Intuito, scelta e consapevolezza

Ci sono molti film che colpiscono l'immaginario collettivo per i loro effetti speciali e le loro storie, ma ce n'è uno forse su tutti, i cui dialoghi sembrano essere davvero illuminanti, soprattutto per quelli che hanno intrapreso un percorso di distacco dalle informazioni ufficiali diffuse quotidianamente dai mass media mainstream.

Il film in questione è MATRIX, di cui propongo qui di seguito, una selezione di dialoghi particolarmente significativi che possono essere traslitterati, facendo riferimento al nostro mondo "reale" al posto di quello legato alla finzione cinematografica.

La trilogia di Matrix è costellata di dialoghi molto più profondi di quanto comunemente viene percepito, dialoghi che meriterebbero ciascuno un focus di riflessione. Quelli qui proposti, sono solo i tre tra quelli che ritengo più significativi.

In questi dialoghi non vanno cercate risposte, ma solo spunti di riflessione, sul nostro mondo, sul nostro modo di vederlo e sulla nostra comprensione di esso.

Il primo è quello che intercorre tra Keanu Reeves (Thomas Anderson/Neo) e Laurence Fishburne (Morpheus). Nel dialogo quest'ultimo, spiega a Neo cosa sia Matrix (..... è il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.....una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore, una prigione per la tua mente.....). E' fin troppo facile comprenderne i riferimenti a ciò che di "ufficiale" viene continuamente insegnato riguardo alla storia, alla scienza, alla religione, e diffuso dai mass media riguardo il mondo attuale, la cronaca, la politica e l'economia.

Il secondo dialogo che propongo, è quello relativo al colloquio sempre tra Keanu Reeves (Thomas Anderson/Neo) e Laurence Fishburne (Morpheus) ,in cui quest'ultimo spiega come ciò che noi definiamo "realtà" sia soltanto un prodotto dell'elaborazione di stimoli elettrici della nostra mente che, in quanto tale, può essere influenzata, condizionata, manipolata, come ho tra l'altro già ampiamente spiegato nel mio libro e in molti altri miei precedenti post (vedi l'elenco in fondo alla pagina). Evidenzio anche come, la possibilità che il mondo che percepiamo sia frutto di una neuro simulazione digitale proprio come nel film Matrix, non sia una semplice fantasia, ma una possibilità che scienziati accademici hanno preso seriamente in considerazione (leggi l'articolo: E se Matrix fosse vero?). Inoltre, è necessario prendere coscienza che lo sviluppo dell'Intelligenza artificiale, che è stato compiuto negli ultimi anni e continuerà nel prossimo futuro, originerà prima o poi macchine probabilmente in grado dare formulare un proprio pensiero autonomo e dunque ad una coscienza. Lasciando da parte per il momento queste ultime due situazioni, è ora importante porre in risalto che la realtà che percepiamo oggi, è frutto anche, ma non solo, della manipolazione mediatica che altera la nostra visione del mondo anche semplicemente filtrando e selezionando le notizie, decidendo cosa trasmettere e cosa no (leggi il post L’influenza dei mass media sulla nostra percezione del mondo: il bene e il male). Dunque per molti versi, la percezione del mondo che abbiamo è distorta. Proprio come nel film Matrix, vediamo soltanto il mondo che ci viene messo davanti agli occhi.

L'ultimo dialogo è quello tra Keanu Reeves (Thomas Anderson/Neo) e l'Architetto, nel film il creatore e il gestore di Matrix. Il dialogo è il più lungo e complesso tra i tre proposti e offre molteplici spunti di riflessione.

L'Architetto spiega a Neo come tutto Matrix sia frutto di leggi, alcune comprensibili altre meno, leggi precise ed equilibrate. Tuttavia, nonostante tutta questa apparente perfezione, qualcosa sfugge comunque al controllo dello stesso creatore. Il parallelo è quello tra Matrix e il nostro mondo, il nostro universo, di cui pensiamo di conoscere alcune leggi, tra il creatore (l'Architetto) e il Dio delle religioni, tra l'esistenza di un destino predefinito ( in quanto frutto di un sistema di regole e leggi predefinite, basate sul principio di causa ed effetto, che consentono di fare previsioni certe, così come affermato anche da importanti astrofisici come Stephen Hawking) e un fattore di imprevedibilità, in Matrix così come nel nostro mondo.

Nel dialogo emerge chiaro come Neo rappresenti un anomalia del sistema, che viene tollerata solo fino a quando questa è funzionale allo scopo di contribuire all'inganno globale. Anche in tal caso, è possibile fare un parallelo con i nostri giorni, in cui coloro che si rifiutano di omologarsi e di accettare pedissequamente tutto ciò che è diffuso dai mass media, dagli organi ufficiali e istituzionali, sono considerati un anomalia, la cui presenza è tollerata solo fino ad un certo punto, solo fino a quando sono funzionali a dimostrare alle altre persone, che non esistono schiavi perché (apparentemente) c'è chi pensa liberamente. La loro presenza è tollerata solo fino a quando questi liberi pensatori non fanno proselitismo, perché quando ciò accade, diventano pericolosi e vanno eliminati. Così come nel film, come si evince dal dialogo tra Neo e l'Architetto, quando i liberi pensatori (coloro che sono usciti da Matrix) diventano troppi, devono essere messi a tacere (il riferimento nel film è alla città sotterranea di Zion, ultimo ricovero per coloro che da Matrix sono usciti). Ciò appare indispensabile per far si che il sistema continui o se necessario, si resetti e ricominci, pur sempre nella finzione e nell'inganno. Nel film come nel nostro mondo, sono coloro che si rifiutano di omologarsi, che saranno ritenuti responsabili delle conseguenze del destino nefasto che si prospetta anche per tutti gli altri e che si abbatterà su tutta la razza umana. Le conseguenze del libero pensiero, sono un fardello di responsabilità con cui gioco forza, il libero pensatore deve convivere, in un continuo conflitto interiore nel dover fare sempre la scelta giusta.

Nello stesso dialogo c'è un riferimento alla soluzione per uscire da Matrix, considerata al contempo anche dall'Archietetto/Dio, l'unica soluzione per il funzionamento stesso del sistema Matrix, vale a dire l'intuito, nel film rappresentato anche dall'Oracolo.

L'intuito è nel film ciò che spinge il protagonista Neo, a seguire il coniglio bianco, e quello che gli fa prendere la pillola rossa, è quello che lo spinge ad andare oltre le apparenze e a vincere il sistema. Anche nel nostro mondo, chi fa prevalere l'intuito e cerca di andare oltre alle apparenze, può riuscire a comprendere l'enorme inganno in cui siamo immersi, che comprende ogni campo delle nostra vita, dal sistema educativo, alla religione, all'economia, alla politica, all'intrattenimento, alla scienza, alla storia all'uso della tecnologia e da cui nessuno può dirsi del tutto immune.

Andare oltre le apparenze, oltre ogni logica comune facendo prevalere l'istinto, la curiosità e la voglia di comprendere tutte le cose, è la sola vera arma per vincere il sistema.

Stefano Nasetti

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