Disclosure o Progetto Blue Beam?

In una conferenza stampa tenutasi la scorsa settimana (Agosto 2023) il Pentagono ha annunciato che condividerà con il pubblico parte di ciò che sa sugli UFO, o meglio sugli UAP (acronimo di Unidentified Aerial Phenomena, ovvero fenomeni aerei non identificati, una nuova sigla che corrisponde alla vecchia sigla UFO, Unidentified Flying Object, cioè Oggetti Volanti Non Identificati o OVNI, precedentemente usata per definire i "dischi volanti alieni") in un nuovo sito web presentato giovedì 31 Agosto 2023.

Al grande scalpore dell’annuncio e seguita una grande e crescente attesa del pubblico interessato all’argomento, che spera finalmente di ottenere le evidenze della presenza aliena sul nostro pianeta. Già soltanto quest’annuncio e la creazione di un apposito sito istituzionale per la condivisione d’informazioni declassificate sui fenomeni anomali non identificati, è considerato un altro passo verso l’ammissione dell’esistenza di vita aliena. Se sia così o no, ora appare poco importante, perché ciò che davvero ora dovrebbe importare e comprendere il motivo di una tale iniziativa e il perché avviene in questo momento storico.

Sono passati quasi ottant’anni da quello che è unanimemente considerato il primo avvistamento di un UFO, avvistamento che ha poi dato origine alla definizione di “disco volante”, fatto da Kennet Arnold il 24 giugno del 1947 nei pressi del monte Rainer nello stato di Washington. L’avvistamento di nove dischi argentei in formazioni capaci di velocità e manovre fuori dal normale, aveva preceduto solo di poche settimane il famoso Ufo crash di Roswell, nel New Mexico. Da quel momento il Governo degli Stati Uniti (così come gran parte di tutti gli altri Governi mondiali) ha sempre negato l’esistenza degli Ufo, nonostante decine di miliardi di dollari spesi nel corso del tempo, per finanziare progetti di studio del fenomeno (l'esistenza stessa dei progetti è stata anch’essa ufficialmente negata, ma comprovata da decine di persone che ne hanno confermato l’esistenza, con tanto di prove documentali desecretate e divulgate nel corso dei decenni).

Che il fenomeno UFO sia reale e che non sia un fenomeno moderno, ho già avuto modo di porlo in evidenza ai lettori di questo blog e dei miei libri ma, al di là della storica linea negazionista governativa, anche gli Usa hanno dovuto capitolare negli ultimi tempi, prima di fronte alle rivelazioni di un nuovo progetto segreto di studio sugli UFO (maggio 2017), ancora una volta finanziato per centinaia di milioni di dollari con fondi segreti, e poi alla diffusione dei video ripresi dai caccia militari Usa (la cui autenticità è stata ufficialmente confermata solo nel luglio del 2012). Anche in quel caso, qualcuno aveva gridato alla disclosure e all’inizio di una nuova fase di comunicazioni ufficiali, che miravano a giungere presto alla pubblica ammissione della presenza aliena sul nostro pianeta.

Oggi, l’annuncio della creazione di un sito pubblicamente accessibile, nel quale saranno condivisi documenti declassificati, fa porre le domande sopra già esposte: perché questa iniziativa e perché proprio ora?

Non è facile rispondere, ma è possibile certamente avanzare diverse spiegazioni. Una possibile risposta può essere legata a ciò che avevo già suggerito nei capitoli finali del mio primo lavoro editoriale, cioè che con la diffusione d’internet e di strumenti che hanno facilitato le comunicazioni tra le persone e aumentato la loro possibilità di documentare le loro esperienze, sarebbe diventato sempre più complicato per le autorità zittire le evidenze di un fenomeno reale come quello degli UFO. 

Al contempo, la globalizzazione a livello comunicativo, ha portato a conoscenza di sempre più persone, dell’esistenza di anomalie e di presenza di reperti storico archeologici in grado di mettere in discussioni la tradizionale idea della storia umana e del pianeta, forse da sempre visitato da forme di vita aliena intelligente, scambiate per divinità e/o poi mitizzate in leggende, credenze e testi sacri, tramandati oralmente o in forma scritta, divenuti poi fondamento delle varie religioni politeiste o monoteiste, che si sono succedute nel corso dei millenni.

L’evidenza di un fenomeno reale, non avrebbe potuto resistere ancora a lungo, anche perché che si voglia ritenere reale o meno l’esistenza di accordi tra il Governo Usa e alcuni gruppi d’intelligenze aliene (non dobbiamo necessariamente pensare sempre e solo a unico tipo o gruppo quando si parla di vita extraterrestre), atti a occultare la presenza aliena all’opinione pubblica mondiale, in cambio di tecnologia aliena, il numero crescente di avvistamenti non sarebbe più stato “gestibile” dai Governi: prima o poi gli alieni avrebbero finito per rivelarsi in modo plateale e innegabile.

Da qui la mia ipotesi (ormai formulata quasi otto anni fa, nel 2015) sulla possibilità che una futura (o forse oggi attuale) disclosure, avrebbe avuto lo scopo di preparare la popolazione mondiale all’accettazione dell’idea che “non siamo soli nell’universo” e, al contempo avrebbe consentito alle autorità (scientifiche, politiche, accademiche, ecc) di mitigare gli effetti di una tale rivelazione. Quali effetti? La perdita di fiducia e credibilità nelle autorità, poiché avrebbero negato, volutamente o no, l’esistenza di forme di vita intelligente aliena, idea da sempre derisa e derubricata a pura fantasia per stolti, ignoranti e folli complottisti. A poco servirebbe dimostrare (per i politici ad esempio) che non si era a conoscenza del fenomeno, e ancor meno servirebbe il tentativo delle autorità scientifiche e accademiche che hanno sempre negato anche la sola possibilità di un contatto passato o attuale. Non è un caso infatti che, sempre nel medesimo scritto, facevo notare come si fosse intrapreso da parte delle autorità, di un cammino di apertura "possibilista" verso l’esistenza alinea, che mirava a dar tempo alle autorità scientifico-accademiche, di “pulirsi” la reputazione “negazionista”, per abbracciare la nuova e più comoda posizione dominante: quella “possibilista” appunto, in modo da giungere prima o poi alla rivelazione e poter dire: “noi lo avevamo detto che era possibile che gli alieni esistessero”, facendo leva sull’ormai conclamata scarsa memoria dell’opinione pubblica.

Negli ultimi anni infatti, la tendenza è stata proprio questa, e si sono susseguite un numero impressionante d’iniziative ufficiali (leggi l’articolo “La NASA sta preparando le religioni del mondo all'esistenza degli alieni?”) e divulgazione di un numero sempre crescente di studi scientifici basati sui dati raccolti nelle missioni spaziali dalle varie sonde robotiche inviate all’interno del nostro sistema solare e su Marte in particolare, e che, unitamente ad altre informazioni, mi avevano portato nel mio secondo lavoro editoriale (quello del 2018), ad affermare che entro 5 anni, e comunque non oltre il 2025, ci sarebbe stata una conferenza stampa ufficiale per comunicare la scoperta della vita extraterrestre.

Certamente non mi aspettavo un’accelerazione di questo tipo. Pensavo, o meglio, per quanto di mia conoscenza, che si sarebbe proceduto per gradi, passando cioè prima ad annunciare di aver trovato evidenza di forme di vita aliena semplice (batteri o forme di vita più complesse ma primitive) ormai estinte, in un secondo momento annunciando di aver trovato forme di vita aliene semplici ma vive, per poi passare, con tempi e modalità allora ancora da definire, all’annuncio di prove di vita intelligente nell’universo e, solo in ultima istanza, all’annuncio di vita aliena intelligente sul pianeta.

Gli annunci ufficiali fatti negli ultimi anni, sembra che ci sia deciso di accelerare questo processo di preparazione e dunque c’è da chiedersi: perché? Siamo realmente alla vigilia di quello che sarà la scoperta/l’annuncio più importante della storia umana, cioè quello del fatto che non siamo soli nell’universo?

Non possiamo escluderlo così come non si può escludere anche un’altra possibilità. Tutte le tappe della Disclosure che ho sopra descritto e che in parte sono già state realizzate, sono identiche a quelle previste e contenute nel documento per la realizzazione del “progetto Blue Beam”. Cos’è il progetto Blue Beam?

Nel 1994, il giornalista investigativo statunitense Segre Monast, ha pubblicato un libro chiamato appunto “Project Blue Beam” con l’intento di mettere in guardia sui piani del Nuovo Ordine Mondiale (definizione che negli ultimi anni è stata più volte contenuta nei discorsi ufficiali di diverse autorità mondiali, dai presidenti degli Stati Uniti al Papa, passando da alcuni Presidenti del Consiglio e della Repubblica Italiani, oltre che da diversi leader mondiali) per istituire un governo globale. Nel libro, Monast descriveva nei dettagli i passi che gli adepti del NWO avrebbero intrapreso per farlo.

Il primo passo del progetto Blue Beam, sarebbe consistito nell’abbattere tutte le conoscenze archeologiche del mondo, attraverso una serie di cataclismi indotti, allo scopo di falsificare alcune scoperte archeologiche al fine di sgretolare le credenze della maggior parte dell’umanità, indebolendo la fede in particolar modo su due delle principali religioni mondiali monoteiste quali cristianesimo e islamismo. Potremmo leggere la diffusione della teoria degli antichi alieni come la concretizzazione di questo punto? Personalmente ritengo di no, nel senso che se l’effetto di questa teoria può certamente essere quello previsto nel progetto Blue Beam, cioè quello di far riscrivere la storia umana, l’assenza di catastrofi volute e la distruzione delle prove archeologiche unitamente all'assenza di falsificazione di altri reperti, mi porta a ritenere che le due cose non siano correllate.    

Il secondo passo prevedrebbe la proiezione di un enorme spettacolo di luci nel cielo, con l’utilizzo di ologrammi 3d, laser e droni (anche se all’epoca della divulgazione del Progetto Blue Beam, ufficialmente ancora non esisteva tale tecnologia) per simulare apparizioni di Gesù e altri profeti nel cielo, al fine di gettare le basi di un'unica religione mondiale.

La terza fase prevedrebbe il controllo elettronico del pensiero attraverso tecnologie miniaturizzate e all’avanguardia, al fine di indurre il caos tra la popolazione mondiale e lo scioglimento di ciò che rimarrebbe delle religioni tradizionali.

Possiamo considerare alcune iniziative quali quella della citata NASA (ma ce ne sono anche altre), alcune parole pronunciate dai Pontefici nell’ultimo decennio, le prove del tentativo di attuare questi punti?

Quarto e ultimo passo riguarderebbe manifestazioni “soprannaturali” con l’utilizzo di tecnologia segreta al fine di simulare un’invasione aliena ostile, che servirò per tenere le persone nella paura e far accettare loro l’autorità del NWO come unica protezione contro gli ostili invasori.

Conoscendo questo piano, rivelato ormai oltre trent’anni fa, potremmo pensare che la conferenza stampa e l’annuncio della creazione di un sito internet al fine di divulgare informazioni e documenti sugli UAP, UFO o OVNI, chiamateli come preferite, sia solo un passo per la realizzazione del progetto Blue Beam? Oppure è in atto la famosa disclousure per preparare il mondo alla reale esistenza e presenza aliena sulla Terra?

Non possiamo certamente escludere che esistano anche possibilità e interpretazioni diverse, in tutto o in parte, da quelle qui avanzate. Siccome credere in una cosa o in un'altra, senza analisi critica e/o in assenza di elementi sufficienti per farsi la propria idea, è sempre sbagliato, non ci resta che aspettare e vedere. Il tempo ci dirà.

Stefano Nasetti

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