La scienza che smentisce la scienza

Invisibilità ottica, viaggi nel tempo, teletrasporto, telepatia, tutti concetti che per 9 persone su 10 sono soltanto solo fantascienza, perché viste o lette in film o romanzi di fantascienza. Sebbene questa sia purtroppo un idea abbastanza comune al punto di essere l’idea prevalente, chi conosce e si interessa di scienza in modo libero e non preconcetto, sa bene che tali concetti sono tutt’altro che fantasia. Come detto anche in alcuni dei miei post precedenti, si tratta spesso di concetti scientifici dimostrati ormai da diversi anni, dal punto di vista matematico, e teorizzati da alcune delle menti più eccelse della scienza moderna, come Einstein o Tesla. Addirittura negli ultimi anni, si è andati oltre, riuscendo a tramutare tali teorie scientifiche in tecnologia utilizzabile, sebbene ancora oggi non disponibile per tutti. Come si sa, le tecnologie innovative, soprattutto quelle di cui stiamo trattando, possono avere delle implicazioni rilevanti nel nostro presente, costituendo un enorme vantaggio dal punto di vista bellico per gli apparati di quei Paesi che riescono per primi ad disporre di queste nuove tecnologie. Dunque come spesso è accaduto nel corso di tutta la storia umana, le nuove scoperte scientifiche e tecnologiche hanno come prima applicazione quelle nell’industria bellica e nello sviluppo di nuove armi o apparati di difesa.

Ai concetti sopra espressi si aggiunge oggi un nuovo concetto che, uscendo ufficialmente dalla fantascienza, fa il suo ingresso nella scienza. La scoperta pubblicata nell’ottobre del 2015 sulla rivista Nature Communications, è stata effettuata nei laboratori delle università britanniche di Bristol e del Sussex, e riguarda questa volta la prova del principio della possibilità di catturare e spostare oggetti senza contatto fisico. Per intenderci una cosa simile a quanto visto in film di fantascienza tipo Star Trek e Star Wars, in cui un raggio energetico, chiamato “raggio traente”, era in grado addirittura di catturare delle navi spaziali. Il concetto su cui i ricercatori britannici hanno posto la loro attenzione, si basa sullo sfruttamento di onde acustiche, ossia di vibrazioni che si propagano nell’aria, con frequenze sufficientemente intense da riuscire a sollevare e far muovere piccoli oggetti, farli toccare tra loro, farli ruotare, attrarli o tenerli sospesi in aria. Certo di tale sistema, visto che le onde acustiche si propagano nell’aria, non si potrà farne lo stesso uso che se ne faceva nei film di fantascienza, ma  questa nuova tecnologia potrebbe trovare applicazioni in molti settori dove è fondamentale non contaminare gli oggetti. 
Ad esempio nella chimica, per combinare molecole purissime, oppure per trasportare un giorno farmaci all'interno del corpo umano in maniera perfettamente controllata.

Sebbene possa sembrare una scoperta innovativa, in realtà anche questo concetto era noto da anni o forse da millenni.   

Già nel 2013 sul numero del mese di Luglio della rivista scientifica Pnas,, era stato pubblicato un articolo riguardante una tecnica sviluppata dal gruppo di ricerca del Politecnico di Zurigo, guidato dall'italiano Daniele Foresti, attraverso la quale era stato possibile muovere liquidi e oggetti nell'aria vincendo la forza di gravità. La tecnica, chiamata “levitazione acustica in movimento,” sfruttando le proprietà del suono, aveva permesso di manipolare qualsiasi tipo di materiale, anche singole cellule, senza toccarlo. Ma anche nel 2013 il concetto non era del tutto nuovo.  Nel 1979 ad esempio, il ricercatore canadese John Hutchinson documentò quello che oggi è noto come Effetto Hutchinson. Per tale effetto si intende oggi la possibilità, grazie all’utilizzo di onde radio a bassa frequenza, di far levitare oggetti anche molto pesanti. Hutchinson documentò con dei filmati (alcuni dei quali disponibili su youtube), i risultati dei suoi esperimenti, mentre stava  studiando le onde longitudinali di Tesla. Anni prima infatti, anche lo scienziato di origine serba, aveva studiato la possibilità di utilizzare l’energia elettrica per la levitazione magnetica degli oggetti. Nel 1936 un ingegnere lettone, Edward Leedskalnin, costruì da solo vicino a Miami in Florida, un sito noto oggi con il nome di Coral Castle. Il sito si compone di  enormi blocchi di pietra corallina pesanti diverse tonnellate, che il solo Leedskalnin tagliò e pose in opera, con il solo utilizzo di un argano posto su pali di legno, con in cima una scatola contenente un congegno di sua invenzione. I pochi che riuscirono a vederlo all’opera, dissero che era in grado di spostare  questi blocchi con una facilità estrema, quasi fossero sospesi in aria. I suoi vicini affermarono più volte che quando Leedkalnin lavorava, si udivano suoni con vibrazioni molto basse. Lo stesso Leedkalnin una volta confidò di aver scoperto il segreto degli egizi, di come questi riuscirono a costruire le piramidi. È infatti anche dall’Egitto che arrivano storie riguardanti enormi blocchi di pietra che fluttuavano durante la costruzione dei monumenti, blocchi controllati dai sacerdoti che supervisionavano la costruzione degli edifici. Analoghi racconti arrivano poi dagli abitanti dell’Isola di Pasqua o Rapa Nui, che affermarono che i Moai (le enormi statue di pietra famose in tutto il mondo) levitavano dalle cave fino al luogo in cui ancora oggi si trovano, e dagli abitanti dell’isola del pacifico di Phonpei relativamente agli enormi blocchi di basalto che compongono la città di Nan Madol.

Tutte queste correlazioni tra racconti che giungono dal passato e per questo declassati a semplici miti, leggende o fantasie, e scoperte scientifiche recenti, non possono certo essere considerate casuali. Le scoperte scientifiche odierne quindi, sembrano contraddire e smentire le interpretazioni che la scienza ha dato in passato di molti racconti antichi.

Le nuove scoperte scientifiche dovrebbero far rivalutare alcuni di questi racconti, perché non si tratta di descrizioni di effetti dovuti a tecnologie di cui si era sentito parlare in precedenza o se ne conosceva l’esistenza, sulla base dei quali sono state dunque inventate storie, ma di un qualcosa probabilmente visto e di cui non si riusciva, all’epoca dei fatti, a dare una spiegazione scientifica e razionale.

Pensare però che sia la scienza di oggi a rivalutare queste storie del passato è sbagliato. La nostra odierna civiltà, con i suoi valori ed equilibri, si fonda su una versione della storia ormai ben definita. Su tali attuali equilibri di forza e potere, si basa anche la scienza ed il prestigio di tutti coloro che ne fanno parte in qualche modo. Non ci si può dunque aspettare che siano certo loro a mettere in discussione la storia passata, stravolgendo tutti gli equilibri e mettendo di conseguenza a repentaglio le proprie posizioni di potere. Dando credibilità infatti, a tutte queste storie del passato, significherebbe dovere rispondere a domande scomode, che pretenderebbero risposte così radicali da cambiare gran parte di ciò che si pensa ormai, riguardo quello che è avvenuto in passato sul nostro pianeta. Infatti, se volessimo accettare che in passato alcune antiche popolazioni potevano far levitare le pietre ad esempio, qualcuno dovrebbe rispondere alla domanda: come facevano? Da dove avevano preso questa tecnologia? Era frutto del loro intelletto? E se sì, perché oggi non ne troviamo traccia se non nei racconti? Se invece tale tecnologia non era frutto della loro conoscenza, gli era stata fornita da qualcuno di più evoluto? E se sì, da chi? Le risposte a queste domande hanno delle implicazioni profonde sull’origine dell’umanità , sul significato e sul senso delle nostre vite ancora oggi.

In merito a quanto sopra detto circa le recenti scoperte scientifiche, oggi possiamo essere certi di una cosa: gran parte di ciò che comunemente si crede fantascienza è il frutto della poca conoscienza scientifica. Proprio per l’elevato numero di correlazioni presenti tra i racconti del passato declassati a miti o leggende, e le scoperte scientifiche attuali, mi sono chiesto per anni, quanto di ciò che sappiamo o che ci viene insegnato, è frutto di obiettive ricerche scientifiche e quanto invece sia il prodotto di interessi personali o dei gruppi di persone che si sono succedute al potere nel corso della storia. Dopo oltre 15 anni di approfondimenti e ricerche su articoli scientifici come quelli citati all’inizio di questo post tratti da riviste scientifiche di comprovata serietà, a seguito di alcune vicissitudini di carattere professionale, ho avuto l’opportunità (due anni fa ormai) di avere tempo per rimettere in ordine tutto queste informazioni, riuscendo finalmente a fare un po’ di chiarezza su tutte quelle cose che intuivo, ma che non riuscivo bene a mettere a fuoco. Sinceramente il vedere finalmente tutto insieme ed in modo ordinato questi aspetti, ha cambiato per sempre il mio modo di vedere il mondo. Nello svolgere queste ricerche ho imparato a vedere le cose da prospettive diverse, scoprendo che, dietro l’angolo ci sono realtà che ignoriamo e che ciò nonostante, esistono ed influenzano continuamente la nostra vita. Einstein una volta disse che “La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso”. Oggi vedo tutto con occhi diversi, ho imparato a distinguere cosa è veramente reale da ciò che non lo è, ho imparato a capire quanto c’è di vero nelle notizie che appaiono sui mass media tutti i gironi, ho imparato a capire quanto dell’immagine del mondo che ci viene quotidianamente proposta sia reale e quanto invece sia distorta, ho imparato a dare la giusta importanza alle cose, agli affetti, al denaro, alla famiglia, al lavoro, ho imparato in che misura possiamo fidarci delle istituzioni, della scienza e della religione, senza ovviamente far venir meno la fede o mettere in discussione la ricerca scientifica. Il frutto di questi 2 anni di lavoro si è concretizzato in un libro, che ho poi deciso di pubblicare per mettere a disposizione delle altre persone, tutto ciò che ho scoperto, Perché la diffusione delle idee è importante e ascoltare idee diverse è sempre un arricchimento personale. L’invito a porsi delle domande e a fare un viaggio logico e razionale alla ricerca del significato della vita, della veridicità della storia, e della comprensione del mondo in cui viviamo è quello che è proposto nel mio libro “Il lato oscuro della Luna”. Oggi posso dire che se avessi capito prima certe cose, forse la mia vita oggi sarebbe diversa, certamente migliore. È per questo che anche tu dovresti sapere e capire quello che ho appreso io. Non penso di essere detentore della conoscenza o della verità, il mio come detto vuole essere soltanto uno stimolo a riflettere sul mondo e sulla realtà che quotidianamente viviamo e che non possiamo o non riusciamo a mettere bene a fuoco, perché presi da mille altre cose, da mille altri impegni oltre che dai ritmi frenetici delle nostre vite. In moltissimi lo hanno già letto e ho ricevuto soltanto commenti positivi. Cambiare in meglio il mondo si può e lo si può fare solo tutti insieme: Per cambiare il mondo però, bisogna prima conoscerlo meglio, prendendo coscienza di quello che è reale e di quello che non lo è, bisogna sapere cosa c’è ne “Il lato oscuro della Luna”.

Stefano Nasetti

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