale del Ministero della Salute, al www.dgc.gov.it/spa/dashboard/ che presenta il grafico dei dati relativi alle richieste giornaliere di emissione di green pass (vedi qui sotto), con l’evidenza se queste erano fatte sulla base di una guarigione dalla Covid19, a seguito della somministrazione dei vaccini (il green pass viene erogato solo dopo 14gg dalla prima somministrazione) o a seguito di un tampone negativo.

 

La tabella non ha lasciato scampo alle speculazioni, evidenziando quanto falsa sia stata la comunicazione fatta nelle settimane precedenti, e come i dati raccontati negli articoli e relativi agli effetti che il decreto legge, che ha esteso l’obbligo di certificato verde a tutti i lavoratori, ha avuto sulla campagna vaccinale.

Come è evidente nel corso delle settimane, ed in particolare con l’approssimarsi dell’entrata in vigore del decreto (15 ottobre 2021), si sia registrato un graduale aumento di Green Pass emessi, ma che a tale incremento non corrisponde un aumento del numero delle vaccinazioni che, invece, costituiscono soltanto una parte assolutamente minoritaria delle richieste di rilascio, motivate nella stragrande maggioranza dei casi, da tamponi negativi. Affermare quindi che il Green Pass sul lavoro ha determinato un netto incremento e un’accelerazione della campagna vaccinale è assolutamente FALSO!

Insomma, se autorità politiche, scientifiche e i mezzi di informazione mainstream hanno fornito ampia dimostrazione di come le vere menzogne, le false notizie, le fake news da cui guardarsi e che costituiscono la reale minaccia alla corretta comprensione dello stato delle cose e del mondo che ci circonda, provengano proprio da chi dovrebbe cercare di difendere e tutelare i cittadini, e non dai siti di controinformazione. Sono gli stessi dati ufficiali a confermarlo, senza tema di smentite.

Se vuoi saperne di più sul sistema (dis) educativo applicato da decenni, sui metodi di disinformazione applicati ai nostri giorni, sull’importanza del linguaggio, su come si sia diffuso il relativismo che oggi permea la nostra società, sul perché ci troviamo in un epoca di post-verità, su come la scienza abbia fatto ad assurgere ad elemento guida della società e sullo stato della democrazia in Italia, ti invito a leggere (così come hanno già fatto molte altre persone), il libro “Fact-Checking, la realtà dei fatti la forza delle idee” così da poter acquisire consapevolezza sulla realtà odierna, ed entrare a far parte di quel sempre più numeroso gruppo di persone che oggi ha compreso i tempi che stiamo vivendo e ciò che il futuro sembra volerci riservare, se continueremo a percorrere questa strada.

A oltre settant’anni dall’inizio della Repubblica italiana, una volta fondata sul lavoro, oggi possiamo senza tema di smentite affermare che l’Italia è una Repubblica fondata sulle menzogne, diffuse a mezzo stampa soprattutto dalle autorità di ogni tipo, al fine di soggiogare la popolazione eliminando con l’ormai classica scusa della sicurezza, le libertà derivanti dai diritti umani fondamentali e democratici.

Stefano Nasetti

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