Mondi alieni a caccia di vita… sulla Terra
Da sempre una domanda riecheggia nella mente umana: Siamo soli nell’Universo? Sebbene nel corso degli anni la risposta sia cambiata più volte, in un senso o nell'altro, abbiamo sempre affrontato la questione come se questo dubbio fosse un'esclusiva curiosità del genere umano.
In molti pensano che la ricerca di vita intelligente extraterrestre sia un qualcosa riservato agli appassionati di fantascienza, a quelli che si lasciano suggestionare da libri e film, se non da tutto il materiale che sull'argomento circola in rete. Secondo queste persone, in realtà non c'è nulla di serio nella ricerca di vita intelligente extraterrestre. Come amano raccontarsi i benpensanti, i presunti appartenenti alla media intellighenzia scientifica, assertori a tutti i costi delle teorie tradizionali, i conservatori della teoria evoluzionistica legata alla visione antropocentrica dell'universo (che spesso si trovano concordi su questi temi con i fedeli delle religioni che sostengono il creazionismo), l’argomento extraterrestre è una futile quanto inutile perdita di tempo. Inutile dire che questa ristretta e assai limitata visione delle cose è tanto anacronistica quanto frutto di una profonda ignoranza in ambito scientifico, poiché esistono molte ricerche scientifiche, anche finanziate con denaro pubblico, che persegue proprio l'obiettivo della ricerca di vita aliena intelligente.
Anche quelli che prendono in considerazione l'esistenza di vita intelligente extraterrestre però, spesso si pongono l'iniziale domanda (Siamo soli nell'universo?) e vedono la questione solo in modo limitato, in modo unilaterale. Sarebbe interessante anche chiedersi se esiste qualcuno nell'universo che, non sapendo ancora se è solo o no, si pone la nostra stessa domanda dal suo punto di vista.
Personalmente, ogni volta che guardo le stelle nel cielo mi chiedo se attorno a quei piccoli soli che sto guardando, ci siano pianeti che ospitano vita intelligente e se, proprio in quel momento ci sia su uno di quei pianeti, magari un altro essere intelligente che si sta ponendo la stessa domanda guardando verso il nostro Sole, verso di noi.
Dovremmo quindi chiederci più frequentemente se a porsi la domenda "Siamo soli nell'universo?" fosse una civiltà aliena. In tal caso riuscirebbe a trovarci e riconoscere il pianeta Terra come abitabile?
Sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society nel mese di Agosto (2017) è stato pubblicato uno studio di Robert Wells e Katja Poppenhaeger, dottorandi alla Queen's University di Belfast, nel quale si è tentato di dare una risposta a questa domanda.
Dallo studio è risultato che esistono almeno nove esopianeti in grado di catturare il transito del nostro pianeta sul disco del Sole. Il metodo del transito è quello che ci ha permesso di scoprire gran parte degli oltre 3.500 esopianeti che fino ad ora conosciamo. Per comprendere come apparirebbe dall’esterno il sistema solare, i ricercatori hanno individuato le regioni del cielo da cui le orbite dei nostri pianeti oscurano periodicamente la luce del Sole, passandogli davanti. Come si può facilmente dedurre, i pianeti più grandi potrebbero ovviamente oscurare più luce con il loro passaggio davanti alla nostra stella. Tuttavia, il fattore più importante è invece la distanza del pianeta dalla stella madre, e poiché i pianeti di tipo terrestre sono più vicini al Sole rispetto ai giganti gassosi, i transiti dei primi saranno più facili da rivelare.
Nello studio è emerso che le eventuali civiltà che abitano pianeti alieni che guardassero verso la nostra stella da qualsiasi direzione del cielo, potrebbero rilevare un numero massimo di tre pianeti, ma che non tutte le combinazioni di tre pianeti sono possibili. Gli autori dello studio hanno affermato: "Stimiamo che un osservatore posizionato in maniera casuale abbia circa 1 possibilità su 40 di osservare almeno un pianeta del sistema solare. La probabilità di individuare almeno due pianeti sarebbe circa 10 volte più bassa, e per individuarne tre il numero sarebbe di nuovo dieci volte più piccolo".
Tra gli oltre 3500 pianeti extrasolari noti (3652 per la precisione - dato del 17 agosto 2017), il team di ricerca ne ha individuati solo 68 dai quali sarebbe possibile vedere uno o più pianeti del nostro sistema solare in transito. Per di più, soltanto nove di questi esopianeti sono in posizioni favorevoli all’osservazione dei transiti della Terra, ma nessuno di loro è considerato abitabile, cioè non si trovano nella cosiddetta fascia di abitabilità o non sono pianeti rocciosi e quindi in grado di sostenere la vita come la conosciamo.
Tuttavia i ricercatori prevedono che ci siano almeno una decina di esopianeti abitabili, attualmente non scoperti, che si trovano in posizioni favorevoli a scoprire la Terra.
Come esposto nell'articolo precedente, quasi quotidianamente vengono scoperti nuovi pianeti, grazie anche ai nuovi telescopi spaziali, come il Kepler della NASA. Le regioni su cui si sta concentrando questo telescopio, sono vicine al piano dell’orbita terrestre, e questo significa che le stelle osservate si trovano nelle zone di transito dei pianeti del sistema solare. Per il futuro, il team ha in programma di estendere la ricerca di pianeti proprio in queste zone di transito, con la speranza di trovarne alcuni potenzialmente abitabili.
Benché i comuni mezzi d'informazione e gli spesso approssimativi esponenti della comunità scientifica, continuino pubblicamente a derubricare l'argomento della ricerca di vita intelligente extraterrestre a semplice fantascienza, come dimostra questo studio, la questione è invece affrontata seriamente e tenuta in considerazione sia in abito scientifico e sia politico, anche con ricerche all'apparenza fantasiose.
Basti pensare anche, che nel mese di Aprile 2016, sempre sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, era apparso, con tanto di calcoli e simulazioni, un articolo di astronomi americani della Columbia University di New York, David Kipping e Alex Teachey. Partendo dal presupposto che così come noi, eventuali civiltà aliene potrebbero essere interessate a colonizzare nuovi pianeti e non conoscendo se tali civiltà possano o meno essere ostili, i due astronomi hanno proposto un vero e proprio mantello dell'invisibilità laser, cercando di camuffare la Terra per evitare che venga scoperta quando passa davanti al Sole riducendone momentaneamente la luminosità (lo stesso principio del "Transito" usato dal telescopio spaziale Kepler della Nasa per identificare altri pianeti abitabili). Ebbene, nell'articolo dell'aprile 2016, Kipping e Teachey sostengono che basterebbe accendere un mega laser per 10 ore all'anno per compensare questo calo di luminosità e passare inosservati durante il transito davanti al Sole. Un altro laser decisamente più economico, potrebbe invece mascherare la presenza dell'ossigeno in atmosfera, nascondendo agli alieni la presenza di vita sulla Terra.
Al di là dell'apparente bizzarra ipotesi, che ribadisco proviene da ambienti accademici tradizionali spesso finanziati anche con denaro pubblico, la possibilità dell'esistenza e di contatto con forme di vita intelligente extraterrestre, è ben più presente nella mente della comunità scientifica e delle autorità governative, di quanto ufficialmente venga fatto credere all'opinione pubblica.