Le sonde Voyager e il loro carico d'oro avvolto nel mistero
Ricorre in questi giorni il 40° anniversario delle missioni Voyager. Le due sonde, ancora oggi attive e che rappresentano le missioni spaziali più anziane e più longeve della storia umana, hanno ormai superato i confini del nostro sistema solare. Lanciate rispettivamente il 20 agosto del 1977 (la Voyager 2) e il 5 settembre del 1977 (la Voyager 1) sono infatti, gli oggetti artificiali umani, più lontani dalla Terra.
La Voyager 1 aveva come missione primaria quella di fotografare Giove, Saturno e Titano (una delle lune di Saturno), per poi dirigersi verso il confine del sistema solare, superato nell'Agosto del 2012, quando è ufficialmente entrata nello spazio interstellare (cioè lo spazio che si trova tra il nostro sistema solare e gli altri a noi vicini). Con l'ingresso nello spazio interstellare, la Voyager 1 ha iniziato la sua missione secondaria che ha come obiettivi lo studio delle particelle magnetiche provenienti dall'esterno del sistema solare, alla ricerca del punto esatto dove inizia l'Eliopausa, cioè il confine presso il quale il vento solare emesso dal nostro Sole è fermato appunto, dalle particelle interstellari. In questo momento (dati del febbraio 2017) si trova a circa 20,460 miliardi di Km dalla Terra.
La Voyager 2 (partita circa 15 giorni prima della Voyager 1 per una questione di traiettorie orbitali) aveva come missione primaria lo studio di ben 4 pianeti del nostro sistema solare (Giove, Saturno, Urano, Nettuno). Passando accanto ai primi due, la Voyager 2 integrò le immagini e gli studi fatti dalla Voyager 1. I passaggi vicino a Urano e Nettuno furono invece i primi (e a tutt'oggi gli unici) incontri ravvicinati con questi due pianeti. La scoperta più recente (del 2016) compiuta dalla Voyager 2, riguarda la scoperta di altre due lune di Urano, oltre alle 27 già note, basata sui dati catturati nel 1986 dalla stessa Voyager 2. In questo momento si trova a circa 16,852 milioni di km dalla Terra.
In molti già sanno che entrambe le sonde Voyager, oltre al loro carico di strumentazione, trasportano un altro importante manufatto umano (il Voyager Golden Record) su cui tanto si è scritto, ma che ancora oggi è circondato da un alone di mistero legato ad alcune particolari scelte fatte nella sua realizzazione, non da tutti rilevate e per questo ancora più interessanti.
Per parlarne più nel dettaglio e cercare di capire a cosa mi riferisco, riporto qui di seguito dei brani tratti dal mio libro pubblicato ormai 2 anni fa (2015), nel quale ho trattato anche quest’argomento, all'interno di un quadro di riferimento molto più ampio.
" [...] Nel 1977 gli Stati Uniti, nell’ambito del programma di esplorazione spaziale chiamato Voyager, hanno lanciato nello spazio due sonde spaziali, chiamate Voyager 1 e Voyager 2, con il compito di esplorare il sistema solare esterno. Da allora, le due sonde munite di numerose apparecchiature all’avanguardia, hanno continuato ad inviare sulla Terra, centinaia d’immagini, dati ed informazioni riguardanti pianeti lontani del nostro sistema solare, come Urano, Nettuno e Plutone, consentendo di aumentare la conoscenza scientifica circa la composizione di tutti questi corpi celesti.
Grazie alle loro batterie ad isotopi radioattivi, si stima che saranno in grado di funzionare fino al 2025, mentre continueranno a viaggiare verso i confini del nostro sistema solare, là dove nessuna sonda o manufatto di origine terrestre, è mai giunta prima.
Su entrambe le sonde si trova una copia del cosiddetto “Voyager Golden Record”, un disco registrato che contiene immagini e suoni della Terra, insieme ad una selezione musicale. È concepito per qualunque forma di vita extraterrestre o per la specie umana del futuro che lo possa trovare, anche se la possibilità, secondo le ammissioni degli stessi curatori del progetto, sono assai poche. La sonda Voyager, infatti, impiegherà 40.000 anni per arrivare nelle vicinanze di un'altra stella e quindi l’invio nello spazio di questo manufatto, sarebbe da considerare più che altro come qualcosa di simbolico, e non un tentativo reale di comunicare con forme di vita extraterrestri. Sulla custodia del disco, anch'essa metallica, sono incise le istruzioni per accedere alle registrazioni in caso di ritrovamento.
Tuttavia, migliaia di dollari sono stati spesi per elaborare e realizzare questo disco. Pertanto considerarlo soltanto come una cosa puramente simbolica sarebbe riduttivo. Significherebbe aver deliberatamente voluto gettare via e quindi sprecare, notevoli risorse finanziarie che sarebbero potuto essere destinate allo sviluppo di altri progetti.
Al di là delle dichiarazioni ufficiali quindi, è più logico pensare che, se forse poco probabile, il tentativo di comunicare con altri esseri, sia tutt’altro che simbolico.
Il contenuto di questo messaggio è particolarmente interessante. Il contenuto del disco venne commissionato dalla NASA ad una commissione guidata dal famoso astrofisico statunitense Carl Sagan. Il messaggio elaborato conteneva una varietà di 115 immagini e un gran numero di suoni naturali, come quelli delle onde, del vento, dei tuoni oltre ai suoni prodotti da animali, come il canto degli uccelli e quello delle balene. Insieme a questi suoni della Terra, venne inserita una selezione musicale proveniente da diverse culture e diverse epoche, oltre ai saluti di abitanti della Terra in 55 lingue diverse.
Sulla Terra si stima che si parlino oltre 6.000 lingue diverse. È quindi comprensibile che, quando si è deciso di inserire un saluto in diverse lingue, sia stata fatta una selezione. Ma con quali criteri?
Le lingue selezionate, e quindi registrate sul Voyager Golden Record sono (in ordine alfabetico): Accadico, Amoy (dialetto Min), Arabo, Aramaico, Armeno, Bengalese, Birmano, Cantonese, Ceco, Cinese Mandarino, Coreano, Ebraico, Francese, Olandese, Inglese, Tedesco, Gallese, Greco antico, Giapponese, Gujarati, Hindi, Kannada, Ila (Zambia), Indonesiano, Italiano, Ittita, Latino, Luganda, Marathi, Ungherese, Nepalese, Nguni, Nyanja, Oriya, Persiano, Polacco, Portoghese, Punjabi, Quechua, Rajasthani, Rumeno, Russo, Serbo, Singalese, Sotho, Spagnolo, Sumero, Svedese, Telegu, Thai, Turco, Ucraino, Urdu, Vietnamita, e Wu.
Da questo elenco traspare molto chiaramente, come si sia deciso di inserire non le lingue più parlate al mondo (sono presenti soltanto 34 lingue tra le prime 55 più parlate al mondo e solo 43 tra le prime 100), ma quelle forse più rappresentative delle diverse aree geografiche.
Un altro elemento assai curioso è quello riguardante la presenza di ben 5 lingue morte (Accadico, Sumero, Ittita, Greco antico e Latino) sulle 55 lingue scelte. Perché inserire queste lingue, alcune delle quali (come l’Accadico, il Sumero e l’Ittita) essendo molto antiche, non si conosce neanche con esattezza il suono? Perché il Sumero, ad esempio e non la lingua degli antichi egizi, che hanno forse regnato per più tempo ed è forse considerata più importante, almeno nell’immaginario collettivo?
La questione si fa ancora più curiosa ed interessante se si verifica l’ordine con cui i saluti nelle diverse lingue, sono stati registrati.
Come si sa in campo della comunicazione, le persone (in questo caso le lingue) che sono considerate più importanti, effettuano il loro intervento, in un meeting, una convention o una riunione di partito ad esempio, per prime o per ultime, con una netta prevalenza, in relazione all’importanza, all’ultimo intervento.
Nel Voyager Golden Record, l’ultimo saluto inciso è ovviamente, quello in lingua inglese, poiché dal punto di vista politico, la lingua inglese oggi, e ancor di più nel 1977, è la lingua più importante al mondo.
La sorpresa però, nasce dalla presenza della lingua Sumera come prima lingua incisa nel disco. Perché è stata scelta proprio questa lingua, tra l’altro morta da oltre 4.000 anni e di cui, come detto, non si è certi neanche del corretto suono? La scelta è stata fatta giacché si tratta della prima lingua scritta conosciuta sulla Terra, o questa scelta nasconde invece qualche altra cosa? Tutto quanto scritto in precedenza in merito al popolo Sumero, ai suoi miti, e alle peculiarità della sua lingua (trovata anche in luoghi lontani dalla Mesopotamia), hanno qualcosa a che vedere con la scelta di porre il saluto in lingua sumera, al primo posto nel Voyager Golden Record? [...]" (brano dal libro Il lato oscuro della Luna)
Quali le possibili risposte a questi interrogativi? Nel libro in precedenza avevo scritto anche:
"[...] Abbiamo visto come in tutte le culture del passato, fin da quelle più antiche, siano presenti in quelli che oggi sono considerati miti o leggende, storie di Déi o esseri giunti dal cielo che insegnano all’uomo la matematica, la geometria, l’astronomia e spesso anche, e direi ovviamente, la scrittura. Del resto com’è possibile insegnare una qualunque disciplina contenente aspetti concettuali, i cui significati devono essere rappresentati con simboli, se prima non s’insegna il significato di quei simboli?
Partendo dal presupposto che questi racconti non siano soltanto dei miti o delle leggende, è possibile supporre che nei simboli che rappresentano le scritture di antiche civiltà, come quella sumera appunto o come quelle che utilizzavano il sanscrito, siano presenti nell’intero alfabeto o almeno in parte di esso, dei simboli appartenenti ad alfabeti o scritture di origine extraterrestre. Se oggi noi dovessimo insegnare a leggere ed a scrivere ad una popolazione, o anche solo ad una persona che non lo sa fare, creeremmo un nuovo alfabeto o utilizzeremmo quello che già conosciamo?
Se veramente le storie che fino ad ora abbiamo analizzato, e su cui si fonda la teoria degli antichi astronauti, fossero vere, è probabile che nelle forme più antiche di scrittura come quelle sanscrite e quella cuneiforme sumera, siano contenuti simboli “extraterrestri”. La lingua sumera, potrebbe quindi rappresentare la lingua utilizzata da questi antichi colonizzatori. Se così fosse, potrebbe essere questa la prova della veridicità dei miti e dei antichi racconti, e quindi delle nostre origini oltre che della vera storia dell’umanità?
Questa ipotesi è solo una congettura, frutto della suggestione della teoria degli antichi alieni? Oppure, nonostante quanto possano pensare la maggior parte degli scienziati tradizionalisti, è un’ipotesi molto più verosimile di quanto si possa comunemente immaginare?
La lingua sumera è forse l’unica lingua di cui non è stata ancora dimostrata la parentela con alcun’altra lingua, oltre al fatto che secondo la storia ufficiale, anche il luogo di origine è incerto. Se i Sumeri sono immigrati nel territorio alluvionale della Mesopotamia, come afferma la scienza ufficiale, la lingua era probabilmente sorta già da prima da un’altra parte? Forse su un altro pianeta? [...]" (brano dal libro Il lato oscuro della Luna)
A ciascuno spetta il compito di trovare la propria risposta, acquisendo maggiori informazioni su tutta la vicenda umana, magari partendo dallo scoprire cos'altro c'è sul lato oscuro della Luna.