Nuovo studio conferma: Marte poteva ospitare la vita

Siamo sempre più vicini a scoprire la verità: c’è davvero vita su Marte? Questa domanda, a cui non è stata ancora ufficialmente mai data una risposta, è da tempo nella mente degli scienziati, studiosi e astronomi, ma anche di tutti gli appassionati dello spazio e dei più curiosi. A riflettere sulla questione è anche la NASA e soprattutto l’allora responsabile scientifico Jim Green (lo stesso che ha annunciato il ritrovamento dell’acqua liquida sul pianeta rosso e che ha parlato apertamente della concreta possibilità scientifico-tecnologica di terra formare Marte), che nel 2019 ha rilasciato in merito alcune dichiarazioni al quotidiano inglese The Daily Telegraph.

Secondo Green “L’umanità non sarebbe ancora pronta a questa notizia. Sarebbe un qualcosa di rivoluzionario che darebbe il via a una linea di pensiero completamente nuova, non credo che il mondo sia preparato per un risultato del genere, anzì non lo è. Quel che accadrebbe è un intero nuovo sistema di domande scientifiche: sono forme di vita come la nostra? In che modo siamo imparentati?”

Se questo pensiero dell’esponente NASA (andato in pensione a fine 2021) evidenzia quanto l’annuncio del ritrovamento di forme di vita extraterrestre sia una questione politica ancor prima di essere scientifica, indica anche che, con il passare del tempo e con il cambio dei vertici delle agenzie governative, ci stiamo sempre più avvicinando all’annuncio (che avverrà probabilmente entro il 2025).

Il fatto che si stia andando in quella direzione, è confermato da tutti gli annunci fatti negli ultimi anni, e la pubblicazione di studi scientifici sempre più possibilisti sulla presenza di vita marziana.

Un nuovo studio pubblicato nel mese di ottobre (2022) sulla rivista Nature Astronomy, e realizzato dall’Istituto di Biologia della Scuola Normale Superiore di Parigi (Ibens), ha (finalmente) preso in considerazione gran parte dei dati raccolti in situ dalle sonde robotiche inviate in questi anni soprattutto da NASA ed ESA sul pianeta rosso.

Il risultato è stato abbastanza scontato per tutti quelli che seguono costantemente i risultati degli studi e i dati raccolti in questi ultimi due decenni su Marte: il pianeta rosso aveva tutte le condizioni necessarie per ospitare la vita. Dalla “simulazione” effettuata dai ricercatori, emerge chiaro e incontrovertibile che Marte era certamente abitabile per forme di vita batteriche che si nutrono d’idrogeno e producono metano, lo stesso tipo di batteri considerati tra le prime forme di vita terrestri. Le forme di vita presenti su Marte, si sarebbero poi lentamente spostate nel sottosuolo, in conseguenza del cambiamento delle condizioni presenti in superficie.

La possibilità che il giovane pianeta rosso, più di 3,7 miliardi di anni fa, fosse in grado di ospitare la vita, è una questione dibattuta da molto tempo nella comunità scientifica. Ciò nonostante nessuno, all’interno della comunità scientifica internazionale, si era mai spinto a valutare, anche solo sommariamente, tutti i dati raccolti nel loro complesso, per dare origine a uno studio come quello in questione. Il perché nessuno all’interno della comunità scientifica avesse pensato di farlo, è una questione che ho già più volte spiegato nei miei lavori editoriali e in diversi articoli su questo blog, oltre al fatto che le dichiarazioni di Green sopra riportate la dicono lunga a riguardo.

Come accennavo all’inizio, le prove raccolte fino ad oggi suggeriscono che Marte abbia avuto le condizioni favorevoli a ospitare diverse forme di vita, erano talmente tante che il risultato dello studio era abbastanza scontato. Ma perché dico questo?

Già nel 2018, con la pubblicazione del libro “  Il lato oscuro di Marte – dal mito alla colonizzazione  ”, avevo anticipato non solo i risultati di questo studio, specificatamente nel merito e fin nei più piccoli dettagli (come ad esempio lo spostamento della vita marziana dalla superficie al sottosuolo), ma anche tutti gli altri annunci che, fin da allora e fino ad oggi, si sono succeduti riguardo al ritrovamento di altre prove riguardo l’esistenza di vita passata e presente su Marte.

Qual è allora l’importanza di questo studio scientifico di recente pubblicazione? La parte più importante riguarda la considerazione che le condizioni favorevoli alla vita presente sul giovane Marte, erano adatte a forme di vita batterica dello stesso tipo di quella presente sulla Terra. Questo conferma ulteriormente un altro punto molto importante già anticipato nel mio libro, sempre fondato sulle evidenze scientifiche ufficiali, quello relativo al processo di panspermia attivo, fin dall’inizio dell’origine dei pianeti del nostro sistema solare, tra Marte e Terra, in cui quest’ultima è stata probabilmente “contaminata” dalla vita marziana già sorta in precedenza (e non viceversa), e di cui potrebbe addirittura esserci traccia nella mitologia di moltissime civiltà del passato.

Sebbene questo studio si limiti ha “ufficializzare” ulteriormente la probabilità di vita passata marziana (lo studio ne ha calcolato le probabilità, concludendo che la vita su Marte sia quasi certamente sorta), e non accenni né alla eventuale vita presente, né al processo di panspermia, va annotato questo nuovo piccolo passo in avanti della comunità scientifica ufficiale verso quella realtà storico-scientifica che sembra sempre più chiara, evidente e inconfutabile: la vita extraterrestre esiste, è molto più diffusa di quanto si potesse immaginare ed è più vicino a noi di quanto si pensi, perché potremmo essere noi stessi frutto di forme di vita di origine aliena, addirittura marziana.

I ricercatori autori dello studio in questione, suggeriscono anche i tre siti migliori in cui cercare tracce di vita passata su Marte: Hellas Planitia, il secondo maggior cratere da impatto presente su Marte, Isidis Planitia, una pianura situata sempre in una grande zona da impatto, e infine il cratere Jezero, dove (guarda caso) nel 2021 è atterrato il rover Perseverance della Nasa. Siamo prossimi a un annuncio?

Per saperne di più sulla vita probabile vita marziana, sulla possibile origine della vita sul nostro pianeta e sul legame speciale tra il pianeta rosso e la civiltà umana,  sulla storia dell’esplorazione del spaziale del pianeta dedicato alla divinità della guerra, ma anche della rinascita, leggi “Il lato oscuro di Marte – dal mito alla colonizzazione

Stefano Nasetti

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