Rinviato l’annuncio ufficiale del ritrovamento di vita extraterrestre?
L’idea che esista la vita extraterrestre è ormai, da alcuni anni, ritenuta sempre più probabile, anche dalla comunità scientifica internazionale, la stessa che non più tardi di tre decenni or sono si dichiarava, in modo quasi plebiscitario, fermamente convinta dell’unicità della vita terrestre.
Da quando, a metà degli anni ’90, con la scoperta dei primi pianeti extrasolari (il principale elemento su cui si fondava l’idea dell’unicità della vita è venuto meno) la comunità scientifica si è lentamente (ma costantemente) aperta sempre più all’idea che non siamo soli nell’universo.
Partendo dal ritenere possibile che su un qualcuno dei pianeti extrasolari man mano scoperti, potesse essersi sviluppata ed evoluta la vita, si è arrivati ad accettare la possibilità che non si sarebbe dovuto andare poi così lontani per trovare conferme di vita extraterrestre.
Infatti, grazie alle continue scoperte scientifiche in ambito biologico e astronomico, ci si è accorti che condizioni sufficienti per lo sviluppo della vita erano presenti già all’interno del nostro sistema solare. Europa e Ganimede (lune di Giove), Encelado (luna di Saturno), Mimas (luna di Saturno recentemente “promossa” da mondo ghiacciato a mondo oceanico, con tutto ciò che esso comporta in termini possibile luogo ospitale per la vita), piuttosto che sul pianeta nano Cerere, passando per l’atmosfera di Venere fino ad arrivare al gemello più piccolo della Terra, cioè Marte. In questi anni la comunità scientifica ha continuato a divulgare notizie che tendono a preparare l’opinione pubblica ( e le religioni del mondo – leggi l’articolo a riguardo ) all’accettazione che non siamo soli nell’universo. Un cambio di paradigma netto rispetto a trent’anni fa!
L’annuncio del ritrovamento dell’acqua liquida su Marte fatto in pompa magna nel settembre del 2016, doveva segnare l’inizio di una nuova fase di apertura e di preparazione verso l’annuncio ufficiale del ritrovamento di forme di vita extraterrestre. È bene precisare che nonostante si parli ancora di forme di vita microbica e non di vita intelligente, questo annuncio è considerato una tappa intermedia doverosa prima di giungere al riconoscimento della vita aliena senziente. Le voci di corridoio in ambito accademico scientifico lasciavano concretamente ipotizzare che da lì a pochi anni, si sarebbe giunti all’annuncio del ritrovamento di vita microbica aliena.
Le missioni della NASA Mars2020 e quella europea dell’ESA denominata EXOMARS2020 in collaborazione con l’agenzia russa ROSCOSMOS, avrebbero dovuto dare l’opportunità alle agenzie spaziali e ai Governi, di poter ufficialmente dare un annuncio in tal senso. Tant’è che prima nel 2018 (nel mio libro Il lato Oscuro di Marte – dal mito alla colonizzazione) e poi in altri miei articoli apparsi negli anni successivi sia su questo blog, sia su importanti riviste del panorama italiano (UFO International magazine e Il Giornale dei misteri) avevo affermato che entro cinque anni o comunque entro il 2025, sarebbe stata fatta una conferenza stampa tipo quella del 2016. Quelle erano le informazioni che avevo raccolto in ambito scientifico, basandomi sull’evidenza che in realtà, prove dell’esistenza di vita marziana sono state già trovate negli anni precedenti durantele varie missioni (alcune ancora oggi operative) sul pianeta rosso.
La psicopandemia del 2020 ha però comportato alcuni ritardi sulla tabella di marcia dei Governi e delle agenzie spaziali. Mentre la missione statunitense MARS2020 è regolarmente partita nell’estate del 2020, quella europea EXOMARS2020 è stata rinviata perché l’Italia, membro principale della missione attraverso l’agenzia ASI, non ha potuto garantire gli ultimi lavori propedeutici alla partenza, a causa delle restrizioni imposte dal Governo. Dal momento che le finestre di lancio ottimali per raggiungere Marte, ci sono ogni 2 anni circa, la partenza era stata spostata al settembre 2022.
A causa della crescente perdita di credibilità della NASA (e del Governo statunitense) presso l’opinione pubblica mondiale, fino al 2020 ,e dalle informazioni e voci di corridoio che avevo avuto modo di raccogliere presso la comunità scientifica, si era portati a pensare che questa volta sarebbe stata l’ESA (e non quindi la NASA) a fare l’annuncio del ritrovamento di vita extraterrestre. Le motivazioni erano esclusivamente da ricercare a livello politico e di opportunità mediatico-comunicativa, e non certo a livello scientifico. Non si riteneva (e non si ritiene) infatti, che la missione statunitense MARS2020 avesse meno probabilità di successo di quella congiunta europea e russa EXOMARS2020 di trovare un’ulteriore evidenza alla presenza (come detto già accertata) dell’esistenza passata (e forse anche presente) di vita marziana.
Ma se il primo rinvio della missione EXOMARS poteva non essere decisivo ai fini dell’annuncio in questione, facendolo ritenere plausibile comunque sempre entro il 2025, ciò che è accaduto nel marzo 2022 ha rimesso tutto in discussione.
Il Consiglio di direzione dell’ESA, durante la riunione tenutasi a Parigi il 16 e il 17 marzo 2020, ha deciso di sospendere il lancio della missione EXOMARS a causa del conflitto tra Ucraina e Russia.
Il Direttore dell’ESA, Josef Aschbacher ha dichiarato”Le sanzioni imposte dall’Europa alla Russia, non permettono di continuare la campagna di lancio. Ad oggi, non possiamo immaginare un lancio con la Russia”. Dopo aver sospeso la collaborazione con la Russia che era iniziata negli anni ’90, è cominciata una lunga fase di riorganizzazione dell’industria spaziale Europea, che vede l’agenzia spaziale italiana ASI, leader del settore. La missione EXOMARS non è stata annullata, ma si tratta ora di definire una nuova data di lancio che, addirittura, al momento sembra non poter avvenire prima del 2026!
“Adesso si tratta di lavorare con l’industria aerospaziale per studiare in dettaglio quali componenti dei veicoli russi potranno essere sostituiti da parte dell’industria europea, oppure da quella statunitense. Questo è quello che ci prepariamo a fare nei prossimi mesi, e sarà un lavoro difficile perché la tecnologia spaziale è molto complessa. La sostituzione della tecnologia russa richiederà almeno tre anni di lavoro”, ha affermato il direttore dell’ESA.
Un lavoro che procederà per gradi e la prima tappa è fissata per giugno 2022, quando si prevede un nuovo incontro per esaminare le possibili opzioni.
Secondo David Parker, Direttore per l’ESA dell’Esplorazione umana e robotica, questo ritardo non riuscirà a scalfire il primato scientifico e tecnologico europeo legato a questa missione. “Lanceremo più tardi”, ha detto, “ma saremo comunque i primi a perforare il suolo di Marte fino alla profondità di due metri in cerca di tracce di vita”.
Se da un lato queste parole confermano indirettamente le indiscrezioni raccolte che volevano che fosse l’ESA e non la NASA (per i motivi già spiegati) a dare questo storico annuncio, dall’altro ci conferma che, a meno di altri imprevedibili situazioni geopolitiche, bisognerà aspettare ancora, prima di poter finalmente ascoltare ufficialmente la conferma che su Marte c’è stata o c’è ancora vita.
Al momento, infatti, non è ipotizzabile che siano gli Stati Uniti (la cui credibilità internazionale in questo momento storico sta andando a picco) e la NASA ad assumersi l’onere e l’onore di tale annuncio, dal momento che la missione MARS2020 operativa sul pianeta, sebbene abbia strumenti scientifici certamente migliori delle precedenti missioni robotiche statunitensi inviate in precedenza, non ha la capacità tecnologica di raccogliere informazioni e prove molto più convincenti, riguardo all’esistenza presente e passata di vita sul pianeta rosso, di quelle già raccolte in passato.
Nella remota ipotesi che la NASA decidesse comunque di fare lei quest’annuncio, rischierebbe di compromettere ulteriormente la sua credibilità, poiché non potrebbe fondare le sue affermazioni su dati qualitativamente e significativamente molto diversi da quelli già in suo possesso ormai da anni, rischiando così di dar adito a tutte quelle voci e teorie, che la vedono come principale attore di un enorme occultamento della realtà UFO. Del resto è stato così anche per la presenza dell'acqua liquida, di cui la NASA era a conoscenza da quasi dieci anni prima dell'annuccio, cioè dal 2008!. Proprio per questo (ma non solo) lasciare ad altri (come l’ESA appunto) l’onere di quest’annuncio, era sembrata (negli scorsi anni) la cosa migliore da fare.
Per dovere d’informazione e a completamento della notizia, e doveroso aggiungere che la decisione unilaterale di sospendere la collaborazione con la Russia e con la Roscosmos, assunta dal consiglio direttivo dell’ESA, non avrà ripercussioni sulla sola missione EXOMARS, ma riguarda anche altre quattro missioni:
- quelle dei satelliti Galileo M10, GalileoM11, per il posizionamento GPS, controllati dal Dipartimento della Difesa degli USA;
- quello del telescopio spaziale Euclid specializzato nello studio della materia oscura e dell’energia oscura;
- quello del satellite EarthCare che ha obiettivo di comprendere il ruolo che le nuvole e gli aerosol (dispersioni volontarie di materiale chimico) svolgono nel riflettere la radiazione solare nello spazio e l’intrappolamento della radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre.
Le missioni erano già pronte per essere lanciate a bordo dei razzi russi Soyuz, sia dalla base europea di Kourou (nella Guyana Francese), sia dal territorio russo. Unica opportunità più concreta al momento, che potrebbe non far slittare di anni questi lanci, ma soltanto di qualche mese, sembra essere quella offerta dai nuovi lanciatori europei Arian6 e Vega C, anche se si tratterà di risolvere il problema delle componenti di fabbricazione ucraina.
Il debutto di Vega C è atteso per maggio 2022, e a bordo ci sarà il sistema Lares2 sviluppato da Ohb Italia con il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana. Mentre Ariane 6, ultimo vettore della famiglia Ariane, dovrebbe fare il suo volo inaugurale entro la fine di quest’anno. Il razzo è stato disegnato per trasportare i satelliti Galileo, e potrebbe lanciarli nel 2023.
Le sanzioni autolesionistiche che l’Europa ha deciso di adottare nei confronti della Russia, comporteranno altri danni economici oltre che ritardi per l'acquisizione di nuove conoscenze scientifiche e per la costruzioni di nuovi sistemi infrastrutturali di comunicazione all’intero comparto aerospaziale europeo. Infatti, anche Arianespace ha annunciato il suo allineamento alle sanzioni economiche verso Mosca, confermando il definitivo stop di tutti i lanci a bordo di razzi Soyuz. Ciò include anche i trasporti dal cosmodromo russo di Baikonur: da qui il 4 marzo sarebbero dovuti partire 36 satelliti per le telecomunicazioni della costellazione britannica OneWeb, con un lancio Soyuz gestito appunto da Arianespace. L’azienda, che ha sede principale in Francia, ha annunciato un «rinvio a data indefinita» del lancio (missione ST38). Dal canto suo OneWeb, che rischia di vedere la sua flotta di satelliti bloccarsi all’attuale 66% della costellazione totale, e si è vista così costretta ad avviare una partnership con l’azienda competitor SpaceX. Assurdità dei nostri tempi!
Mentre qui sulla Terra, i Governi occidentali continuano i loro giochi geopolitici, altri a oriente, potrebbero cogliere l’opportunità per assestare l’ennesimo sorpasso ai Paesi atlantici americanizzati, annunciando loro il ritrovamento della prima forma di vita extraterrestre ed entrando così nella storia dell’esplorazione spaziale.
Se l’annuncio del ritrovamento della vita aliena (marziana, in questo primo caso) sembra aver certamente subito un ritardo rispetto a quanto previsto nei programmi occidentali, potremmo presto avere notizie da oriente, dunque: occhio alla Cina!