NASA: “Trovata possibile firma biologica di vita passata su Marte”!

Pasadena, California. 15 settembre 2022. Nella sede del Jet Propulsion Laboratory (JPL), la NASA (National Aeronautics and Space Administration) fa un annuncio “storico” o quasi. Su Marte sono è stata trovata materia organica, possibile traccia dell’esistenza di vita passata.

Convocata in modo repentino e di fronte una platea limitata e improvvisata presenza di pubblico e con i giornalisti solo connessi via web, Lori Glaze, direttrice della NASA’s Planetary Science Division, ha introdotto i relatori della conferenza. Erano presenti Laurie Leshin, direttrice del JPL, Rick Welch, manager responsabile del progetto Perseverance per il JPL, Ken Farley, scienziato del Caltech capo del progetto Perseverance, Sunanda Sharma, scienziato del JPL responsabile del progetto Scanning Habitable Environments with Raman and Luminescence for Organics and Chemicals (SHERLOC), e  David Shuster, scienziato della University of California, Berkeley, occupato anch’esso nel progetto Perseverance returned sample.

Perché l’annuncio non può essere considerato “storico”? Perché è stato fatto in questo momento? Perché con queste modalità? Per rispondere a questa ed altre domande è necessario innanzitutto comprendere di cosa s’intende per “molecole organiche” o “per materia organica”.

Cos'è la materia organica?

Le molecole organiche sono costituite da un'ampia varietà di composti costituiti principalmente da carbonio e di solito includono atomi di idrogeno e ossigeno. Possono contenere anche altri elementi, come azoto, fosforo e zolfo. Sebbene ci siano processi chimici che producono queste molecole che non richiedono vita, alcuni di questi composti sono i mattoni chimici della vita. La presenza di queste molecole specifiche è considerata una potenziale biofirma, una sostanza o struttura che potrebbe essere la prova della vita passata, ma potrebbe anche essere stata prodotta senza la presenza della vita. La presenza di molecole organiche infatti, non significa automaticamente “organismi viventi”, perché molecole organiche possono essere prodotte anche da reazioni chimiche inorganiche. È invece assolutamente vero il contrario: non c’è vita senza presenza di materia organica. A questo punto si tratta dunque solo di scoprire qual è l'origine di questi elementi. In tal senso la conferenza stampa indetta dalla NASA non aggiunge e non toglie nulla a quanto già noto in precedenza.

Non stiamo perciò parlando per certo di molecole “generate” da un’attività biologica, dunque perché, nonostante questa mancanza di certezza al 100% circa l’origine delle molecole organiche, la Nasa ha comunque indetto una conferenza stampa per fare quest’annuncio?

La domanda (e la sua conseguente risposta) assume un significato ancor più rilevante se pensiamo che, come accennato, non è la prima volta che su Marte sono ritrovate queste molecole e se confrontiamo il modo in cui, nelle precedenti occasioni, è stata diffusa la medesima notizia all’opinione pubblica.

Nel 2013 infatti, il rover Curiosity della NASA aveva trovato prove di materia organica in campioni di polvere di roccia (nel cratere Gale) e, nel 2016, sul monte Sharp, e poi ancora nel 2018. E nel 2022 (leggi qui) Il rover Perseverance, lo stesso rover che ha trovato ora le molecole organiche oggetto della conferenza stampa della Nasa, inviato su Marte con la Missione MARS2020 nell’estate del 2020 appunto, aveva già rilevato sostanze organiche nel cratere Jezero nel 2021. Per non parlare poi del discorso relativo al metano (leggi qui).

In tutte queste occasioni, la Nasa non aveva indetto alcuna conferenza stampa e la divulgazione al pubblico di tali scoperte, era stata fatta con dei semplici comunicati stampa o al più, a distanza di mesi (se non addirittura di anni) con la pubblicazione di studi scientifici sulle riviste specializzate. In ogni caso le notizie avevano avuto un’eco limitata. Infatti, sebbene non fosse apparsa su alcuni quotidiani e siti giornalistici, il risalto dato era scarso. La notizia era apparsa soltanto nelle pagine interne o nelle specifiche sezioni dei quotidiani e dei portali, riservate agli approfondimenti scientifici. Perché dunque in questo caso è stata invece scelta questa forma di comunicazione?

La risposta ho già avuto modo di fornirla già nel 2018, in occasione della pubblicazione del mio secondo lavoro editoriale, dedicato proprio al rapporto tra l’uomo e il pianeta rosso, dal titolo “Il lato oscuro di Marte, dal mito alla colonizzazione”. In quell’occasione, così poi anche su questo sito nell’articolo “C’è vita su Marte!”, apparso anche, nel marzo 2021, sulla storica rivista italiana “ Ufo International Magazine” nel dossier intitolato” Marte culla della vita? ” (numero interamente dedicato alle mie ricerche e ai miei scritti su Marte) e durante i miei interventi sul tema nei canali Youtube “Misteri Channel show” e “Frontiere Proibite”. In tutte queste circostanze avevo già anticipato sia la divulgazione delle informazioni riguardanti la possibile presenza, passata e presente, di vita su Marte (tutte poi puntualmente succedutesi nel corso del tempo), sia il modus operandi con il quale queste notizie sarebbero state divulgate. Infatti, dagli studi scientifici pubblicati sulle maggiori riviste specializzate del settore, svolte in varie parti di mondo da scienziati e ricercatori accademici dei maggiori istituti di ricerca mondiale sulla base dei dati raccolti dalle sonde robotiche e orbitali sul pianeta rosso, oltre che dalle dichiarazioni degli esponenti delle agenzie spaziali coinvolte nell’esplorazione del pianeta (leggi l’articolo “Exomars2020: su Marte in cerca dell’evoluzione”), appare evidente che le “prove” della presenza di vita su Marte, almeno in passato, è stata ampiamente trovata.

Su Marte c’è stata (e forse c’è ancora) la vita, ma l’annuncio non viene ancora dato. Tuttavia, come dicevo, avevo avuto modo di anticipare che nei successivi 5/7 anni si sarebbero susseguite tutta una serie di notizie, sempre di crescente rilevanza mediatica, miranti cambiare nella mente delle persone, quel paradigma ormai consolidato, secondo cui Marte è un pianeta morto e disabitato da sempre, la vita nel nostro sistema solare è “riservata” al solo pianeta Terra e, più in generale, la vita extraterrestre è inesistente, rara e/o comunque pressoché introvabile per noi. Tale processo che si sta puntualmente verificando nei modi e nei tempi che aveva anticipato, culminerà entro il 2025, con l’annuncio ufficiale della NASA, con una conferenza storica come quella del 2016, relativa al ritrovamento dell’acqua liquida sul Marte, (di cui la NASA era già a conoscenza da quasi 10 anni) del ritrovamento della vita extraterrestre (sul pianeta rosso, sebbene solo in forma microbica).

L’annuncio del 15 settembre 2022, è da vedersi innanzitutto proprio in quest’ottica. Il solo fatto che sia stata direttamente la NASA a divulgare notizia di questo ritrovamento di materia organica, con una piccola conferenza stampa ha già avuto come conseguenza, che la notizia ha avuto maggiore diffusione rispetto alle analoghe notizie del passato, e maggiore rilevanza (L’agenzia ANSA, la principale agenzia giornalistica italiana, ha lasciato in primo piano, come notizia di principale e di copertina sul suo portale web, questo “piccolo” annuncio della NASA, per tutto il pomeriggio del 15 settembre).

Come conseguenza la rilevanza sui quotidiani generalisti è stata molto più massiccia rispetto al passato.

Qui di seguito un piccolo esempio, rilevato solo nelle ore immediatamente successive.

  • Marte, Nasa: "Possibile firma di vita passata nelle rocce raccolte da Perseverance" 16/09/2022 - 03:33 QUOTIDIANO NAZIONALE

  • Segni di vita su Marte? Robot della Nasa trova rocce con «molecole organiche» 15/09/2022 - 23:08 IL MATTINO

  • Marte, Nasa scopre molecole organiche: "Possibili tracce di vita" 15/09/2022 - 23:08 ADNKRONOS

  • Marte, Perseverance della Nasa scopre rocce con molecole organiche. «Una possibile firma della vita» 15/09/2022 - 23:07 IL MESSAGGERO

  • Marte, il rover Perseverance trova rocce con molecole organiche: "Possibili segni di vita" 15/09/2022 – 18:21 LA REPUBBLICA

  • C’è vita su Marte? Il rover Perseverance trova molecole organiche possibile biofirma - 15/09/2022 CORRIERE DELLA SERA

  • C’era vita su Marte? Il rover Perseverance trova rocce con molecole organiche – 15/09/2022 IL SOLE 24 ORE

  • Marte, la Nasa trova molecole organiche: "Possibile forma di vita" 15/09/2022 - 23:04 CORRIERE DELL’UMBRIA

  • Marte, Perseverance trova rocce con molecole organiche: “Possibili segni di vita sul Pianeta” 15/09/2022 - 23:04 IL FATTO QUOTIDIANO

  • Vita su Marte? L'importante ritrovamento di Perseverance 15/09/2022 - 23:04 IL GIORNALE

  • Trovate su Marte rocce con molecole organiche 15/09/2022 - 23:03 CORRIERE DEL TICINO

C’è poi da aggiungere che così come avevo anticipato, che per “sdoganare” mediaticamente la possibilità dell’esistenza della vita extraterrestre, così com’è già stato per l’acqua liquida su   Marte, l’annuncio sarebbe dovuto arrivare solo una “autorità” (considerata almeno come tale), così com’è la NASA. È già avvenuto per l’acqua liquida. Dopo l’annuncio NASA, c’è stato un continuo proliferare di articoli scientifici, in prevalenza basati su dati raccolti da anni dalle sonde sul pianeta rosso, che hanno cambiato l’immagine del pianeta rosso, passato rapidamente dall’essere considerato, fin dalla sua formazione, un pianeta freddo e arido, a essere considerato un pianeta caldo e umido in periodi sempre più numerosi, frequenti e vicini alle nostre preistoriche, che potrebbe aver ospitato la vita o, addirittura esser stato la culla della vita nel nostro sistema solare. Dopo quell’annuncio decine, se non addirittura centinaia di studi scientifici, ci hanno detto dove si trovava l’acqua liquida, per quanto tempo e in che periodi ci sarebbe stata, che fine abbia fatto, dove ce n’è ancora, che tipo di acqua era ed è, come estrarla e utilizzarla, ecc., tutti argomenti considerati tabù, fino a pochi minuti prima di quello storico annuncio. 

Ora che abbiamo compreso quale fosse il fine ultimo di questa mini conferenza stampa (quella dello scorso 15 settembre 2022), rimane la domanda sul come giustificarla a livello scientifico.

Infatti, perché, sebbene non ci sia nulla di particolarmente diverso nei dati rilevati dal rover NASA, rispetto ai dati precedenti, questa volta è stata scelta questa forma “ufficiale” di divulgazione? Sembra di essere di fronte ad una “forzatura” a livello comunicativo scientifico, quasi ci fosse la necessità di stringere i tempi (addirittura forse anticipando lo storico annuncio a prima del 2025).

Ufficialmente, la NASA motiva questa conferenza stampa, sotto l’aspetto scientifico, sostenendo che, a differenza dei ritrovamenti precedenti, quest'ultima scoperta è stata effettuata in un'area in cui, in un lontano passato, sedimenti e sali si erano depositati in un lago in condizioni in cui la vita sarebbe potuta esistere. "In un lontano passato, la sabbia, il fango e i sali che ora compongono il campione di Wildcat Ridge sono stati depositati in condizioni in cui la vita avrebbe potuto potenzialmente prosperare", ha affermato Ken Farley, scienziato del Caltech a capo del rover Perseverance. “Il fatto che la materia organica sia stata trovata in una tale roccia sedimentaria – nota per la conservazione di fossili di vita antica qui sulla Terra – è importante”.

Tuttavia le cose non stanno del tutto così. Solo per parlare sotto l’aspetto scientifico, le evidenze già ritrovate in passato sulla presenza di vita su Marte sono talmente tante (almeno per tutti quelli che s’interessano di quest’argomento e leggono i paper scientifici pubblicati negli anni) che questa “giustificazione” può essere valida soltanto agli occhi di chi si accosta per la prima volta a questi temi, o che segue in modo distaccato e superficiale la vicenda “vita su Marte”, e che quindi forma la sua idea esclusivamente sulla base di ciò che i media “filtrano” secondo i dettami delle autorità scientifiche.

Le motivazioni, a mio modo di vedere, per spiegare la “forzatura” di questa conferenza stampa del 15 settembre 2022, sono ben altre.

Nel 2018 (al momento della pubblicazione del mi o libro – guarda il trailer) l’immagine della NASA era costante calo di popolarità e credibilità nell’opinione pubblica mondiale, in specie sul web, perché più di una volta era stata fornita evidenza che nelle immagini divulgate dall’agenzia spaziale statunitense, in riferimento alle varie missioni di esplorazione spaziale (non solo riguardanti Marte), vi erano palesi e volute alterazioni, occultamenti e manipolazioni grafiche. Sempre nel 2018 poi, in vista di due nuove missioni spaziali sul pianeta rosso, la prima, quella già citata denominata MARS2020 che ha portato il rover Perseverance a firma statunitense, e la seconda, quella europea, coordinata dall’ESA (Agenzia spaziale Europea) e guidata dall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) denominata EXOMARS2020, entrambe preparate con l’obiettivo ufficiale e principale di trovare evidenze incontrovertibili di “presenza di vita passata e presente” e addirittura “della loro evoluzione” (tanto per utilizzare le testuali parole pronunciate dai responsabili delle missioni), la classe dirigente statunitense stava pensando di lasciare l’onere e l’onore di dare un annuncio storico, forse l’annuncio più importante della storia dell’uomo, quale quello del ritrovamento della vita extraterrestre, ai partner europei o almeno di farlo assieme.

In quel contesto, la “tabella di marcia” che doveva portare all’annuncio del ritrovamento della vita extraterrestre aveva un orizzonte temporale di 5 anni (quindi 2023.)

La sciagurata gestione della cosiddetta “pandemia COVID” esplosa nel 2022, soprattutto ad opera dei Paesi europei e in special modo dell’Italia, ha di fatto impedito il lancio della missione EXOMARS2020 nei tempi programmati (luglio-agosto 2020).  

Mentre quindi la missione statunitense MARS2020 è partita regolarmente il 30 luglio 2020, la missione europea è stata riprogrammata per il 2022, approfittando della finestra di lancio che si aprirà il prossimo 20 settembre (2022).

Il ritardo di due anni da parte della missione europea, ha fatto quindi rivedere la decisione che era in procinto di essere presa, riportando in “casa” della NASA (leggi qui) la necessità di procedere con l’annuncio, ma con l’allungamento dell’orizzonte temporale al 2025.

Nel frattempo però, in modo forse inaspettato per i sempre altezzosi e presuntuosi scienziati statunitensi, che si considerano i leader mondiali dal punto di vista delle tecnologie per l’esplorazione spaziale, la Cina ha fatto arrivare con successo diverse missioni sulla Luna e una su Marte (tuttora attiva).

I successi cinesi e la tecnologia messa in campo, sembrano aver spaventato o comunque ridimensionato l’ego delle NASA che ora teme che, nei prossimi mesi possa essere la Cina a trovare la “pistola fumante” della presenza di vita extraterrestre, scrivendo lei il suo nome nella storia dell’umanità e gettando nell’ombra tutto ciò che gli Stati Uniti hanno finora fatto in questi ultimi 25/30 anni nell’esplorazione del pianeta, e gli USA questo non posso più permetterselo.

Così come la corsa allo spazio e alla Luna degli anni ’60 era mossa quasi esclusivamente da interessi di tipo politico (la guerra fredda e i blocchi contrapposti tra occidente a guida USA e blocco comunista a guida URSS) ancor prima di quelli scientifici, anche oggi la situazione sembra ripetersi.

Negli ultimi 5 anni gli Stati Uniti hanno visto superarsi proprio dalla Cina nella classifica delle potenze economiche mondiali, scalando al secondo posto. Anche in campo tecnologico Cina e Russia dispongono oggi di strumenti e armi non inferiori all’armamento americano. Dal punto di vista geopolitico, in questi anni sono emerse sempre più evidenze, anche per i più fedeli servitori del Paese a stelle e strisce, di quanto il Governo di questo Paese sia inaffidabile (si ricordino gli scandali Echelon degli anni ‘90, quello denunciato da Snowden nella prima decade del nuovo millennio, e quello recentissimo di Pegasus) e pericoloso (le varie guerre pretestuose promosse dagli USA, tra le quali mi limito a ricordare quella Ucraina, ancora in atto). L’immagine degli Stati Uniti è in costante declino.

La sensazione della NASA di avere tutto il tempo desiderato per divulgare ciò che gli USA sanno da decenni in merito alla presenza di vita extraterrestre e su Marte, al punto di “programmare” tempi e modalità più opportune per la divulgazione, si è oggi tramutata nella paura di aver avuto per anni l’occasione di poter scrivere per sempre il proprio nome nella storia umana senza poi sfruttarla, e vedersi superare da altri (la Cina, come detto), proprio sulla linea del traguardo.

Questa paura sta quindi portando alla decisione di stringere i tempi e rispettare il programma senza altri rinvii e perdite di tempo. E mentre si continua, anche nella conferenza stampa del 15 settembre 2022 a dichiarare ufficialmente che una risposta all’effettiva presenza di vita potrà essere confermata solo dopo aver riportato i campioni di terreno marziano sulla Terra, attraverso la missione Mars Sample Return tra il 2026 e il 2030 (ma ciò non ha senso, poiché campioni di rocce di Marte che contengono i segni lasciati dalla presenza di vita passata, sono già sulla Terra e sono già stati riscontrati nei tanti meteoriti caduti, trovati e raccolti negli ultimi trent’anni), si lavora sotto traccia affinché entro il 2025 (se non addirittura come previsto inizialmente, entro il 2023) si possa trovare comunque il modo di dare ufficialmente l’annuncio, sempre che qualcun altro non lo faccia prima. Il problema in cui la comunità scientifica statunitense (o più precisamente la NASA) si è cacciata, è che non può più fare un simile annuncio sulla base campioni o risultati di analisi di dati raccolti da anni, ma deve ora in tutta fretta trovare un pretesto “nuovo”, inconfutabile, che possa giustificare e legittimare senza timore di smentite, l’annuncio della prova dell’esistenza di vita extraterrestre.

Durante il suo intervento nella conferenza stampa del 15 settembre 2022, Ken Farley ha voluto specificare l’obiettivo della missione del rover Perseverance con queste parole “… e voglio sottolineare questo, la missione non è cercare la vita esistente, le cose che sono vive oggi, invece stiamo guardando nel lontano passato quando il clima di Marte era molto diverso da quello che è oggi, molto più favorevole alla vita, quindi stiamo cercando la vita antica”. Affermazioni molto importanti, perché ci ricorda che, come avevo anticipato, che la missione statunitense e quella europea avevano obiettivi diversi ma complementari che, proprio per questo, dovevano portare l’ESA (e non la NASA) a dare l’annuncio del ritrovamento di vita extraterrestre presente, preceduto da quello della NASA del ritrovamento di vita passata.

La missione NASA dunque, ha il compito di trovare evidenze di vita passata, mentre quella europea di quella attuale, vita presente che lo stesso Farley non esclude ma anzi, con la sua precisazione, sembra quasi dare per scontata in due diversi passaggi del suo intervento e cioè, sia quando ribadisce l’obiettivo di Perseverance, sia quando afferma che il clima passato era più favorevole alla vita, sotto intendendo che quello attuale, sebbene certamente più difficile, non rappresenta un ostacolo insormontabile alla presenza di vita.

Concetto ribadito poco dopo anche da David Shuster, scienziato della University of California, Berkeley, che nel descrivere i campioni di roccia raccolti ha affermato: “... tutto questo è molto importante perché queste sole qualità di rocce che stiamo cercando e che hanno un alto potenziale di conservazione della biofirma. Quindi per riassumere entrambi questi campioni che abbiamo raccolto, registrano un un’ambiente paleo e le condizioni ambientali di un ambiente formalmente abitabile …”.

Di questo i tanti che ancora oggi in ogni dove, hanno preso posizioni nette sull’assenza di vita passata e presente su Marte, posizioni che rasentano il più estremo fideismo religioso, prima o poi se ne dovranno fare una ragione.

Affermazini, quelle di FArley e Shuster, rafforzate anche dal successivo intervento di Sunanda Sharma, scienziato del JPL responsabile del progetto Scanning Habitable Environments with Raman and Luminescence for Organics and Chemicals (SHERLOC), che entrando nel dettaglio dell’analisi compiuta dallo strumento SHERLOCH (uno strumento laser che analizza la roccia sotto diversi spettri luminosi in grado di rilevare composizione e concentrazione di elementi organici e non) ha detto: “ …abbiamo rilevato segnali che pensiamo provengano da una classe di materia chiamata aromatica, che sono molecole stabili composte da carbonio e idrogeno e talvolta altri elementi con strutture ad anello. Questi segnali erano presenti in quasi ogni singolo punto, in ogni scansione – (dei campioni di rocce NDR) – sono alcuni dei più luminosi che abbiamo visto fino ad ora nella missione e sono circa sette volte più luminosi di quelli raccolti in precedenza. Quindi i segnali sono anche più fortemente correlati a un minerale chiamato solfato che abbiamo visto in questa roccia. Questa correlazione suggerisce quando il lago evaporando, ha fatto sì che queste sostanze organiche si siano depositate, conservate e concentrate in questa area. Quindi mentre il rilevamento di questa classe di sostanze organiche da solo non significa che la vita fosse definitivamente lì, questo insieme di osservazioni inizia a sembrare molto simile a ciò che abbiamo visto noi qui sulla Terra. Così come sulla Terra i depositi di solfato sono noti per preservare la sostanza organica e possono ospitare segni di vita che sono chiamati firme biologiche. Per dirla in parole semplici, quindi, se questa è una caccia al tesoro per potenziali segni di vita su un altro pianeta, la materia organica è un indizio e stiamo trovando di sempre più forti. Stiamo trovando più indizi, sempre più forti, mentre ci muoviamo attraverso l’esplorazione del delta, all’interno del cratere Jezero. La missione Mars2020 ci sta dando la migliore comprensione mai avuta della superficie marziana e la migliore possibilità in assoluto di rispondere a una domanda molto profonda: siamo soli nell’universo?”..

“La campagna di raccolta dei campioni di roccia su Marte attraverso il progetto di Mars Semple Returno, rivoluzionerà la conoscenza umana su Marte. Il nostro è un progetto in partnership con l’Agenzia Spaziale Europea … pensiamo che questi campioni siano la migliore opportunità per rilevare la prima evoluzione di Marte, inclusa la potenziale presenza di vita” ha chiosato Lori Glaze, direttrice della NASA.

A quali conoscenze già acquisite fanno riferimento gli scienziati di NASA e JPL? Cosa sarà annunciato nello specifico? Quali saranno le implicazioni che quest’annuncio avrà in altri settori diversi da quelli dell’esplorazione spaziale, quali quelli dell’astrobiologia della biologia e della storia umana (anche passata) e del prossimo futuro, solo per citarne alcune? Quali saranno i prossimi passi che dobbiamo attendere? Che cosa sa già la Nasa sulla vita marziana? E da quanto?

Se sei interessato a saperne di più e non vuoi attendere che la NASA decida cosa, come e quando divulgare queste informazioni, l’invito è quello di approfondire con la lettura del libro “Il lato oscuro di Marte, dal mito alla colonizzazione”. 

Stefano Nasetti

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