La triste e desolante realtà della società italiana


Agosto 2021. Dopo circa un anno e mezzo dall'inizio dell'emergenza democratica e del Colpo di Stato perpetrato ai danni dell'intero popolo italiano, frequentando il web, continuo a vedere (purtroppo) nei vari post, negli articoli e nei video di denuncia o che suggeriscono azioni di disobbedienza civile, e  nei commenti  (come quello, ad esempio, circolato subito dopo ferragosto sul web, in cui si parlava della lettera di contestazione del green pass da parte dei "militari" che non posso più mangiare nelle mense), che ognuno sembra muoversi soltanto in funzione della tutela dei propri interessi o di quelli della propria categoria di appartenenza, chiedendo aiuto agli altri, perché ciascuno ritiene di essere più penalizzato di altri.
Ora, pur ritenendo legittimo che si cerchi di tutelare i propri interessi, ritengo tuttavia ancora molto desolante che, ad oltre un anno e mezzo dall'inizio palese (perché in realtà sono circa trent'anni che è iniziata la lesione dei diritti umani fondamentali) di questa situazione, ognuno continui a pensare solo a sé. Sembra che in larga parte non si sia ancora compreso che la questione riguarda tutti indiscriminatamente.

Sottolineo questo aspetto ancora una volta (non me ne vogliate) così come già fatto in altri articoli, perché appare chiaro e evidente che manca ancora lo spirito di unione tra i cittadini, che quindi non si sentono semplicemente tali e perciò parte di una comunità nazionale ma, prima che "cittadini italiani" ed esseri umani probabilmente si sentono docenti, sanitari, ristoratori, clienti di centri sportivi, membri delle forze armate, ristoratori, albergatori, musicisti, attori, ecc.

Qualcuno mi potrebbe dire: e allora? Quale è il problema?
Il problema che (come ha già potuto constatare chi ha frequentato settimanalmente tutte le manifestazioni) in piazza queste persone scendono solo quando sono toccate personalmente dalle disposizioni dittatoriali e, cosa ancora più grave, ci rimangono solo fino a quando i loro problemi (o quelli della loro categoria) non vengono risolti, dopodiché ti giri e non ci sono più.

Questo atteggiamento oltre ad indicare che in Italia, in una larghissima fetta di popolazione regna l'individualismo e il relativismo tipici del pensiero neoliberista proposto da decenni da Stato, TV e media mainstream, è ormai del tutto assente una reale cultura democratica, e un sentimento di unione nazionale. Una realta triste e desolante che sembra essere tutta italiana dal momento che, in altri Paesi, la mobilitazione popolare è stata di gran lunga superiore!

I motivi sono chiari e invito chi volesse approfondire a leggere il libro "Fact checking la realtà dei fatti la forza delle idee".

Questa disunione improntata all'individualismo non fa altro che fare il gioco dì chi Governa che, non a caso, fin dall'inizio ha puntato alla divisione del popolo, con provvedimenti che hanno colpito in maniera selettiva e differenza nel tempo, categoria di persone diverse.
Faccio nuovamente un appello a tutti, soprattutto a quelli che non appartengono (ancora), ma sono poche, a categoria colpite.
Il momento dell'individualismo e della tutela dei propri interessi personali è finito!
Siamo di fronte ad una emergenza democratica che riguarda indistintamente tutti e va oltre gli interessi di categoria!
La questione sanitaria non c'entra nulla, così come non è importante se i vaccini siano dannosi o no, siano più o meno efficaci, se i tamponi sono gratuiti e affidabili, se possiamo mangiare in un posto anziché un altro.

Quella che è stata calpestata, lesa, ignorata, cancellata (nei fatti) e cestinata è la Costruzione italiana e i diritti fondamentali, umani e democratici in essa contenuti!
Prima della legittima rivendicazione e tutela dei propri interessi personali è necessario ripristinare la democrazia e garantite a tutti il godimento dei propri diritti fondamentali!
Ogni azione, anche eventualmente vittoriosa, che abbia finalità diverse è destinata a essere nel medio, lungo periodo, una vittoria di Pirro!

Vi prego di comprendere tutto questo e di darvi da fare individualmente, rinunciando da qui in avanti alle vostre abitudini, alle vacanze, al riposo e ad ogni altra comodità e anche alla rivendicazione dei vostri interessi personali (se necessario, ma si può fare entrambe le cose) per cercare di divulgare questo messaggio per provare a fare rinascere la cultura democratica in questo Paese, e per partecipare costantemente e sempre più numerosi alle decine di manifestazioni che ci sono in tutta Italia, facendo così sentire la vostra voce, e non soltanto partecipando ai ricorsi collettivi (utilissimi ma che rappresentano solo una delle forme di contrasto alla deriva autoritaria in atto) e/o delegando ad altri la tutela dei propri interessi.

Allo stato attuale, scendere in piazza è un dovere per chiunque sia una persona responsabile e realmente democratica!
Non ci sono giustificazioni di età, di impegni lavorativi, familiari o altri.
Nelle scorse settimane in piazza c'erano anziani, giovani (molto pochi purtroppo) e bambini, famiglie intere così come individui singoli. Non è importante che gridiate, cantiate o portiate cartelli (se lo fate tanto meglio).
L'importante è esserci, è fare numero perché fare vedere che siamo tanti, molti di più di quanto loro pensano, è il segnale più importante che va inviato in questo momento.

Un Paese che non capisce questo, che non ha più valori assoluti comuni unanimamente condivisi e mai derogabili in cui credere, da difendere e per cui lottare è un Paese già morto.
In questo caso è inutile anche fare o partecipare ai vari ricorsi collettivi, perché l'unione con altri (a cui molti anche si appellano) è solo formale. Finita quella sarete sempre e nuovamente soli e nuovamente vessati.

Chi è davvero democratico, chi è davvero un essere umano, chi di sente realmente parte di un popolo di una comunità non si comporta così, ma si schiera e combatte (senza secondi fini) con e per gli altri quando i loro diritti umani fondamentali vengono violati. Le persone vere hanno ideali e valori assoluti e inalienabili che non sono mai in vendita, tutte le altre solo quelli relativi, perchè il loro corpo, la loro dignità e la loro libertà è sempre in vendita, c'è solo da stabilire il prezzo.

Il tempo dei dubbi, degli indugi e/o degli indecisi è finito.
È il momento dell'unità, è il momento della civiltà, è il momento dell'umanità, è il momento di dimostrare chi davvero è un essere umano democratico che ha dignità e coraggio e chi invece è soltanto un robot biologico senza nè umanità ne dignità, un essere (dis)umano o peggio, un semplice "transito di cibo" come diceva Leonardo da Vinci.

Per gli altri che continueranno a rimanere "coperti e allineati" probabilmente non ci sarà più speranza (con la "s" minuscola, quello con la "S" maiuscola speriamo scompaia presto). Avranno scelto il loro destino, spero consapevoli in cuor loro, che ciò che sta accadendo e ciò che accadrà (purtroppo anche ad altre persone e al Paese intero) sarà stata una loro diretta responsabilità, dettata dal loro individualismo e dal loro scarso coraggio di difendere i valori in cui dicono di credere o ispirarsi, quelli democratici, quelli della Repubblica italiana!

"Il mondo è un posto pericoloso non perché ci sono persone che compiono azioni malvagie, ma a causa di quelli che guardano senza far niente" (A. Einstein)

Stefano Nasetti

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