Siamo dentro ad un atomo?
Ciò che segue è un semplice esercizio del libero pensiero, che per tale va considerato non avendo alcuna pretesa di giungere ad una verità, ma solo quella di stimolare una riflessione.
Da quando è stata compresa la struttura dell'atomo agli inizi del '900, grazie agli studi di J. J. Thomson prima e di Ernest Rutherford e Niels Borh, molte persone hanno notato una somiglianza tra atomo e il sistema solare.
Il moto degli elettroni che girano attorno ad un nucleo, può certamente esser paragonato al moto dei pianeti attorno al Sole.
Sistema solare
Atomo di sodio
Quest’apparente somiglianza, ha poi portato molti a contemplare, anche solo per un momento, la possibilità che il nostro sistema solare possa essere soltanto un atomo di un qualcosa di più grande, di una molecola formata dall'insieme di più sistemi solari che potremmo chiamare galassia, che a sua volta potrebbe essere una molecola di un organismo più grande che potremmo chiamare universo.
Grazie a recenti studi sui dati della radiazione cosmica di fondo, provenienti dalla Wilkinson Microwave Ansiotropy Probe (WMAP), conosciuta anche come sonda spaziale per l'anisotropia delle microonde che ha fotografato, tra il 2003 e il 2008, con una risoluzione senza precedenti ciò che rimane delle radiazioni dovute al Big Bang, alcuni importanti cosmologi e astrofisici, in diverse parti del mondo, sembrano essere giunti alla conclusione che l'universo non è infinito, ma ha dei confini e forse anche una forma ben chiara (quella di un dodecaedro sferico, una qualcosa di simile a un pallone da calcio). Questo almeno è quanto ritiene di aver scoperto il cosmologo Jean Pierre Luminet dell’Osservatorio Astronomico di Parigi.
Altri studiosi, come l’astronomo della Nasa Alexander Kashlinsky e la fisica teorica Lauren Elise Newton (che hanno lavorato e conducono studi indipendenti l'uno dall'altro) sulla base dei dati forniti dalla sonda Wmap e dal nuovo satellite europeo Plank, sono arrivati sul punto di dimostrare matematicamente che il nostro universo non è solo ma, probabilmente uno dei tanti.
È importante rilevare come si tratti di studi ancora in via di definizione, basati sulla meccanica quantistica e sulla teoria delle stringhe, ancora tutta da dimostrare sebbene sempre più dati sembrino poterla confermare.
Volendo ora prendere per buoni questi studi e continuando nel nostro paragone, potremmo affermare che la nostra molecola universo, se raggruppata assieme ad altre molecole universi, potrebbe essere parte di un qualcosa di ancora più grande, un oggetto o addirittura un organismo vivente, una cellula ad esempio.
Qualcuno potrebbe obiettare che non tutti i sistemi solari sono uguali. Alcuni hanno un numero di pianeti che girano attorno al nucleo Sole, maggiore di altri. Anche gli atomi non sono tutti uguali e si distinguono gli uni dagli altri, proprio per il numero di elettroni pianeti che girano attorno al nucleo Sole. Attualmente conosciamo ben 118 elementi distinti in base al numero atomico, riepilogati nella tavola periodica degli elementi. Tuttavia non si sa quanto la tavola periodica potrebbe estendersi, c'è chi sostiene fino a un massimo di 130 elementi chi invece addirittura sopra i 173. Analogamente, fino a qualche decennio fa, non conoscevamo per certo l'esistenza di altri sistemi solari, poiché non avevamo la tecnologia necessaria per avere prova dell'esistenza di altri pianeti attorno alle stelle che vedevamo. Così come abbiamo scoperto negli ultimi decenni nuovi elementi atomici dunque, abbiamo ampliato il numero di sistemi solari conosciuti.
Una possibilità davvero suggestiva e affascinante. Tuttavia è bene far rilevare che esistono, oltre le apparenze, delle sostanziali differenze tra il moto degli atomi attorno ad un nucleo e quelle dei pianeti attorno ad una stella. Innanzitutto gli elettroni hanno una carica (negativa), mentre i pianeti non sembrano averla, né tantomeno sembrano avere una forza simile con cui è possibile fare un parallelo (la gravità benché correlata al magnetismo, non può caratterizzare un pianeta allo stesso modo con cui la carica negativa caratterizza un elettrone). In un atomo, gli elettroni che ruotano attorno al nucleo, ruotano su piani differenti, mentre in un sistema solare, spesso i pianeti orbitano sullo stesso piano. In un atomo gli elettroni girano attorno al nucleo seguendo un percorso circolare, mentre le orbite dei pianeti sono tutte o quasi, ellittiche.
Potremmo porre in evidenza ulteriori e maggiori differenze, se volessimo analizzare nel dettaglio gli altri stadi del nostro paragone, quelli cioè tra sistemi solari e molecole, tra cellule e galassie. I buchi neri potrebbero essere paragonati a malattie delle cellule, ma il paragone sarebbe forse abbastanza forzato.
Tuttavia supponendo che tale paragone fosse plausibile, come possiamo solo contemplare l'esistenza di un’entità creatrice intelligente o pensare di riuscire a spiegare con le nostre limitate conoscenze, l'origine di tutto.
Del resto non sappiamo ancora praticamente nulla o quasi del nostro sistema solare, così come degli atomi. Ciò che crediamo di sapere circa il nostro sistema solare e il moto dei pianeti, potrebbe essere errato e a tal punto potrebbe crollare qualunque tipo di apparente somiglianza con ciò che sappiamo (o pensiamo di sapere) riguardo all’atomo.
La fisica quantistica ci sta dimostrando con gli esperimenti del CERN che, oltre a quello che solo fino a 100 anni fa sembrava l'elemento base della materia, vale a dire l'atomo con i suoi neutroni, protoni ed elettroni, esistono delle altre particelle subatomiche, tra cui il quark sono soltanto quelle forse più note.
Secondo la teoria delle stringhe, all’interno di queste particelle subatomiche ci sarebbero dei piccoli anelli di energia vibrante, chiamate stringhe. Le frequenze di vibrazione di questi anelli di energia, determinerebbe la natura della particella, quindi anche dell’atomo, delle molecole, delle cellule e così via.
Ipotizzare dunque che tutto sia espressamente e consapevolmente opera di un’entità creatrice intelligente, appare veramente soltanto un atto di fede. Ritenere addirittura che questa entità possa osservare e governare i miliardi di stelle e di pianeti che si trovano solo nella nostra galassia e nel nostro universo è un qualcosa di assolutamente folle.
Questo tuttavia non esclude la possibilità che un qualcuno o un qualcosa, abbia voluto forse creare quella minuscola particella che a noi sembra così grande e che chiamiamo universo.
Come possiamo comprendere e avere consapevolezza di ciò che c’è anche solo al di fuori del nostro pianeta?
Siamo come pesci in un acquario. Guardando fuori non possiamo neanche supporre quanto sia grande in proporzione, ciò che si trova fuori della nostra vasca e che a malapena riusciamo a intravedere.
Viviamo continuamente provando a relazionarci e a misurare il significato della nostra vita spesso in funzione dello spazio. Data la grandezza anche solo del nostro sistema solare, questo esercizio diventa alquanto disarmante.
Siamo uno dei tanti organismi su un microscopico pianeta di un piccolo sistema solare tra tanti, alla periferia di una galassia tra miliardi di altre galassie in un universo, forse neanche unico.
Misuriamo le distanze ma ciò diviene comunque relativo, perché queste hanno un significato tangibile nelle nostre vite solo se rapportate al tempo. Misuriamo la lunghezza dell’orbita dei pianeti in giorni o anni, misuriamo le distanze interstellari in anni luce, perché le distanze sono talmente enormi che esprimerle con un’altra unità di misura non avrebbe senso. Il tempo però è correlato alla velocità. Tornado al confronto tra moti celesti e atomi, non possiamo che evidenziare come, anche nella semplice osservazione delle forme di vita, gli esseri più grandi hanno solitamente aspettative di vita maggiori (come ad esempio i grandi mammiferi) mentre le forme di vita più piccole (pensiamo agli insetti, ma anche i batteri o le cellule) vedono concludere il loro ciclo vitale in modo molto rapido, in pochi giorni, poche ore se non addirittura minuti.
In questo senso, se noi fossimo abitanti di una particella subatomica, la nostra percezione del tempo sarebbe comunque differente da quella dell’entità o della materia che abitiamo. La nostra storia o quella del nostro universo, che già ci sembra enorme con i suoi 13,7 miliardi di anni, sarebbero forse l’equivalente di qualche decimo di secondo per un organismo molto più grande di noi.
Fenomeni astronomici che ancora non comprendiamo come buchi neri, esplosioni di stelle, fusioni di galassie, potrebbero essere semplici conseguenze di ciò che qualcuno più grande di noi sta facendo con quegli atomi, molecole, cellule o esseri viventi di cui siamo forse inconsapevoli abitanti.
Sebbene tutto questo suggestivo ragionamento possa essere ritenuta solo un’ipotesi affascinante, dovrebbe farci riflettere sul fatto che a volte cerchiamo di dare un significato a qualcosa che forse non capiremo mai, cerchiamo di vedere entità e spirito creativo in situazioni frutto di semplici azioni e reazioni determinate da leggi naturali.
Sebbene ci sembri legittimo supporre che esista un’entità creatrice di universi, non appare altrettanto sensato supporre che questa entità operi in funzione di ogni essere vivente, disperso su ogni pianeta, di ogni galassia, di ogni universo che forse non rappresenta altro che una singola cellula, una singola molecola o un singolo atomo. Cercare spiegazioni su ciò che accade a noi su questo pianeta, attribuendola alla volontà di un’entità creatrice è contro ogni logica che soltanto un’illusione chiamata fede può sorreggere.
La scienza certamente sa ancora poco sul moto dei pianeti, così come della composizione e della materia, e forse ciò che sa, non è del tutto corretto. Tuttavia non si può prescindere dalla consapevolezza che siamo nulla rispetto a ciò che esiste. Ritenere di essere importanti o, come affermano alcune religioni, addirittura il centro o l’apice della creazione è un atto di presunzione e arroganza talmente grande che al confronto il presunto peccato originale descritto nella Bibbia, equivarrebbe alla bugia detta da un bambino.
“Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza, commisurata alla realtà, è primitiva e infantile, eppure è la cosa più preziosa che abbiamo” (Albert Einstein.)