L’occhio che tutto vede!

 

Leggendo i testi antichi religiosi e storici, sembra che dalla notte dei tempi l’uomo si è sempre sentito osservato. Nei testi antichi si possono leggere diverse storie che descrivono questa sensazione umana che ad un certo punto, con la nascita delle religioni sia di quelle più antiche ed ormai estinte, sia di quelle attuali, si tramuta in certezza. E’ Dio (o gli Dèi) che ci osservano dall’alto, che ci controllano e che giudicano o giudicheranno il nostro comportamento in vita per poi infliggerci punizioni o concederci benevolenze.

Era così nell’antichità ed è così ancora oggi. In egiziano antico la parola per indicare Dio è “Netiro” che significa letteralmente “essere venuto dal cosmo” o anche “guardiano”, così erano chiamati gli esseri che provenivano da un paese favoloso chiamato Ta-Neteru: la “terra degli Dèi” o “Dèi guardiani”. Il simbolo per eccellenza di questo concetto, in Egitto era l’occhio di Horus, (occhio destro che simboleggiava Dio nelle vesti umane) che nella religione egizia era il simbolo della prosperità, del potere regale e della buona salute e considerato simbolo dell’anima (peraltro questo occhio, il sinistro però che simboleggia invece l’uomo proclamatosi Dio, conosciuto anche come “occhio di Osiride” è stato adottato dalla Massoneria e dagli Illuminati, occhio presente anche sulla banconota americana da 1 dollaro). I greci si sentivano continuamente sotto osservazione degli Dèi dell’Olimpo, stessa cosa per i romani che chiamavano il Sole l’Occhio di Giove” o “l’Occhio del Mondo”: in questi casi, così come anche nella mitologia nordica, ciascuno di questi Dèi si preoccupava e controllava un aspetto diverso della vita umana. Un comportamento non idoneo al volere degli Dèi poteva scatenare punizioni già in questa vita. Anche nella Bibbia oltre che di Dio (ammesso che sempre che il contenuto di questo testo riguardi veramente Dio, ma questo è al momento un altro discorso) si parla di “guardiani”. Nella Bibbia Copta, in particolare nel libro di Enoch, si dice che Enoch viene prelevato da quelli che lui stesso definisce “i guardiani del cielo” scesi dal cielo sulla Terra. Non usa mai la parola Dio, Dèi o, come nel testo ebraico, Yahweh.

Oggi sappiamo bene che nelle tre principali religioni monoteiste, il concetto “dell’osservazione dell’umanità da parte di Dio” è un punto focale di questi rispettivi credo. L’osservanza di un determinati comandamenti, e di determinate regole e comportamenti, stabilirà il destino di quella persona.

Studiando libri antichi e storia, sembrerebbe che quella di sentirsi osservati sia una costante della cultura umana, quasi fosse un tratto distintivo della nostra specie o una sua esigenza. Più verosimilmente si tratta invece di un tratto culturale introdotto con delle finalità ben precise.

“…….Studi scientifici condotti negli Stati Uniti, su campioni di persone appartenenti a fasce di età da 7 agli 80 anni, hanno dimostrato come sapere, o anche solo pensare, che si sia osservati da qualcuno che può giudicarci e quindi influire in qualche misura sul nostro futuro, condiziona il nostro comportamento.

Le persone che pensano di essere osservate, tendono a rispettare di più le regole, e ad essere più altruiste.

Questo condizionamento è l’aspetto su cui si sono fondate da sempre tutte le religioni, che hanno potuto quindi condizionare il progresso, la storia dell’umanità compresa la costruzione della civiltà in cui oggi viviamo. Non sto dicendo che le religioni sono negative, anzi. Grazie alle religioni, che nel corso dei secoli sono riuscite, sfruttando il condizionamento sopra descritto, a raccogliere ed convogliare la forza di volontà, massimizzando l’autocontrollo di ogni individuo, utilizzando l’indole umana che come abbiamo visto tende a preferire spiegazioni basate su uno scopo, si è ottenuta una civiltà formata da miliardi d’individui che, nel tempo, è riuscita progredire.

Una civiltà i cui individui fossero privi di forza di volontà e di autocontrollo, non sopravvivrebbe. L’autocontrollo è un elemento cruciale di ogni società, ci aiuta ad andare d’accordo tra noi, con gli stranieri, a sacrificarci per gli altri e a comportarci correttamente verso il prossimo.

Il concetto di Dio ci da forza di volontà e questo ci permette di convivere nelle civiltà complesse. Senza autocontrollo tendiamo a scagliarci contro le persone, siamo propensi ad agire in modo più antisociale e violento rispetto a chi ne è dotato. Studi scientifici dimostrano come, anche nelle persone atee, le stimolazioni di natura religiosa, sotto qualunque forma, parole, simboli, ecc., anche se compiute in modo subliminale, accentuano la determinazione dell’individuo e quindi il suo autocontrollo. Perciò in una civiltà in cui la maggioranza degli individui aderisce ad una qualche forma di religione, questa maggioranza finisce con il condizionare anche il comportamento di persone che non credono in alcun Dio.

Altri studi suggeriscono che le persone che non credono in un destino predeterminato, ma che vivono con l’idea che il loro futuro è diretta conseguenza delle loro azioni e del loro comportamento, idea che solitamente riassumiamo nel concetto di libero arbitrio, tendono ad avere un comportamento più rispettoso delle regole e degli ordini che gli sono impartiti. Pertanto le religioni che promuovono l’idea del libero arbitrio, concorrono a determinare un maggior controllo delle persone. La religione è perciò necessaria. Senza la religione l'umanità si troverebbe oggi ancora allo stato di barbarie. È stata la religione che ha permesso all'umanità di progredire in tutti i campi……………. Sono stati condotti degli studi sulla popolazione di 9 Paesi (Australia, Canada, Finlandia, Irlanda, Svizzera, Repubblica Ceca, Austria, Olanda e Nuova Zelanda) di diverse aree del mondo. Nei Paesi presi in considerazione, oggi il numero delle persone aderenti a qualche tipo di religione, è quasi il doppio di quelle non affiliate ad alcuna religione. Analizzandone la tendenza e applicando dei modelli matematici, si è stimato che in 6 dei 9 paesi esaminati, entro il 2050 il numero delle persone non credenti supererà quello delle persone religiose…..” (brani tratti dal mio libro  “Il lato oscuro della Luna”). 

Ora il punto della questione è, con l’aumento delle persone non credenti, si perderà l’autocontrollo e le persone tenderanno a seguire meno le regole?

C’è chi vede una correlazione tra i dati emersi nella ricerca sopra citata e l’aumento dei sistemi di controllo della popolazione attraverso l’applicazione delle nuove tecnologie.

Nei post precedenti ho evidenziato come con i dati raccolti attraverso satelliti in orbita che captano, ascoltano e registrano qualunque forma di conversazione, o ancora raccolti attraverso smartphone, tablet, pc, internet e social network, dispositivi elettronici di ogni sorta collegati alla rete, fidelity card dei negozi, carte di credito, transazioni e movimenti bancari, navigatori GPS, scatole nere e centraline elettroniche delle automobili, telecamere ormai poste in ogni dove nelle città e non solo, telecamere ad infrarosso che spesso sono dotate di riconoscimento facciale,

dispositivi di monitoraggio di parametri biologici come cyber tatoo e cerotti “intelligenti”, e prossimamente con l’aumento dell’applicazione nel quotidiano di nuove tecnologie che raccoglieranno e controlleranno i parametri biometrici come le impronte digitali (come già proposto da una banca italiana e presente e presto su alcuni smartphone),

     

la scansione della retina ed i micro chip sottocutanei che cominciano ad esser proposti in vari modi e forme ( è notizia recente che una squadra di calcio arge ntina del Tigre ha proposto ai propri abbonati, la possibilità di accedere allo stadio con i chip sottocutanei al posto di tesse r e e biglietti  , ed è addirittura stato realizzato nel 2014 e sarà sul mercato entro il 2018 il microchip che funziona da contracc ettivo) e super lenti a contatto dispaly che faranno anche fotografie, di fatto siamo già controllabili se non più verosimilmente,  già controllati.

Il paventato rischio di una deriva anarchica, derivante dalla diminuzione delle persone credenti e dalla conseguente possibile diminuzione della sensazione di essere osservati, sembra non rappresentare un problema. Qualcuno sta già provvedendo (o ha già provveduto) a sostituire nella mente delle persone quello che nell’immaginario collettivo era “l’occhio onniveggente di Dio” o degli Dèi, con quello di un “grande fratello globale” con buona pace della maggior parte delle persone che, nel frattempo, continuano le loro vite come se nulla fosse, come se sapere di essere controllati da Dio o da altri uomini non fosse importante perché non fa alcuna differenza.

Ora dite che anche questo è complottismo!!

Stefano Nasetti

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