Usa e Russia insieme per una stazione spaziale in orbita lunare
Mentre sulla Terra Stati Uniti e Russia (e ancor prima l’Unione Sovietica) continuano da decenni ad essere apertamente in contrasto, portando il mondo più volte sull’orlo dell’olocausto nucleare, al di fuori dell’atmosfera terrestre, sembra invece che tutte le divergenze, non solo ideologiche, tra questi due Paesi, vengano di colpo appianate.
Dopo l’iniziale rivalità configuratasi con la celebre “corsa allo spazio” avvenuta nel secondo dopoguerra, che aveva registrato vittorie alterne con l’Unione Sovietica prima nazione a mettere in orbita un satellite artificiale (lo Sputnik) e il primo uomo ad orbitare attorno alla Terra (il cosmonauta Yuri Gagarin), e gli Stati Uniti prima nazione a far sbarcare un uomo sulla superficie della Luna, le due nazioni smisero di rivaleggiare.
I programmi spaziali delle agenzie dei due Paesi proseguirono in modo indipendente e, benché gli obiettivi fossero spesso analoghi (esplorazione ed invio di sonde sulla superficie di Venere e Marte, costruzione di stazioni spaziali orbitali) il clima di aperta rivalità, cambiò drasticamente dopo l’allunaggio americano del 1969.
Oggi, nonostante il clima politico sia nuovamente incandescente e i rapporti tra Stati Uniti e Russia siano tornati nuovamente abbastanza tesi, incredibilmente si ripete ancora una volta ciò che è già avvenuto in passato, vale a dire l’abbastanza sorprendente decisione delle due agenzie spaziali, la Nasa e la Roscosmos, di collaborare per la realizzazione di una missione spaziale comune.
Nel corso dell’International Astronautical Congress, tenutosi in Australia alla fine del Settembre 2017, il capo di Roscosmos Igor Komarov, ha annunciato che “la Nasa e il Roscosmos hanno deciso di costruire insieme una nuova stazione spaziale, la Deep Space Gateway, questa volta posizionata nell'orbita lunare”.
I primi moduli potranno essere lanciati nel 2024-2026. L'accordo, secondo quanto riporta l'agenzia Interfax è preliminare e dovrà essere stilato a livello governativo.
Igor Komarov ha aggiunto: “Inizieremo con la costruzione della stazione orbitante, poi, una volta che le tecnologie saranno testate, potranno essere utilizzate sulla superficie della Luna e, più tardi, su Marte”. Anche la Cina, l'India, il Brasile e il Sudafrica, tutti Paesi interessati allo sfruttamento delle risorse minerarie lunari, potrebbero prendere parte al progetto. Le parti hanno avuto una discussione preliminare sul loro contributo al progetto.
I precisi aspetti tecnologici e finanziari dei partecipanti a Deep Space Gateway verranno discussi nella fase successiva dei negoziati. “Abbiamo appena firmato una dichiarazione congiunta d'intenti per lavorare sulla stazione orbitante lunare: missioni su Luna e Marte saranno considerate in futuro. La costruzione da uno a tre moduli e lo sviluppo di un sistema di attracco unificato per tutti i tipi di navicelle spaziali possono essere il nostro contributo; inoltre - ha concluso Komarov - la Russia intende usare i nuovi razzi da carichi pesanti in progettazione per portare gli elementi della stazione nell'orbita lunare”.
Non è certamente la prima volta che i due Paesi collaborano. Lo stanno facendo anche negli ultimi anni. A seguito del pensionamento delle navette Shuttle, le navette russe Sojuz hanno spesso rappresentato l’unica possibilità di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che vede spesso astronauti dei due Paesi collaborare assieme.
Tuttavia la collaborazione alla realizzazione della ISS da parte della Russia fu inizialmente stato marginale, dal momento che per anni prima l’Unione Sovietica e poi la Russia, avevano costruito e mantenuto in vita una loro stazione spaziale, la Mir, abbandonata e poi distrutta come da programma, nel 2001.
Benché la Russia fosse già coinvolta nello sviluppo della ISS dunque, la sua piena partecipazione al progetto iniziò soltanto dopo questa fase.
Nel frattempo, a seguito della disgregazione dell’Unione Sovietica, negli anni ’90 del secolo scorso, le relazioni tra Russia e Stati Uniti migliorarono e portarono anche alla realizzazione del programma Shuttle-Mir, che consisteva in una serie di visite della navetta americana alla stazione orbitale russa.
Tutto questo avveniva in un clima di parziale distensione nei rapporti politici e diplomatici delle due superpotenze, dunque sotto un certo punto di vista ciò non sorprende.
Come detto però, i rapporti tra i due Paesi sono tornati tesi come ai tempi della guerra fredda, certamente come non accadeva da venticinque anni a questa parte, dal disfacimento dell’Unione Sovietica. ad oggi. L’annunciata collaborazione per la costruzione della nuova stazione spaziale, la Deep Space Gateway, questa volta posizionata nell'orbita lunare, desta quindi sensazione così come lo fece l’inaspettata collaborazione negli avvenuta negli anni ’70.
“[…] E perché in piena guerra fredda, le due superpotenze mondiali in constante conflitto tra loro, decisero di “collaborare” per un breve periodo, in un comune programma spaziale?
Il 17 luglio 1975, infatti, una navicella del programma spaziale americano Apollo ed una capsula sovietica Sojuz si agganciarono nell'orbita intorno alla Terra, consentendo ai due equipaggi di potersi spostare da una navicella spaziale verso l'altra.
In un’epoca in cui lo spionaggio riguardante lo sviluppo della tecnologia, era una delle principali attività dei rispettivi apparati dei servizi segreti, perché consentire al “nemico” di poter accedere in “casa propria”, permettendo di spiare la propria tecnologia?
Sebbene tale collaborazione fu interpretata da molti come segno di reciproca volontà di pace, le tensioni tra i due Paesi continuarono per altri 15 anni e soltanto dopo vent'anni, dopo la fine della guerra fredda, venne iniziata una nuova collaborazione con l'avvio del programma Shuttle-Mir.
Quali erano dunque, i reali motivi di questa inaspettata ed imprevedibile collaborazione? Tutto ciò aveva a che fare con gli avvistamenti che gli astronauti dei due schieramenti, avevano avuto nei decenni precedenti? […]” (Brano tratto dal libro Il lato Oscuro della Luna)
Il motivo per il quale, usciti dall’atmosfera terrestre, tutte le problematiche, le divergenze politiche ed ideologiche sembrano ogni volta improvvisamente scomparire, continuano a destare curiosità.
A tal proposito tornano alla mente le parole dell’ex presidente americano Ronald Regan.
“[…]Ronald Regan, affermò di aver avvistato un ufo, condividendo il suo pensiero addirittura durante una riunione dell’ONU. L’avvistamento risale al 1974, quando Regan era governatore della California. Raccontò infatti, che stava volando a bordo del suo aereo privato verso la California quando avvistò, assieme al suo pilota, un oggetto che seguiva il suo aereo in modo ben visibile. L’avvistamento durò per circa un paio di minuti, poi l’oggetto sfrecciò via ad una velocità incredibile.
Alcuni ritengono che questa esperienza abbia fortemente influenzato Regan, al punto che durante un suo discorso di fronte ai rappresentanti di tutti i paesi facenti parte all’Onu, disse: “… a causa delle nostre divisioni attuali, dimentichiamo quante cose in comune gli esseri umani abbiano tra loro. Forse abbiamo bisogno di una minaccia universale esterna che ci faccia riconoscere questo legame. A volte penso come sparirebbero velocemente tutti i nostri contrasti se dovessimo affrontare una minaccia aliena proveniente da un altro mondo, e mi chiedo: questa minaccia è già di fronte a noi? […]” (Brano tratto dal libro Il lato Oscuro della Luna)